COSA STA ACCADENDO CON LA DISFORIA DI GENERE?

Il silenzio assordante dei media. I dubbi degli Organismi cattolici contro AIFA

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“Disforia di genere” (DG) o disturbo dell’identità di genere… un termine da ricercare sul vocabolario, che sta ad indicare una profonda sofferenza dovuta ad una incongruenza tra l’identità di genere ed il genere assegnato alla nascita. Riguarda soggetti che non si riconoscono psicologicamente nel sesso alla nascita, che vivono ed esprimono un forte desiderio di modificare il corpo sessuato da maschio a femmina (o da femmina a maschio) o anche di vivere una condizione di ambiguità sessuale, data l’assenza di una corrispondenza tra sesso e genere percepito. Il fenomeno della DG vede interessati 2-5 casi su 100.000, ma i dati sono in costante crescita. Sull’impiego di farmaci ormonali, triptorelina (analogo del GnRH) quale unico strumento efficace per il trattamento della DG è stato invitato ad esprimersi il Comitato per la Bioetica del Governo su quesito esplicito dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) circa l’eticità dell’uso di tale farmaco per il trattamento di adolescenti con disforia di genere.

Come viene riportato nel documento del Comitato per la Bioetica del Governo (eletto il 23.03.2018… prima della costituzione del nuovo governo!), pubblicato sulla pagina bioetica.governo.it il 13 luglio 2018, che approva l’uso del farmaco triptorelina per il trattamento di adolescenti con disforia di genere, questo stato (DG) nell’adolescenza si esprime nel desiderio, con diversi gradi di intensità, di rallentare o bloccare lo sviluppo delle proprie caratteristiche sessuali primarie e secondarie in vista di una possibile acquisizione delle caratteristiche sessuali primarie e secondarie del sesso opposto o di una condizione di ambiguità tra maschile e femminile (transgender). Sempre il Comitato per la Bioetica del Governo stabilisce che la DG può accompagnarsi a patologie psicologiche e psichiatriche di tipo internalizzante quali disturbi dell’emotività, ansia elevata, anoressia, autolesionismo, tendenza al suicidio, psicosi e…autismo.

Già dal 25 luglio 2018 su “lacrocequotidiano.it” veniva lanciata la segnalazione di quanto stesse accadendo nel silenzio più assordante dei media e di come a partire dal 26 marzo 2018, dopo soli tre giorni all’elezione del Comitato per la bioetica del Governo avvenuta il 23 marzo 2018, il quotinianosanità.it riportava un articolo “Disforia di genere. Estensione dell’utilizzo di Triptorelina nella pubertà incongruente con identità di genere “.

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Nel silenzio assordante della stampa nazionale Avvenire (Avvenire.it con articolo di Luciano Moia), il 5 aprile 2018, espresse i propri dubbi sull’impiego del farmaco triptorelina nel trattamento della DG.

Il 02 maggio 2018 sempre “quotidianosanità.it” pubblicava: “Disforia di genere. Pubblicato il primo elenco dei centri pubblici”. Infatti la Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica (Sicpre) aveva censito e pubblicato sul proprio sito www.sicpre.it l’elenco dei centri pubblici italiani che si occupano di disforia di genere come strumento di facilitazione per coloro che vorrebbero affrontare il percorso di riassegnazione del sesso.

Il 13 luglio 2018 il Comitato approva l’uso della triptorelina per il trattamento della DG a carico del SSN nel corso della seduta plenaria.

Il 25 luglio 2018 solo pochi giornali lanciano la notizia dell’approvazione del Comitato, quali lacrocequotidiano.it, il Giornale.it e il Mattino.it (con articolo di Franca Giansoldati), riportano le critiche provenienti da Organismi cattolici quali il Centro Studi Livatino e il Comitato Family Day i quali chiedono espressamente al Comitato di Bioetica un ripensamento “… da giuristi e medici siamo preoccupati per il consenso informato del minore e della sua famiglia, in mancanza di vere informazioni scientifiche, in un clima condizionato da elevata pressione ideologica verso la cancellazione della identità di genere maschile/ femminile: l’uso di questo farmaco di fatto suggerisce il modello ‘gender fluid’ in età sempre più precoce. Ancora più sorprendente è che il parere sia stato approvato con un solo voto contrario - quello della Professoressa Morresi, che ha motivato una apposita postilla - e abbia invece ricevuto il voto favorevole di suoi illustri componenti dai quali ci si sarebbe attesa una netta e ragionata opposizione”.

Avere inserito l’autismo tra le patologie alle quali si può accompagnare la DG ci sorprende non poco, in particolare quando si promuove l’uso della triptorelina su di una fascia ampia di popolazione per cui vengono descritti i benefici del farmaco per poter “ampliare” la finestra diagnostica degli adolescenti con DG ritardando il loro sviluppo nel caso l’adolescente voglia cambiare sesso con interventi chirurgici, cure ormonali e riassegnazione del nuovo sesso.

