CASE “GREEN”
In arrivo direttiva europea per l’efficientamento energetico degli immobili

È in arrivo la nuova direttiva europea, preannunciata qualche tempo fa, sull’adeguamento degli immobili (soprattutto residenziali) in funzione del tanto discusso tormentone in chiave green per il contenimento delle emissioni e per la riduzione dei consumi, a causa della inadeguatezza di gran parte delle nostre abitazioni.
Tale direttiva, proposta già nel 2021, si è tramutata in un provvedimento adottato dalla Commissione Europea, e dovrebbe avere un primo via libera il 24 gennaio (salvo eventuali ritardi); è in corso, infatti, un acceso dibattito tra gli europarlamentari, tanto che sono stati depositati 1279 emendamenti. L’orientamento iniziale del documento era abbastanza incisivo e significativo nella forma, nelle modalità, nelle scadenze, per cui si è dovuto apportare alcune modifiche rispetto al testo originario e, probabilmente, l’iter nel Parlamento Europeo dovrebbe concludersi con un testo definitivo entro metà marzo. Nel testo attualmente al vaglio della Commissione Europea vi sono alcuni paletti ritenuti, in assoluto, perentori e vincolanti, nella prospettiva futura non più procrastinabile dell’ecosostenibilità ambientale; in tale ottica viene precisato che tutti i fabbricati di nuova costruzione dovranno essere ad emissione zero entro il 2030, mentre per gli edifici già esistenti si dovrà procedere all’efficientamento energetico per essere ad emissione zero entro il 2050. Tra gli emendamenti depositati emerge anche la proposta in base alla quale tutti gli immobili residenziali debbano risultare almeno in classe energetica E che, generalmente, sono le case costruite in Italia negli anni ‘80/’90; nel nostro Paese, peraltro, è stato rilevato che il 60% circa degli edifici sono di classe F e G che sono le ultime classi a livello di prestazione energetica e che necessitano, quindi, di una ristrutturazione sostanziale.
Altri paletti presenti nel testo del provvedimento, al vaglio delle Istituzioni Europee, prevedono che entro il 2033 vi sia il salto alla classe D, che impone una riduzione dei consumi energetici del 25% circa, per cui si rende necessario procedere a lavori di ristrutturazione sostanziali e onerosi, come il cappotto termico, la sostituzione degli infissi e nuova caldaia a norma. L’ obiettivo finale della direttiva UE è quello di azzerare, entro il 2050, le emissioni nel residenziale per il contrasto “dell’effetto serra”. In tale ottica si persegue la strategia di traghettare l’Europa verso la ecosostenibilità ambientale, tipizzando case “più green”, ma la categoria comprende un parco immobili abbastanza vetusto, per cui le difficoltà derivanti a gran parte dei proprietari di casa sono, oggettivamente, di grande rilievo, perché si impone di procedere a lavori di ristrutturazione sostanziale, in pochi anni e non facilmente sostenibili. Come è stato denunciato da Confedilizia, con tale provvedimento, molto incisivo e perentorio, molti proprietari di casa rischiano di vedere crollare il valore del proprio immobile, perché le nuove norme li collocherebbero “fuori legge” in funzione del nuovo standard energetico.
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