CI MANCA SOLO L’ISIS ORIENTALE

Manca_so0lo_l_Isis.jpg

La notizia è tale che, soprattutto data l’emergenza “ISIS”, non può non destare perplessità. A Taranto si preannuncia la spesa di un milione di euro per alloggi prospicienti il porto, destinati ai numerosi Islamici di cui sono previsti i prossimi arrivi.

cms_3083/foto_1_.jpg

Il pugno nello stomaco di una tale notizia è nella sua paradossale contrapposizione alla necessità, invocata da più parti di questo nostro mondo occidentale post-moderno, di tutela dei propri confini cercando di impedire l’ingresso delle, più che possibili, infiltrazioni di terroristi islamici; mentre dilaga, ormai, il fondato timore dell’assalto di una brutale barbarie che sgomenta perchè rimasta la vecchia immagine della nostra che, raffinatasi, oggi non può dirsi “chirurgia di massa dei tagliagola”; oltre tutto, dai tanti attacchi terroristici essendosi messa a nudo la globale “fragilità” nel potere essere colpiti ovunque, come in un teatro Parigino, dove si sono mietute troppe giovani vite innocenti e, persino, fra i più indifesi come i disabili di San Bernardino in California.

cms_3083/foto_2_.jpg

Addirittura, mentre lo stesso invito del presidente Mattarella è proprio nel verso di una maggiore sicurezza e integrazione dell’intelligence necessitando, altresì, che l’Europa risponda unita all’emergenza sanguinosa; balza agli occhi il paradosso di un quasi annuncio di “allargata famiglia tarantina” in base ad una ulteriore accoglienza in grande stile in cui, non potendosi nemmeno ravvisare un elemento di sviluppo con evidenza qualitativa, quand’anche la si voglia “ammantare” della “magnanimità” del popolo sotto l’egida della “carità”; cotanta notevole opera di ormai temuta “fratellanza”, ricade in un territorio che ha saputo “conquistare” le pagine di cronaca nazionale e di oltreconfine con vicende che dimostrano una “tendenza” di involuzione etico-sociale e strutturale di cui l’esempio non è stato fornito solo, addirittura in una sana “periferia rurale”, dove si è propinata la velocissima “fine vita” alla quindicenne Sara Scazzi; ma l’immagine più consueta è la vicenda, di spessore “centralissimo”, di una Taranto con la sua pluridecennale scia di morti a causa dell’ inquinamento connesso alla molto più lunga “agonia”dell’ILVA sempre al centro di politiche di riqualificazione-araba fenice; mentre la popolazione, continuando a scendere in piazza per reclamare contro licenziamenti di massa, è sempre più impoverita nelle tasche e, ancor peggio, nelle aspettative di tutela.

cms_3083/foto_3_.jpg

Fra l’altro, con l’edificazione di tali alloggi, la inevitabile previsione di una crescita della quantità di gente “allo sbando”, può essere considerata ulteriore greve “pendant” al collo del quartiere Città Vecchia maggiormente simbolo di ciò che, oggi, nella Taranto post-moderna, è la sensazione più diffusa dell’ignavia e dell’abbandono; laddove, sono ben poche le oasi recuperate per essere sedi pubbliche che dovrebbero “abbellire” la brutta immagine istituzionale che non riesce ad essere più di un vacuo riferimento per la civica impotenza, in una quotidianità resa difficile dal tutto che sembra “allentato” in balìa di “regole” interpretate più che applicate, quali “opportuni accomodamenti” a seconda dei casi. In quello che rimane il più degradato dei borghi antichi italiani, i luoghi della memoria (di un passato che, ormai soltanto si dice, sia stato di tanta grandezza) sono anche in balìa di vandali che spadroneggiano occupando immobili da usucapire con il recesso dei proprietari all’insegna della prevaricazione subita, costantemente, senza potere contare su una fattiva tutela; mentre avviene persino indisturbata la “devastazione” di immobili “spogliandoli”: tanto delle antiche ringhiere dei balconi, quanto di porte e finestre da destinare al “falò” della festa.

cms_3083/foto_4__.jpg

Tenendo in conto che tutto questo è opera, essenzialmente, degli attuali discendenti persino indegni di quelle “pecore nere” della nobile Sparta che, almeno, avevano saputo riscattarsi riscoprendo, da esuli, una certa positiva eredità di geni della madre patria; il vandalismo e l’uso della prevaricazione essendo solo fratelli minori della irresponsabile devastazione dei barbari orientali che dissacrano il bello e disdegnano il culto delle antiche vestigia dei popoli che intendono ridurre in polvere; evidentemente, riconoscendosi che già si è avvezzi ad una certa forma di imperante “barbarie” locale, si ritiene che l’esposizione al pericolo di una eventuale infiltrazione dell’ISIS aggiungerebbe solo un pò di colore sanguigno ai pallidi ruderi di un borgo antico che “non deve vivere” perchè questo, evidentemente, “si vuole”.

Rosa Cavallo

Tags:

Lascia un commento



Autorizzo il trattamento dei miei dati come indicato nell'informativa privacy.
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.

International Web Post

Direttore responsabile: Attilio miani
Condirettore: Antonina Giordano
Editore: Azzurro Image & Communication Srls - P.iva: 07470520722

Testata registrata presso il Tribunale di Bari al Nrº 17 del Registro della Stampa in data 30 Settembre 2013

info@internationalwebpost.org
Privacy Policy

Collabora con noi

Scrivi alla redazione per unirti ad un team internazionale di persone dinamiche ed appassionate!

Le collaborazioni con l’International Web Post sono a titolo gratuito, salvo articoli, contributi e studi commissionati dal Direttore responsabile sulla base di apposito incarico scritto secondo modalità e termini stabiliti dallo stesso.


Seguici sui social

Newsletter

Lascia la tua email per essere sempre aggiornato sui nostri contenuti!

Iscriviti al canale Telegram