COVID, SALTANO SCREENING TUMORI

"Otto mesi di attesa per una diagnosi"

COVID,_SALTANO_SCREENING_TUMORI.jpg

cms_19937/download.jpgUn milione e 400mila screening oncologici saltati, con il rischio di dover attendere 8 mesi per una diagnosi di cancro. Torna a puntare i riflettori sulle difficoltà di chi soffre di malattie diverse dall’infezione da Sars-CoV-2 Rosaria Iardino, presidente della Fondazione The Bridge. "Occorre ricordare - afferma - che esistono persone che hanno patologie non Covid che sembrano sparite dal radar del ministero della Salute e dalle Regioni. I bollettini Covid sono quotidiani - rileva Iardino - mentre nessuno più vuole occuparsi di tutti gli altri malati".

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"Già nella prima fase dell’epidemia avevamo acceso un riflettore sulla non erogazione di prestazioni di visite e interventi chirurgici a causa dello stop per via del Covid-19 - ricorda la presidente di The Bridge - Abbiamo dei dati in cui si dimostra che fino a giugno ci sono state circa 51 milioni di prestazioni non erogate: parliamo di cardiologiche, dermatologiche, oculistiche, ma soprattutto quelle oncologiche. Ma ad oggi questo numero enorme di visite in attesa purtroppo non è stato smaltito.

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Se a questi dati si aggiunge il milione e 400mila screening non effettuati in oncologia, si comprende la nostra preoccupazione. E’ evidente - ammonisce infatti Iardino - che anche in presenza del coronavirus le altre malattie non si fermano", e che "una malattia come quella oncologica non può attendere 8 mesi per avere una diagnosi precoce, così come un infarto non aspetta.

"Da questa fotografia si evidenzia che da una parte il paziente ha paura di andare al Pronto soccorso, e dall’altra che gli ospedali non sono in grado di accogliere immediatamente tutte le richieste da parte dei pazienti. Per questo", come Fondazione The Bridge "abbiamo chiesto di attivare dei centri di Pronto soccorso anche per i pazienti non-Covid".

(fonte AdnKronos - foto dal web)


"Già nella prima fase dell’epidemia avevamo acceso un riflettore sulla non erogazione di prestazioni di visite e interventi chirurgici a causa dello stop per via del Covid-19 - ricorda la presidente di The Bridge - Abbiamo dei dati in cui si dimostra che fino a giugno ci sono state circa 51 milioni di prestazioni non erogate: parliamo di cardiologiche, dermatologiche, oculistiche, ma soprattutto quelle oncologiche. Ma ad oggi questo numero enorme di visite in attesa purtroppo non è stato smaltito. Se a questi dati si aggiunge il milione e 400mila screening non effettuati in oncologia, si comprende la nostra preoccupazione. E’ evidente - ammonisce infatti Iardino - che anche in presenza del coronavirus le altre malattie non si fermano", e che "una malattia come quella oncologica non può attendere 8 mesi per avere una diagnosi precoce, così come un infarto non aspetta".

"Da questa fotografia si evidenzia che da una parte il paziente ha paura di andare al Pronto soccorso, e dall’altra che gli ospedali non sono in grado di accogliere immediatamente tutte le richieste da parte dei pazienti. Per questo", come Fondazione The Bridge "abbiamo chiesto di attivare dei centri di Pronto soccorso anche per i pazienti non-Covid".



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