CONTINUA IL GIALLO SULLE CARD DEL REDDITO DI CITTADINANZA

Le opposizioni chiedono chiarimenti tra annunci e smentite di Di Maio

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Il giallo della stampa delle card del reddito di cittadinanza continua. Dopo le parole (poche convincenti) di Laura Castelli, Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, adesso Luigi Di Maio dice che le card saranno stampate da Poste italiane.

Tutto inizia la sera del 22 novembre, quando il vicepremier e ministro dello sviluppo economico e del lavoro Luigi Di Maio, ospite a Piazza Pulita, su La7, dichiara di “aver dato mandato di stampare la carta di cittadinanza”. Ogni beneficiario, spiega al pubblico, riceverà “una tessera a casa e una serie di impegni da prendere”. Poi l’annuncio: “Ho già dato mandato di stampare le prime cinque o sei milioni di tessere elettroniche”. E ricordando il cavallo di battaglia pentastellato afferma che il reddito di cittadinanza sarà “il più grande investimento sul capitale umano”. Dichiarazioni che avevano creato qualche stupore, visto che non esiste un normativa approvata dal Parlamento e che non si conoscono neanche i requisiti per poterlo ottenere. E così è partita una raffica di richiesta di spiegazioni che purtroppo, ad oggi, non hanno avuto ancora una risposta. Se il Ministro evita l’argomento, il sottosegretario Laura Castelli si è lanciata in giustificazioni surreali. La sua performance durante la trasmissione 8 e mezzo ha creato grande sconcerto.

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La polemica sulle card fantasma impazza anche in occasione dell’esame della manovra in commissione Bilancio alla Camera. Le opposizioni, Pd in testa, chiedono chiarimenti per la mancanza di una norma nella legge di bilancio che introduca la misura del M5S, sottolineando come sia di una “gravità inaudita che si dia mandato a un soggetto pubblico o privato di stampare” le tessere relative al reddito di cittadinanza, visto che l’intervento non è ancora stato presentato.

Il 29 novembre, da Bruxelles riscende in campo il vicepremier Di Maio e spiega che “già due settimane fa ha dato ordine al suo staff di lavorare con Poste Italiane per avviare il progetto sul reddito di cittadinanza che include anche la stampa delle tessere. E dunque non c’è alcun giallo”. La questione della stampa delle tessere elettroniche per erogare il reddito di cittadinanza affidata a Poste è ora al vaglio dell’Anac. Il Codacons ha infatti presentato un esposto all’Anac finalizzato a ottenere chiarezza sull’affidamento della stampa delle card: su iter e procedimento per individuare la ditta cui affidare la stampa.

cms_11025/3.jpgPartiamo dal presupposto che a stampare la tessera del reddito di cittadinanza sia davvero Poste, come ha dichiarato Luigi Di Maio. La sua sicurezza, probabilmente, è derivata dal fatto che – in realtà – c’è un precedente che è ancora attivo e che può essere consultato sul sito del ministero dell’Economia. Si tratta della famosa social card promossa dal governo di Silvio Berlusconi nel 2008.

Come riportato da Repubblica, il contratto che riguarda Poste è ancora in essere perché anche il REI del governo di Paolo Gentiloni rientra in quel riferimento legislativo, ovvero la legge 133/2008, che ha convertito il decreto legge 112/2008. Tuttavia, oltre al fatto che non esiste ancora la legge sul reddito di cittadinanza che possa giustificare un impegno di questo tipo (che ha anche e soprattutto una natura economica), ci sono seri dubbi anche sul fatto che l’affidamento dell’appalto possa essere fatto per via diretta e senza una gara apposita. Il Codacons ha infatti annunciato un ricorso al Tar del Lazio per impugnare l’irregolarità delle procedure e dei provvedimenti dell’esecutivo. Ammesso che ci siano provvedimenti da impugnare. Le tessere, a questo punto, è chiaro che non sono ancora state stampate. Come invece era stato annunciato.

Mary Divella

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