BIELORUSSIA: CRESCE LA TENSIONE
Manifestazioni oceaniche anche in questo weekend, più di 700 arresti. Lukashenko spera nel supporto di Putin

Oltre 100mila persone domenica hanno manifestato sotto la residenza del Presidente Lukashenko nella capitale bielorussa, Minsk. Cortei e proteste sono scoppiati anche in altre città, tra cui Brest, Gomel, Grodna e Mogilev. È la quinta settimana consecutiva di proteste, sempre con numeri molto importanti, che neanche un regime autocratico può ignorare, e che stanno vanificando i grossi sforzi repressivi messi in atto dal governo, che nel weekend ha proceduto ad oltre 700 arresti di manifestanti, di cui 114 nell’ambito di una pacifica marcia di manifestazione per la libertà femminile (una delle cose maggiormente osteggiate da Lukashenko). In questa pesante situazione per il regime, si prepara l’incontro tra Lukashenko e Putin, che potrebbe essere decisivo nella definizione della policy del prossimo futuro.
Ciò che sembra molto improbabile è che la situazione a est rimanga del tutto invariata: lo “zar” russo non regala niente, ed è ovvio che in cambio del suo appoggio pretenderebbe di avere un’influenza ancor più ingombrante di quella che ha già sull’ex provincia sovietica. Una condizione che Lukashenko sembrerebbe anche disposto ad accettare, pur di mantenere le redini del governo e la propria posizione di privilegiato, seppur affermi pubblicamente di non voler rinunciare alla sovranità del Paese; tuttavia, considerando che il secondo “bersaglio” delle manifestazioni in Bielorussia è proprio il regime russo, un’evoluzione del genere potrebbe persino portare ad un ulteriore inasprimento della situazione.
Lo dimostrano le parole della leader dell’opposizione bielorussa Svetlana Tikhanovskaja, che si è rivolta in mattinata anche al presidente russo Vladimir Putin: "Voglio ricordare a Putin: qualunque cosa accetti e qualunque cosa concordi durante l’incontro di Sochi, non avrà valore legale. Tutti gli accordi firmati con Lukashenko saranno riesaminati dal nuovo governo. Il popolo bielorusso ha rifiutato di appoggiare Lukashenko alle elezioni. Mi dispiace molto che lei abbia deciso di condurre un dialogo con l’usurpatore e non con il popolo bielorusso”. I manifestanti pro-democrazia bielorussi, intanto, hanno incassato il sostegno per nulla scontato del governo degli Stati Uniti, con il Segretario di Stato USA Pompeo che ha recentemente affermato che se le violenze delle forze antisommossa dovessero proseguire, verranno implementate nuove sanzioni economiche. Il suo vice, Stephen Biegun, ha chiesto come Mosca possa "sostenere un tale regime e una tale violenza contro cittadini pacifici".
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