BITETTO E LE SUE CHIESE - LE FIERE (II^)

Non c’è festa senza fiera, non c’era fiera senza festa!

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Chiesa di Santa Maria La Veterana o dell’Annunziata – Bitetto

La Chiesa di Santa Maria o dell’Annunziata

La Chiesa dell’Annunziata detta anche La Veterana è la più antica del paese, ubicata nella periferia meridionale di Bitetto; è posta in una posizione più elevata, inondata di luce, come un vecchio guardiano a fare da sentinella a tutto il borgo. La bellezza del luogo e la salubrità dell’aria invitano gli abitanti, i viandanti e i turisti a sostare e a trovare beneficio nella freschezza dell’acqua che sgorga dall’antica fontana, la fontana di Santa Maria.

All’esterno la struttura appare spoglia e disadorna, con la presenza del campanile sul lato destro, eretto sul portale principale e addossato agli edifici adiacenti. Sulla facciata è presente lo stemma di mons. Scicutella, che resse la cattedra vescovile dal 1294 al 1302. È all’interno che la chiesa conserva, come in uno scrigno, i suoi preziosi gioielli, gli affreschi di scuola giottesca riportati alla luce durante il restauro del 1972.

Di origine incerto il nome "Veterana"; si pensa derivi dal termine latino “vetus” e “vetere” per indicare la sua antichità e i primi insediamenti abitativi oppure, può fare riferimento al termine dialettale "vetrene”, nel significato di malattia esantematica dei bambini. Col passare dei secoli, potrebbe essersi verificata, una sovrapposizione di significati.

La testimonianza più antica della sua presenza nel territorio si evince da un documento del 959, con il quale il rappresentante dell’arcivescovo barese riconosce alla gente bitettese l’uso delle cappelle di San Tommaso e Sant‘Arcangelo e riferisce dell’esistenza di una chiesa consacrata a Santa Maria, extra moenia su cui gravava il pagamento di un censo. Ulteriori conferme si riscontrano in un atto del 1136 e nell’epistola papale del 1260 in cui si riconosce la proprietà del casale di Santa Maria al vescovo di Bitetto.

Pochi anni dopo, nel 1266 quando era vescovo Giovanni di Collepardo in seguito ad un terremoto o ad altri eventi, si verificarono notevoli danni alla struttura della chiesa. Seguirono lavori di restauro; la presenza sulla facciata dello stemma di mons. Scicutella permette di ipotizzare che i lavori furono completati nel periodo compreso tra il 1294 e il 1300.

La chiesa nel corso del tempo è stata sottoposta a successivi lavori di ampliamento e di consolidamento. Nel 1809 il Capitolo di Bitetto, l’affidò alla Confraternita dell’Annunziata con l’impegno di proporla al culto e provvedere a realizzare i lavori di manutenzione necessari.

La parte interna dell’edificio presenta una grande navata centrale e altre due, più piccole, situate regolarmente a ovest e a est, con una serie di archi: a tutto sesto nella prima campata e a sesto acuto nelle altre due.

Nel 1971 durante lo svolgimento di lavori di restauro, vennero alla luce gli affreschi che erano stati fino ad allora ricoperti da strutture posticce.

Oggi si possono ammirare in tutta la loro bellezza: le "Storie della Vergine" sul lato sinistro, le "Storie di Cristo" sulla parete di fondo e il "Giudizio Universale" sul lato destro.

Di pregevole fattura gli affreschi delle due Madonne in trono con il Bambino: la prima posta sulla parete sinistra della controfacciata (metà XV secolo), l’altra sul primo altare della navata destra (primo decennio del XV secolo). Nella nicchia dell’altare maggiore, con decorazione a conchiglia di origine tardo rinascimentale, si può ammirate una scultura in pietra policroma raffigurante la Vergine col bambino, risalente al 1500.

Nella chiesa è anche conservato, un paliotto, recentemente restaurato con pitture su cuoio presumibilmente di origine cipriota, un tabernacolo ligneo del XVIII secolo ed una statua di pregevole fattura raffigurante Sant’Ignazio di Loyola.

Nel 2008, lo scultore newyorkese Greg Wyatt ha donato alla città una delle sue opere, raffigurante Icaro, che oggi si trova nella piazza antistante la Chiesa.

Possiamo ammirare in questa immagine, l’altare ligneo adorno di luci e di fiori!

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Altare Maggiore con la Madonna in trono.

La benedizione dei bambini

Era consuetudine in occasione della festività dell’Annunziata, il 25 marzo benedire i bambini durante la celebrazione eucaristica. Un rito speciale di affidamento dei più piccoli alla Madre celeste.

È infatti presente nella chiesa un trespolo in ferro battuto, posto a custodia della “chianca” sulla quale, si racconta fosse caduta senza rompersi la lampada votiva in vetro che pendeva dinanzi all’affresco del Redentore. Si pensò ad un evento prodigioso che vide su quella pietra l’intervento protettivo dell’Annunziata. Si diffuse la tradizione di far passare i bambini sulla “chianca”, al di sotto del trespolo, quale protezione dalle cadute e dalle malattie tipiche dell’infanzia, quali quelle esantematiche come la Varicella. Nel dialetto bitettese si usa il termine “Vetrene”. Tale è il nome attribuito ancora oggi a questo antico santuario di Santa Maria, La Veterana, caratteristico per l’attenzione ai bambini, alla rinascita primaverile, alla fertilità.

Tale consuetudine è ancora viva e la presenza dei bimbi crea un gioioso momento di preghiera e di spiritualità, una protezione di cui abbiamo sempre bisogno.

