COCAINA DALLA COLOMBIA AL MONDO INTERO - L’origine del “sentiero bianco”

La Colombia, uno stato che si trova nella punta nord del Sudamerica e con un pil pro capite tra i più bassi al mondo, continua a essere primo nella classifica dei maggior produttori di cocaina. Dal rapporto annuale, rireso dall’ANSA, dell’Ufficio delle Nazioni Unite sulle droghe e il delitto, si rileva che la produzione di “polvere bianca” nel 2022 è salita al 24 %. L’indagine dell’Unodc, inoltre, registra un aumento, per il secondo anno consecutivo, anche delle coltivazioni dello stupefacente (circa 230 mila ettari) a fine 2022, con un incremento del 13%. Si tratta di una triste menzione per il Paese confinante con Ecuador e Venezuela, se consideriamo che l’esemplare lotta ai cartelli della droga colombiani degli anni ’80 e ’90, culminata con l’arresto e la conseguente morte di Pablo Escobar, aveva fatto tirare un sospiro di sollievo alle istituzioni colombiane e alla comunità internazionale. Evidentemente in questi anni, il tasso elevato di corruzione della politica e delle istituzioni, conseguente anche allo spostamento dell’attenzione socio-economico-politica di Washington verso scenari bellici mediorientali, altissime percentuali di povertà, bassa scolarizzazione e mancanza di servizi pubblici essenziali, ha causato inefficienza e incapacità nel fronteggiare un fenomeno sempre più in via di espansione.
Senza andare lontano…giorno dopo giorno, inermi, assistiamo a quello che accade nelle periferie delle nostre città come Caivano, per esempio, centro di spaccio per eccellenza ed emblema della più totale assenza dello Stato. Triste primato il suo, derivante dalla somma delle mancanze: infrastrutture pubbliche, spazi verdi, centri culturali, disoccupazione, degrado urbano ed un presidio delle forze dell’ordine ai minimi storici. Da nord a sud, da est a ovest del mondo intero, l’assenza delle istituzioni impedisce alla gente di uscire dalla povertà e dall’ignoranza, da sempre linfe vitali per la criminalità organizzata; in tali contesti sarà sempre più difficile veder germogliare, soprattutto nelle nuove generazioni, quel senso civico che naturalmente porta al rispetto delle regole e delle leggi. Senza un serio intervento istituzionale si continuerà ad assistere, impotenti, alla infinita rappresentazione di questo dramma sociale. Tornando ai dati del rapporto dell’ente non governativo (odc), limitatamente ai dipartimenti di Santander, Nariño e Putmayo, confinanti con Venezuela, Ecuador e Perù, dove si concentra il 65% delle coltivazioni, la Colombia detiene il primato di principale produttore di Cocaina al mondo. Le azioni di contrasto di Bogotà con i sequestri di cocaina sono in calo dell’1,5% al considerevole aumento della produzione: dal rapporto si legge che i sequestri di pasta base sono del 20% per un totale di 1067 tonnellate di droga sottratte ai trafficanti. Da questo si evince che, più aumenta la percentuale di sequestri, maggiore è la produzione di cocaina grezza esportata senza raffinazione.
Con tutta questa droga in circolazione, vien subito da pensare al giro di affari delle associazioni criminali e del numero di morti che ogni anno si registra in ogni parte del mondo. A tal proposito riporto, in conclusione, qualche dato dell ’World Drug Report 2023’ pubblicato nel giugno scorso dall’Office on Drugs and Crime dell’Onu in occasione della Giornata internazionale contro l’abuso e il traffico di droga. La cannabis è la droga più utilizzata, circa 219 milioni di consumatori (4,3% della popolazione adulta globale) nel 2021. Sono 36 milioni, invece, le persone che fanno uso di anfetamine, 22 milioni di cocaina e 20 milioni quelli che fanno uso di sostanza sintetiche ’del tipo ecstasy’. In aumento, di conseguenza, i decessi: nel 2019, hanno toccato quota mezzo milione, il 17,5% in più rispetto al 2009. Malattie del fegato e over dose, sono tra le cause di morte principali. Ma la cosa più allarmante, è rappresentata dai consumatori di età compresa tra i 15-16 anni, rispetto agli adulti: solo nel 2021, circa 13,5 milioni di giovani in tutto il mondo ha fatto uso di cannabis. "Il cervello degli adolescenti è ancora in fase di sviluppo e l’uso di droghe può avere effetti negativi a lungo termine", cita il rapporto. La lotta alla produzione, distribuzione e consumo di sostanze stupefacenti, sembra un’impresa senza termine, ma va fatta partendo dai più giovani e intervenendo a livello sociale, culturale e istituzionale, facendo sentire realmente la presenza di uno Stato vicino ai bisogni essenziali della gente.
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