CORONAVIRUS:ESISTE UN LEGAME TRA GRUPPO SANGUIGNO E COVID-19?

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Studi scientifici internazionali sembrerebbero trovare una correlazione tra il gruppo sanguigno e la probabilità di ammalarsi di Covid-19, ma occorre non abbassare la guardia.

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Mercoledì 14 ottobre sono stati pubblicati due studi condotti in Canada e in Danimarca, i quali confermerebbero quanto già emerso in precedenza riguardo al possibile link tra gruppo sanguigno e probabilità di contrarre il Covid-19. Le persone con gruppo sanguigno 0 sembrerebbero registrare una minore vulnerabilità alla malattia provocata dal Sars-Cov-2 rispetto ai soggetti con gruppo A.

I primi studi sulla correlazione fra Covid-19 e patrimonio genetico

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Il nuovo Coronavirus (Sars-Cov2) comparso a dicembre 2019 a Wuhan, in Cina, ha fatto preoccupare in pochi mesi i Paesi di tutto il mondo. In poco tempo l’epidemia ha raggiunto le dimensioni di una pandemia, provocando gravi conseguenze sanitarie, economiche e sociali. Fin da subito la comunità scientifica ha unito le forze per cercare nuove cure e, soprattutto, per creare un vaccino in grado di contrastare questo virus.

È stato presto evidente che non tutte le persone contagiate dal Sars-Cov-2 sviluppano la malattia ad esso legata (Covid-19), e soprattutto che i sintomi possono variare molto in intensità a seconda del quadro clinico della persona contagiata. Per cercare di comprendere meglio il meccanismo di azione di questo virus, alcuni studi si sono concentrati sulle possibili predisposizioni genetiche.

I primi ad aver ipotizzato un legame tra il gruppo sanguigno e la predisposizione ad ammalarsi di Covid-19 sono stati i ricercatori cinesi di Wuhan e di Shenzhen. I risultati di queste ricerche suggeriscono che le persone con gruppo sanguigno A sarebbero più vulnerabili; al contrario, il gruppo 0 appare il meno colpito dal nuovo Coronavirus.

Ad aprile, gli studi condotti dalla società di test genetici 23andMe, con sede in California, hanno confermato quanto già emerso dalle ricerche cinesi. Le persone con gruppo sanguigno 0 avrebbero tra il 9 e il 18% di probabilità in meno di contagiarsi; inoltre, i contagiati con questo gruppo sanguigno svilupperebbero forme meno severe della malattia. Secondo Adam Auton, direttore della ricerca, esisterebbero correlazioni tra il Covid-19 (Coronavirus disease), la coagulazione del sangue e le malattie cardiovascolari.

Gli ultimi risultati dalla Danimarca e dal Canada

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Come riportato dalla CNN, mercoledì 14 ottobre 2020 sono stati pubblicati due ulteriori studi che confermerebbero la minore vulnerabilità al Covid-19 dei soggetti con gruppo 0. Le ricerche sono state condotte in Danimarca e in Canada.

Lo studio canadese evidenzierebbe come le persone con gruppo sanguigno A o AB malate di Covid-19 abbiano avuto bisogno, in media, di maggiori cure in terapia intensiva, rispetto ai pazienti con gruppo 0 o B.

Secondo quanto riportato sul «Messaggero», Torben Barington, professore all’Odense University Hospital e autore dello studio danese, ha dichiarato: «Non sappiamo se si tratta di una sorta di protezione del gruppo O, o se si tratta di una sorta di vulnerabilità negli altri gruppi sanguigni. Penso che questo abbia interesse scientifico, e quando scopriremo qual è il meccanismo, forse saremo in grado di usarlo in qualche modo per quanto riguarda il trattamento».

Come interpretare questi dati

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Quanto emerge da queste ricerche non deve allarmare in alcun modo chi possiede un gruppo sanguigno di tipo A e, allo stesso modo, i soggetti con gruppo 0 non devono sentirsi immuni dal contagio. La predisposizione genetica può avere un ruolo, ma il quadro clinico è determinato anche e soprattutto dalle patologie pregresse, così come dall’età. «Se uno è del gruppo sanguigno A, non deve andare nel panico. E se sei del gruppo sanguigno O, non sei libero di andare nei pub e nei bar», precisa il dottor Mypinder Sekhon, medico di terapia intensiva al Vancouver General Hospital e un autore dello studio canadese.

La comunità scientifica internazionale sta lavorando senza sosta per conoscere meglio il Sars-Cov-2, al fine di minimizzare i rischi per la salute che da esso derivano. Si stanno compiendo molti passi in avanti, ma la raccomandazione è sempre quella di tenere alta la soglia di attenzione, evitando gli assembramenti e indossando i dispositivi di protezione come le mascherine.

Francesco Leccese

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