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Il trespolo in ferro battuto

Lo spettacolo della luce

Nell’architettura sacra del medioevo, tutto veniva fatto secondo un preciso programma iconologico e simbolico. Le cattedrali e le antiche chiese venivano molto spesso progettate secondo l’asse est-ovest, con l’ingresso a occidente, per fare sì che la luce entrasse da oriente e, passando dalle finestre della parte absidale, creasse dei giochi di luce e colori di grande suggestione, capaci di rasserenare gli animi dei visitatori.

Il fedele, varcando la soglia della chiesa veniva affascinato dallo spettacolo della luce e dalla potenza di Dio che di quella luce ci ha fatto dono.

Fin dai tempi più antichi, il giorno del solstizio d’estate che si verifica il 21 giugno, (da solstitium ‘sol’, che significa sole, e ‘stitium’ ovvero fermo,‘il sole si ferma’) è stato considerato uno dei più importanti dell’anno, in quanto da sempre sancisce la giornata più lunga per l’emisfero nord e quella più corta per l’emisfero sud e lo spettacolo della luce crea una maggiore suggestione. Inoltre le antiche credenze platoniche consideravano i momenti dei solstizi come “porte del cielo”, rappresentando la discesa e l’ascesa delle anime al cielo attraverso le porte solstiziali.

Nella particolare giornata del solstizio, i raggi di luce che passano attraverso le finestre, o i fori presenti nelle vetrate, attraverso i rosoni, vanno ad illuminare perfettamente mosaici, formelle metalliche sul pavimento oppure l’abside o immagini sacre.

Tali tradizioni molto diffuse nelle cattedrali gotiche francesi (celebre quella di Chartres) si possono ammirare anche nelle cattedrali e nelle chiese della nostra Puglia.

Fenomeno molto simile a quello che avviene nella cattedrale francese di Chartres, si può ammirare nella Cattedrale di Siponto-Manfredonia. Il raggio di sole più alto dell’anno viene catturato dalla volta della Chiesa, appositamente perforata, e giunge perfettamente al centro dei due pilastri che sorreggono la navata centrale. La presenza di un piccolo rosone di 11 raggi permette che il raggio di luce sul pavimento, assuma la forma di “petali di luce“.

L’evento si ripete ogni solstizio d’estate, al mezzogiorno astronomico (intorno alle 12:00), e porta molti fedeli ad affollare la Cattedrale per poter assistere a tale spettacolo.

Un altro evento molto caratteristico si svolge nella Cattedrale romanica di San Sabino a Bari, a partire dalle 15:30, mentre il momento culminante del fenomeno si ha intorno alle 17:10.

Nella cattedrale di san Sabino i raggi solari che entrano dal rosone si sovrappongono perfettamente al mosaico presente sul pavimento della Cattedrale illuminandolo.

Nella cattedrale di Bitetto, dedicata a San Michele Arcangelo i raggi provenienti dal rosone vanno a illuminare perfettamente il dipinto di Carlo Rosa posto sull’altare.

“La Cattedrale di Bitetto, come tutte le cattedrali Romanico Pugliesi sono state costruite sull’asse Est-Ovest, con la facciata rivolta a OVEST e le absidi rivolte a EST. Con le trasformazioni settecentesche la Cattedrale di Bitetto ha subito dei cambiamenti e tra questi vi è stato l’abbattimento dell’abside centrale per far spazio alla costruzione del coro. Negli anni scorsi osservando il fenomeno solstiziale si è potuto verificare che la luce del sole dal rosone, alle ore 19 del 21 Giugno, colpiva precisamente il centro del dipinto di Carlo Rosa disegnando una forma sfocata del rosone”. (Lino Sivilli, Bitetto)

Questa danza di luce si può ammirare anche nella nostra antica chiesa di Santa Maria poiché, l’orientazione dell’abside è disposto verso la levata del sole e l’ingresso rivolto al tramonto.

All’interno si crea un mistico e irripetibile fenomeno dalle ore18.00 alle 19.00;

“mentre il sole del tramonto d’inizio estate incendia la facciata del vetusto tempio bitettese, un fascio di luce entrando da una finestra laterale della navata centrale, illumina per pochi minuti il volto della Vergine che, con la sua dolcezza di madre accoglie i fedeli dall’altare maggiore” (Gildo Rinaldi, Bitetto). Questi eventi ci lasciano sbalorditi! Quanta maestria e studio nel progettare questi monumenti del tempo!

Coloro che hanno pensato, progettato, permesso di realizzare le cattedrali e ci offrono ancora oggi la possibilità, per un giorno all’anno di assistere a questo speciale fenomeno, dovevano essere persone geniali, tecnici esperti, abili costruttori e conoscere molto bene le leggi del movimento degli astri e dell’astronomia. A loro il nostro grazie per tanta bellezza.

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Chiesa di Santa Maria, navata centrale.

Riprendendo il discorso delle fiere, voglio ricordare la seconda fiera che si svolgeva a Bitetto in occasione della festa della Maddalena, il 22 luglio.

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“Il Giudizio Universale” - Affresco posto sulla destra

Vi parlerò in maniera dettagliata della chiesa della Maddalena e delle altre 60 chiese presenti sul territorio Bitettese in uno dei prossimi appuntamenti su questa rivista. Non mancate di venire a visitare Bitetto, nell’amata Puglia, una regione accogliente e ospitale! E non dimenticate di abbellire le vostre case, i giardini, i balconi con bellissimi ficchi rossi!

Buona Estate!

(Fine)

Dina Ferorelli

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