BREXIT, ORE DECISIVE

Secondo il “Sun”, Johnson deciderà tra deal e no-deal nelle prossime 48 ore

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L’ora decisiva, dopo miriadi di rinvii, è arrivata. Adesso, il governo della Gran Bretagna dovrà scegliere se concludere positivamente gli accordi sul post-Brexit oppure procedere al no-deal, l’uscita dall’Unione senza accordi che tutti temono sin dal giorno in cui il “Leave” vinse al referendum per una misera percentuale, sottraendo il sogno europeo a milioni di cittadini britannici e non, per un ritorno alle barriere del primo Novecento. Barriere, queste, che potrebbero essere se non altro ammorbidite da un accordo commerciale tra l’Unione Europea e la Gran Bretagna, la quale, però, pretende di conservare i privilegi derivanti dall’appartenenza all’UE, liberandosi invece dalle responsabilità. Atteggiamento, questo, che l’Unione non poteva certo accettare, pur volendo tentare in ogni modo di scongiurare il no-deal. Così, rinvio dopo rinvio, l’Europa ha tentato di ottenere un alleggerimento delle posizioni del Governo Johnson, ma senza successo.

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Ora, secondo il tabloid britannico “Sun”, le prossime 48 ore saranno decisive per il destino dei rapporti Europa-Regno Unito, ed indirettamente anche di molti altri. BoJo è davanti al bivio decisivo, e da Westminster trapela che le probabilità di un accordo non sarebbero superiori al 50%, con le questioni fondamentali della pesca e della concorrenza sleale ancora irrisolti. Domenica il Ministro dell’Ambiente britannico ha affermato che è inutile negare che i negoziati “sono a un punto molto difficile”. Il capo negoziatore dell’Ue Michel Barnier è stato “piuttosto pessimista riguardo alle prospettive di un accordo”quando ha parlato lunedì mattina con l’inviato nazionale a Bruxelles, secondo un diplomatico citato da Reuters, aggiungendo che Johnson avrebbe dovuto fare l’ultimo appello per un accordo. “La palla è nel campo del premier britannico”, ha detto il diplomatico, che stava prendendo parte al briefing.

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La sensazione è che il governo conservatore dell’UK abbia intenzione di spingersi fino al limite estremo pur di sottolineare il proprio sovranismo. Chiaramente una mossa elettorale, che però non è certo quanto i britannici, nel dare un vero e proprio plebiscito al Conservative Party un anno fa, si aspettassero. I danni della Brexit in sé per sé sono ben noti a tutti, ed evidentemente la maggioranza dell’elettorato preferisce comunque questo alla cessione di sovranità che l’appartenenza ad un’organizzazione internazionale come l’Unione Europea inevitabilmente richiede, ma un’uscita senza accordo andrebbe ben oltre il semplice danno economico: sarebbe un disastro totale, che metterebbe la Gran Bretagna in crisi di approvvigionamenti dei beni di prima necessità oltre a causare il caos al confine. Boris Johnson si spingerà davvero fino a tal punto?

Giulio Negri

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