COP27, RAGGIUNTO SOLTANTO UN ACCORDO
Verso l’istituzione del fondo "loss&damage"

Si sta prolungando oltre il termine previsto la Cop27, conferenza a cui partecipano i delegati di oltre 200 Paesi uniti da un problema comune: il cambiamento climatico. I lavori avrebbero dovuto concludersi ieri, ma è seguita una lunga notte di negoziati, scaturita essenzialmente dalle divergenze di intenti tra i paesi che godono di un’economia più florida e quelli che invece si trovano a fronteggiare delle difficoltà. Non sono mancati i momenti di tensione: l’Unione Europea, a un certo punto, ha minacciato di abbandonare il tavolo, osservando come gli altri rappresentanti non fossero interessati neppure a mantenere gli obiettivi fissati in precedenza e denunciando perciò uno scarso impegno generale.
Pare che, nonostante i dissapori, sia stato finalmente raggiunto l’accordo su uno dei temi principali, relativo al fondo per le perdite e i danni provocati dal cambiamento climatico. Dopo due settimane di negoziati, dunque, si è stabilito che i Paesi più vulnerabili alle problematiche di natura ambientale potranno giovare di alcuni aiuti economici, sotto forma di “risarcimenti”. È stata elaborata ma non ancora approvata una bozza del testo, che già si preannuncia destinata a far discutere.
L’Ue punta a favorire, in particolare, l’acquisizione di linee guida e piani nazionali volti alla riduzione delle emissioni di Co2 da parte dei singoli paesi. Gli impegni informali assunti lo scorso anno a Glasgow, al vertice Cop26, non sono stati rispettati da tutti e non c’è, ad oggi, alcun accordo scritto che lo imponga. Nulla di fatto anche per l’eliminazione dei combustibili fossili.
Le organizzazioni ambientaliste hanno commentato negativamente i lavori della Cop27, criticando in particolare gli scarsissimi sforzi compiuti per aumentare i tagli di emissioni. Dal canto suo, il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans ha preferito mantenere bassa la soglia per evitare di imporre un obiettivo irraggiungibile: "Non vogliamo che 1,5 gradi muoia qui oggi. È meglio non avere un risultato che averne uno cattivo", ha spiegato. Intanto, il tempo stringe e gli attivisti sono sempre più determinati a farsi sentire, come dimostrato dai molteplici "attentati" ad alcune tra le più famose opere d’arte del mondo. La Terra resta a guardare, sperando in una svolta che possa cambiare il corso degli eventi.
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