Questi sono descritti come “benefici” all’uso della triptorelina, il “farmaco gender” che blocca la pubertà, ma sono da considerare i non pochi rischi per l’uso di questo farmaco nella DG, infatti non esistono studi di sicurezza e dati sufficienti di follow-up in grado di rassicurare sulla mancanza di effetti collaterali a breve e lungo termine così come non risulta sufficientemente provato se l’interruzione della pubertà fisiologica possa avere conseguenze negative sulla crescita, sulla struttura scheletrica, sull’apparato cardio-vascolare, neurologico e metabolico e sulla fertilità. Non sono state esplorate sufficientemente le conseguenze sull’uomo del blocco dello sviluppo sessuale in rapporto allo sviluppo emotivo-cognitivo. Ma quello che maggiormente emerge dal punto di vista bioetico è la partecipazione ed il consenso al programma terapeutico dell’adolescente, infatti deve essere necessariamente considerata la condizione di particolare vulnerabilità degli adolescenti dal punto di vista psicologico e sociale e come possa essere espresso l’assenso del minore in modo libero, valido e senza interferenze esterne.

Si discute sull’arrestare la pubertà ad un adolescente senza conoscere le conseguenze fisiche e psichiche della somministrazione di tale farmaco, e questo basandosi sul parere di una equipe multidisciplinare di specialisti. Ma ancora più preoccupante è quando il Comitato di Bioetica del Governo si esprime relativamente ai minori di anni 12 che vorrebbero far sottoporre al trattamento con triptorelina; riportiamo quanto scritto nel documento: “Attraverso l’ausilio di professionisti del settore, è importante ottenere dal minore un consenso espresso in modo libero e volontario e con la consapevolezza delle informazioni ricevute nelle specifiche condizioni fisiche e psichiche. Durante questo processo è di fondamentale importanza verificare anche che le aspettative esterne, dei genitori e della società, non interferiscano sull’acquisizione di consapevolezza dell’adolescente”… Semplicemente i genitori vengono esclusi da qualunque decisione terapeutica nei confronti dei propri figli minori di 12 anni di età.

Sarebbero dunque i “professionisti del settore” a dover decidere del bambino che viene pertanto isolato dalla propria famiglia e dalla società nel prendere una decisone così grave, in piena confusione e immaturità. Ancor più grave emerge la figura del pediatra e della scuola, adeguatamente indottrinati, che dovrebbero condurre il minore di 12 anni verso una scelta gravissima, con l’esclusione completa dei propri genitori.

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Ma tutto questo non cela la volontà di accesso all’uso della triptorelina come farmaco rimborsabile dal SSN mentre era riconosciuto soltanto nell’elenco degli off-label (farmaci che vengono impiegati, nella pratica clinica, per il trattamento di patologie e disturbi non previsti nel riassunto delle caratteristiche del prodotto, documento autorizzato dal Ministero della Salute che fornisce informazioni per gli operatori sanitari su come utilizzare un medicinale in modo sicuro ed efficace).

Aver inserito da parte del Comitato etico del Governo (eletto prima della nomina dell’attuale Governo!) l’autismo (patologia in gravissimo accrescimento) come fattore associato alla DG potrebbe dare il la all’impiego, nel prossimo futuro, della triptorelina nel trattamento dei pazienti autistici e questo in assenza quasi completa di studi scientifici di comprovata trasparenza e indipendenza che ne accertino i risultati clinici e ne segnalino gli effetti avversi.

Ma le perplessità segnalate da uno dei componenti del Comitato Etico, la Professoressa Assuntina Morresi, sono pertinenti all’uso terapeutico del farmaco studiato per curare la pubertà patologica, non per bloccare quella fisiologica; sospendere la pubertà ad una ragazza non significa consentirle di avere più tempo per decidere cosa vuol diventare, ma impedirle di sviluppare il seno, irreversibilmente.

La DG è associata a molte patologie ma non ne è certo la causa primaria, quale depressione, ansia istinti suicidari, e non si comprende come siano state inserite tra le patologie sopraelencate i “disturbi dello spettro autistico”; con l’uso della triptorelina si rischierebbe soltanto di peggiorare il quadro clinico con la comparsa di effetti irreversibili.

Ma volendo tirar le somme, quelle vere, dovremmo dire che forse non interessa a molti il consenso informato, in quanto il prezzo stimato ad oggi, per un anno di terapia, è di euro 2318,54 per il primo anno e di euro 2152,93 per quelli successivi, e il trattamento sarà a carico del SSN: ciò vuol dire che il trattamento con triptorelina, per poter ottenere gli effetti desiderati, dovrà durare almeno per 6 mesi. La curiosità emerge alla fine della lettura del documento: ”Non sono ad oggi in corso sperimentazioni cliniche per l’indicazione proposta”, ma il parere del Comitato per la Bioetica del Governo (eletto il 23.03.2018…prima della costituzione del nuovo governo!), è stato curiosamente favorevole.

Massimo Montinari

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