BELVEDERE MARITTIMO

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Belvedere, denominato in passato anche “Belvederium” , “Belloviderium” e “Belviderio” ha avuto l’aggiunta dell’aggettivo “Marittimo”, nel 1863, per la necessita’ di poter essere distinto da altri centri di nome analogo.

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Non esistono documenti per poter stabilire in modo certo le origini, ma solo ipotesi da parte degli studiosi.

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Belvedere non va considerata l’antica Blanda Julia, centro soltanto amministrativo e giudiziario dalle ridotte dimensioni, ubicato in un territorio a prevalente vocazione rurale, definita “oppidum” da Plinio, espugnata da Fabio Massimo nel 216 a.C., in quanto scavi archeologici effettuati da parte della Soprintendenza Archeologica calabrese, hanno riportato alla luce Blanda nel territorio di Tortora. Significativi corredi funerari della necropoli di S. Brancato e reperti dell’abitato di Palecastro sono esposti a Tortora nel museo civico nel Palazzo Casapesenna. E’ certo che ci siano stati insediamenti gia’ nell’eta’ del bronzo finale (X° IX° sec. a.C.) in quanto, nel 1886 è stata ritrovata lungo il fiume Soleo in localita’ Oracchio un’ascia in bronzo appartenente ad una popolazione preistorica. Tutti gli altri reperti archeologici, fedelmente riprodotti dal Museo della Memoria Storica “Citta’ di Belvedere Marittimo”, sono ascrivibili a sepolture brettie, databili tra il IV° ed il III° sec. a.C.. I Romani tra I° ed il III° sec. d.C. hanno dato luogo ad insediamenti per lo sfruttamento del terreno.

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L’edificazione del castello, da parte di Ruggero il Normanno (1031 1101), sulla roccia, onde evitare pericolose invasioni, fa risalire in modo certo agli albori dell’urbanizzazione. E proprio il castello a cui è legata la storia di Belvedere è citato come “Bellumvedere” nella Tassatio Angioina risalente al 1276.

cms_29275/3.jpgAttraversato dai corsi d’acqua Soleo, Vallecupo e Gafaro, posto tra le prime propaggini della catena costiera ed il massiccio del Pollino a ridosso del Mar Tirreno, presenta una superficie complessiva di 37,22 chilometri quadrati. Il Monte Stumbo, la Montea (m. 1785) ed il Monte La Caccia (m. 1744) costituiscono una barriera adagiata alle spalle del Capoluogo che sorge su una collina a 150 metri sul livello del mare dal quale dista in linea d’aria circa 700 metri.

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Belvedere Marittimo si estende sulla costa dalle localita’ “Serluca Calabaja” (a sud) a “Santa Litterata” (a nord), con a centro “Capo Tirone”. Numerose le frazioni, alcune ad alta intensita’ abitativa tra cui: Santa Litterata, Palazza, Olivella, Oracchio, S.Andrea, Livorni, Rocca, Fontanelle, Laise, Pantaide, San Nicola, Petrosa, Trifari, Malafarina, Trigiano, Quattromani e Santoianni.

Il centro storico conserva tutte le caratteristiche del borgo medioevale, con palazzi, vicoli e porte e domina un ampio panorama montuoso e marino.

Si racconta che Pietro Metastasio (1681/1782) compose i suoi versi: “Ovunque il guardo giro immenso Dio ti vedo…” visitando il Castello ospite del Principe Francesco Maria I° Carafa. .Con l’approvazione del piano regolatore generale (1988), l’assetto urbano ha subito notevoli trasformazioni, sviluppandosi in particolar modo la località Monti e l’area urbanizzata costiera. Belvedere Marittimo, oltre che “balneare”, è anche un comune “montano”, rientrando nel territorio del “Parco Nazionale del Pollino”.

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Lo sviluppo della frazione Marina, che da semplice borgata è divenuta una vera e propria cittadina, ha avuto inizio negli anni cinquanta.

Diana Filippi

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