CALA IL SIPARIO SUL DIGITAL FASHION MONTH

Paris fashion week fall-winter 2021-2022

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Viaggiando, virtualmente s’intende, da Milano a Parigi, il fashion system approda nella Ville Lumiere per assistere alla Parigi fashion week che ha chiuso il sipario sul fashion month dedicato alle collezioni del prossimo autunno-inverno ’21-’22. E’ stata una fashion week esclusivamente in digitale, tra fashion show e fashion film, trasmessi in diretta streaming, sulla piattaforma di F.H.C.M. (Federation de la Haute Couture et de la Mode) e su tutti i canali social e online di ciascuna maison presente a Parigi. Tra le assenze eccellenti hanno pesato quelle delle maison Saint Laurent, Comme des Garçons, Balenciaga ed Alexander McQueen.

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La designer Nadege Vanhee-Cybulski per presentare la collezione per la maison Hermes ha optato per un fashion film girato in tre diverse città con eventi diversi tra loro: una performance a New York, un fashion show a Parigi e un balletto a Shanghai. Il fil rouge delle rappresentazioni e della collezione è il movimento e gli abiti devono seguire la silhouette in questo movimento, i tessuti sono morbidi come lo chiffon e la tela jeans che assume un aspetto comfy, le linee sono fluide ed oversize. I blazer e i pantaloni non costringono mai la silhouette, le camicie hanno le maniche ampie, l’unico focus arriva dal punto vita enfatizzato da onnipresenti cinture come gli stivali. La palette colori punta sulle nuance della terra, sul connubio black e white sul verde e bordeaux, i colori difficilmente si mescolano, tranne il black e white, per Hermes un outfit monocrome è la quint’essenza del tres chic. Una collezione urban naturalmente portabile e che raggiunge l’apice dello sporty-chic attraverso gli outfit total denim

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La maison Givenchy ha presentato la sua collezione in una location che ha rievocato il momento buio che stiamo vivendo, tutto è avvolto dal buio e la musica è volutamente drammatica. La collezione è spiccatamente dark-chic, il total black è l’unica strada consentita per la donna Givenchy, i volumi sono over e spettacolarizzati dalle linee rigorose, dal fitting asciutto, dalle spalle strutturate, dalle asimmetrie, dai dettagli metal in versione macro. Gli accessori diventano una sorta di scudo per difendersi dal virus, i cappelli, i guanti, le maxi sciarpe, il platform, i bijoux a catena filtrano il contatto con il mondo esterno. Una collezione che a tratti risulta quasi ansiogena, cupa e rigorosa, ma che le addicted del total black e del mood dark-chic sarà il paradiso in terra fashionista.

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Anche per la maison Schiapparelli gli accessori sono macro, ma a differenza di Givenchy che ha puntato sul glamour del silver, la maison più surrealista del fashion system, sceglie la strada dell’opulenza gold lucidato a specchio. Il designer, Daniel Roseberry pensa ad una donna che non ha voglia di un animo dark e di passare inosservata, anche in piena pandemia. Anche per Schiapparelli i volumi sono scivolate grazie al satin, ma anche di grande struttura grazie al tweed, i bijoux a catena sono il focus dell’outfit, come il platform, per guardare meglio ciò che ci circonda. La palette colori annovera la combo black e white, ma anche black e white in assolo, pochi, ma vibranti accenti di marrone con l’immancabile rosa Schiapparelli.

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La collezione del designer Giambattista Valli è stata una piacevole sorpresa, certo il mood romantico, tratto distintivo della maison, resta, ma gli orli si accorciano, i volumi diventano meno over, meno leziosi, accarezzano la silhouette, meno onnipresenza di volant e ruches. Il designer è ben consapevole dei cambiamenti che stiamo affrontando e ridisegna a una donna più dinamica, più veloce, più smart, più urban, anche se non sa rinunciare a dettagli romantici e chic come i fiocchi, il cerchietto tra i capelli, le mary jane ai piedi. Dopo aver guardato la collezione della maison la sensazione che si avverte è un senso di deja-vù, una sensazione di aver guardato una collezione di Chanel in piena era Karl Lagerfeld.

