COMBATTERE IL DISTURBO DEL GIOCO D’AZZARDO

“Azzardo”: libro autobiografico che presenta la difficoltà di riconoscere e superare il problema

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“Lettere da Hasard”: il progetto del Dipartimento Dipendenze Patologiche per prevenire con letteratura e cinema il disturbo da gioco d’azzardo.

Le dipendenze sono cambiate ed oggi questa è quella più subdola, perché non lascia segni esteriori sulla persona, inoltre, non è riservata solo ai Casinò, ma in ogni quartiere oggi tra sale giochi e Gratta e Vinci si può intraprendere questo terribile percorso di Dipendenza che aliena la persona dalla propria volontà.

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Il progetto nasce nella necessità reale di contrastare questo fenomeno che ha visto nel 2022, una spesa, da parte degli italiani di circa 140 miliardi di euro nel gioco d’azzardo “legale”, soprattutto online, segnando un aumento record del 30% rispetto all’anno precedente. Quella della ludopatia è divenuta ormai la prima azienda italiana per fatturato.

Le attività previste dal progetto saranno realizzate tra marzo e settembre 2023 in ciascuno dei Distretti Socio Sanitari dell’ASL Lecce.

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La presentazione ufficiale del progetto “Lettere da Hasard. Letteratura, cinema e prevenzione del DGA”, è stata realizzata a Lecce venerdì 10 marzo, alle ore 18, presso il Rettorato dell’Università del Salento, alla presenza di Stefano Rossi (Direttore Generale dell’ASL Lecce), Salvatore Della Bona (Direttore del Dipartimento Dipendenze Patologiche dell’ASL Lecce), Fabiana Cicirillo (Assessore alla Cultura della Città di Lecce).

cms_29740/Alessandra_Mureddu__Azzardo_Einaudi,.jpgIn questo primo appuntamento la scrittrice Alessandra Mureddu ha presentato il suo romanzo autobiografico “Azzardo”, appena pubblicato da Einaudi, la cui protagonista, una donna che ha da poco superato i quarant’anni, per salvare il padre ludopatico si addentra nel mondo delle sale da gioco, ritrovandosi però a dover salvare se stessa dalla malattia del gioco, che la trascina in un gorgo senza fine.

Ha dialogato con l’autrice Mario Carparelli (Università del Salento), responsabile scientifico del progetto “Lettere da Hasard”. Che ha posto varie ed interessanti domande circa il percorso che l’autrice ha fatto per addentrarsi così tanto in questo girone dantesco e poi il difficile cammino per uscirne, che la scrittrice ha dichiarato non si può percorrere da soli, ma soprattutto non si può iniziare se non nasce dalla volontà propria di uscirne.

Questo romanzo autobiografico, molto “duro” perché non nasconde nulla al lettore di quanto questa dipendenza ed il suo uscirne sia difficile, racconta come sia facile cadere in questa dipendenza e restarne irretiti.

E’ stato raccontato di come le tecniche utilizzate dalle sale giochi per catturare l’attenzione e renderti cliente Fisso: profumazione dell’ambiente, Musica e Buio, alterano i sensi. L’efficacia del sistema si riconosce perchè “Ti senti a casa ogni volta che ti immergi.”

Condividere l’esperienza è un modo per uscirne, Lei personalmente quanto ha “deciso” di chiedere aiuto perché si è resa conto di non riuscire da sola a superare questo pericolosissimo “vortice” in cui si è ritrovata ha trovato, nelle persone a lei vicine una sorta di benestare.

Non si comprende quanto questa dipendenza è alienante, perché si associa alla possibilità economica di affrontarla, senza comprendere che si perde la libertà di decidere come si può investire il proprio tempo e la propria disponibilità economica.

Le persone che si avvicinano a questo pericoloso “passatempo” sono spesso donne sole, ma ad approcciarsi ai servizi di recupero sono di più gli uomini tra i 35 ed i 55 anni.

Lei ne è uscita prima di tutto perché a voluto salvarsi, quindi si è rivolta ai Giocatori Anonimi che effettivamente gli hanno detto “Se tu vuoi Smettere noi ti possiamo aiutare”.

La dipendenza è sempre un problema e come tale va affrontato, che sia da sostanze piuttosto che da abitudini bisogna avere il coraggio di riconoscere la situazione e la propria debolezza.

Siamo umani, e come tali abbiamo bisogno dei simili, questa è l’unica dipendenza positiva.

Simona D’Amanzo

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