BRASILE, LULA PROPONE LA MONETA UNICA PER IL SUDAMERICA

Mentre i sondaggi per le presidenziali mostrano ancora avanti l’ex presidente, Bolsonaro viene criticato dall’attore Leonardo Di Caprio

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cms_25991/BRASILE,_LULA_PROPONE_LA_MONETA_UNICA_PER_IL_SUDAMERICA.jpegProsegue la corsa ed avvicinamento alle Presidenziali brasiliane in programma ad ottobre. L’attesa è molto alta ed i sondaggi pubblicati, relativi al mese di aprile, ci danno un’immagine su come stia andando questa lunga campagna elettorale.Già nei sondaggi dei primi mesi dell’anno, i cittadini brasiliani avevano mostrato una forte propensione all’ex presidente verdeoro Lula, salvo un leggero recupero di Bolsonaro nell’ultimo periodo. Le ultime rilevazioni però, rimettono davanti Luiz Inácio da Silva prepotentemente. Lula ha il 41% delle preferenze contro il 32% del suo rivale Jair Bolsonaro, che però recupera tre punti dall’ultima inchiesta, mentre al terzo posto viene indicato il candidato del partito laburista democratico Ciro Gomes. Si calcola che in caso di ballottaggio oggi Lula avrebbe il 52% dei consensi contro il 37% di Bolsonaro. In queste ultime settimane intanto, i due candidati principali si sono distinti per differenti dichiarazioni pubbliche, e qualche accenno sui loro possibili programmi di governo. Bolsonaro arriva da quattro anni di mandato disastrosi, ed è attualmente il Presidente del Brasile con meno chance di essere rieletto. Il Paese che lascerebbe in eredità vede un’inflazione al 10,25%, prezzo della benzina passato da 4,62 a 6,78 reais al litro nell’ultimo anno, 600mila vittime per il Covid causati da una gestione negligente e catastrofica, ed oltre 20milioni di brasiliani che non hanno accesso al cibo tutti i giorni, non a caso è stata riattivata la Bolsa Familia, realizzata da Lula nel suo primo mandato.

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Oltre a tutto ciò, Bolsonaro deve fare i conti con innumerevoli scandali tra cui dodici inchieste aperte dal Ministério Publico Federal per irregolarità protratte dal Governo Bolsonaro. Questo disastro è certificato anche dalla misurazione fatta da Globo, che ha evidenziato che Jair Bolsonaro avrebbe mantenuto appena 20 delle 58 promesse fatte quattro anni fa, ed ora starebbe pensando di riciclare le mancanti per questa nuova corsa al Palacio do Planalto. A chiudere questa lista non proprio positiva per Bolsonaro, si è aggiunto il dibattito a distanza tra lui e l’attore hollywoodiano Leonardo Di Caprio. L’attore, molto vicino alle cause ambientalistiche e climatiche, non si è sottratto nel lanciare qualche critica e frecciatina a Bolsonaro. Il motivo sono le già note politiche di deforestazione a favore degli agricoltori e degli allevatori e la questione marco temporale dell’attuale Presidente. Molto diverso l’avvicinamento alle elezioni di Lula. L’ex Capo di Stato brasiliano qualche settimana fa si è apertamente schierato dalla parte degli indigeni sulle questioni territoriali e sulla salvaguardia ambientale dell’Amazzonia, promettendo interventi in tal senso, all’opposto del suo sfidante.

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Notizia invece di qualche giorno fa, è l’idea e proposta di Lula per adottare in America Latina una moneta unica, per favorire il processo di integrazione della regione. Questa proposta arriva e riprende un articolo pubblicato sul giornale Folha de S. Paulo dall’ex candidato alla presidenza ed attualmente candidato a governatore dello stato di San Paolo, Fernando Haddad e del giovane economista Gabriel Galipolo. L’idea nasce dal fatto che, in Sud America quasi tutti gli Stati soffrono pesantemente la loro fragilità internazionale ed economicamente, dovendo quindi ricorrere sempre al dollaro. Un’ipotetica moneta unica favorirebbe un’integrazione regionale, una maggiore forza dell’area sia internazionale sia economica e risanerebbe alcune situazioni regionali di Nazioni in forte difficoltà. Questa moneta sarebbe chiamata ‘SUR’ ed avrebbe un cambio fluttuante rispetto alle divise locali e da utilizzare sia per flussi commerciali che finanziari, Oltre a ciò, il ‘SUR’ partirebbe con una capitalizzazione iniziale molto grande, data dai Paesi che ne aderirebbero in base alla loro quota e partecipazione al commercio regionale. Il tutto mirerebbe a dare appunto una singola ed unica moneta ai membri con maggiore liquidità per rafforzarne l’economia, e successivamente arrivare ad un’unione politica ed economica.

Riccardo Seghizzi

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