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La maison Dior sceglie la magia della sala degli specchi del castello di Versailles per presentare la sua collezione che sa tanto di magia. La designer, Maria Grazia Chiuri ha creato il guardaroba di una Cenerentola 3.0 con tessuti impalpabili come il tulle e lo chiffon, con tessuti in filo silver e gold, con il lamé, con il prezioso jacquard, con i long dress dal lungo strascico. L’iconica giacca Bar nata dal genio creativo del fondatore della maison, il couturier Christian Dior, diventa con l’introduzione del cappuccio, al tempo stesso, contemporanea e fiabesca. Il tessuto check, come il rosso, sono i protagonisti della collezione Dior che farà sentire tutte le donne delle principesse che sognano, nonostante la pandemia, di camminare e vivere in un mondo ancora meraviglioso.

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Il designer, Olivier Rousteing per la maison Balmain sogna una donna che ricomincerà presto a viaggiare scegliendo l’hangar di un aeroporto come location per la presentazione della collezione per il prossimo autunno-inverno. La donna Balmain ha voglia di libertà dagli “arresti domiciliari” imposti dalla pandemia, la collezione è un connubio di rigore e luxury-glam, dove il rimando al mondo del volo è evidente attraverso le jumpsuit stile aviatore, i long coat con profili di pelliccia, i bomber, gli anfibi, gli orecchini e charms a forma di aeroplanino e di bussola, nella scelta del colore: il verde militare. Il glam è ben connotato dai pantaloni metal gold e silver, dai long coat red, dalle jumpsuit full paillettes.

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La maison emblema, con Dior, della moda francese, Chanel abbandona l’amato Grand Palais per presentare la sua collezione e sceglie il locale Castel, tanto caro al popolo della notte e del savoir vivre parisienne. La designer, Virginie Viard ha voluto un posto piccolo, caldo e vivace per presentare una collezione che si ispira alla gioia del cabaret e dove le tracce di Karl Lagerfeld sono evidenti. E’ un piacere rivedere i tailleur pantalone riletti in chiave urban con il pantalone che diventa cargo e la giacca cropped, il tulle, le paillettes, l’oro che prende la forma rigorosa del trench. E’ stata una collezione nello spirito Lagerfeld e nell’allure di Mademoiselle Coco, e dopo le collezioni passate, non del tutto convincenti, dell’era Viard questa ci riporta in primo piano i codici e i capi iconici della maison. Certamente in questi tempi di forti incertezze e di grandi difficoltà per il fashion system, Chanel punta tutto sulla sua gloriosa storia. Il riscontro positivo degli addetti ai lavori e dei clienti che, attraverso le interazioni social durante la presentazione, ci dicono che l’operazione sia perfettamente riuscita.

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La designer, Miuccia Prada per la maison Miu Miu ha scelto il paesaggio candido di Cortina d’Ampezzo per presentare la sua collezione destinata alle sue clienti più giovani. La designer pensa ad una donna che vive in alta quota indossando capi termici, tailleur trapuntati con calda imbottitura, tute da sci in versione glam, maxi boots in pelliccia. Una collezione che ha diviso i fashion editor generando perplessità nella capacità di essere venduta ed indossata, perfetta per passare una settimana bianca, ma decisamente meno perfetta per lavorare e girare nelle metropoli del mondo.

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L’epilogo a questa non entusiasmante fashion week arriva dal Louvre con la presentazione della collezione della maison Louis Vuitton. Nicolas Guesquiere, designer della maison, rivisita l’archivio storico del couturier italiano, Piero Fornasetti per dare alla luce una collezione visionaria e hi-tech che purtroppo ha reso too much la maggior parte degli outfit. I volumi troppo over, le linee troppo strutturate confondono l’occhio di chi guarda, dove i pantaloni a palloncino non sono l’emblema del glamour. Una collezione poco portabile, dove c’è una confusione di stili e proporzioni, una collezione poco aderente alle rinnovate esigenze del popolo fashionista, anche quello più giovane.

Anche Parigi conferma i trends visti a Milano (di cui vi ho parlato nello scorso articolo e di cui vi lascio il link), con l’unica eccezione dei trends sporty-chic e military-chic che nella fashion week parigina, a differenza di quella meneghina, hanno connotato molte delle collezioni presentate. Solo il prossimo inverno potrà dirci se la scelta di accendere i riflettori su questi due trends sia stata una strategia vincente o soltanto una velleità delle maison francesi di volersi contraddistinguere, costi quel che costi.

T. Velvet

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