CRAZY KRIZIA

ADDIO ALL’ INOSSIDABILE “CASCHETTO DELLA MODA” MARIUCCIA MANDELLI

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Come tutti saprete lo scorso sei dicembre ci ha lasciato, per un improvviso malore la stilista Krizia, un suo amico nel giorno dei funerali, ironizzando sull’assenza dei suoi colleghi della moda, ha detto: “ai funerali si va o per affetto o per rispetto, evidentemente gli stilisti non avevano né affetto e né rispetto per la loro collega Krizia.”

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Condividendo in pieno questo pensiero e nonostante la sua visione della moda non mi abbia mai ispirato, nonostante non sia mai stata una degli stilisti iconici per me, mi sono sentita in dovere di scrivere questo mio pensiero per rendere omaggio ad una signora della moda che piaccia o no..., il suo stile, ha contribuito a rendere la moda italiana famosa nel mondo.

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Nonostante l’assenza dei suoi colleghi, la Chiesa di Sant’ Angelo a Milano era gremita di amici e gente comune per dare l’ultimo saluto alla stilista Mariuccia Mandelli, avrebbe compiuto novantuno anni a gennaio. Fu soprannominata dalla stampa americana: crazy Krizia (Krizia la folle), che forse l’amavano più di noi italiani, per le sue forme audaci e per l’utilizzo di tessuti insoliti ed innovativi come la gomma e il sughero. La sua fama, cresce, soprattutto negli anni ottanta, tutti conoscono ed indossano i suoi celeberrimi pullover con stampe di teste di animali come tigri, leopardi e pantere, le sue giacche kimono con maxi spalle, senza dimenticare il suo amato plissè laminato ed irrigidito che donerà ai capi nuove e svettanti geometrie.

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E considerando forse che il mondo della moda sia ancora troppo misogino e dimentica dei suoi maestri, sento il dovere di ricordare una donna che alla moda ha donato tutta la sua vita sino alla fine. Mariuccia Mandelli nasce a Bergamo nel 1925, ma da sempre milanese nel cuore e d’adozione, sceglie il suo nome d’arte (Krizia) ispirandosi al titolo dell’ultimo ed incompiuto Dialogo di Platone dedicato alla vanità femminile. Ha sempre immaginato e vestito donne libere e sicure di se, è la prima in Italia, contemporaneamente a Mary Quant in Inghilterra, a disegnare gonne dagli orli cortissimi e a far sfilare in passerella hot pants, quando la moda del momento, prevede solo gonne lunghissime o al massimo sotto il ginocchio.

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Nel 1964 è la prima donna a vincere il Premio Critica della moda presentando a Palazzo Pitti a Firenze un’intera collezione declinata esclusivamente in bianco e nero, sostenendo, da sempre, che nella moda ci sono solo tre colori: beige, nero e bianco, il più bello ed elegante in assoluto. Segue la creazione della linea Kriziamaglia, che la renderà famosissima con i suoi animali, soprattutto la pantera nera, che diviene il simbolo identificativo della maison. Grande anticipatrice, intuì, prima degli altri, che la maglieria poteva costituire il capo principale delle donne moderne, il suo genio viene applicato proprio sulla maglieria che diviene pura espressione di pop art, trasformandola nel capo più iconico ed eccentrico della moda. Krizia vuole svecchiare le ingessate “sciure” milanesi, costrette nelle creazioni dell’alta sartoria, rendendole moderne e fresche, ma sempre elegantissime. Prima vera stilista imprenditrice, è lei, la prima che da il suo nome ad un villaggio vacanze alle Barduba, la prima a firmare piastrelle, cucine, profumi, sempre lei la prima a creare una linea d’abbigliamento che va oltre la taglia 46, a vestire bambini e neonati.

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La prima a riconoscere la mania di grandezza che può colpire gli stilisti, riconoscendo che non poteva portare avanti il suo impero tutto da sola, condividendo la passerella con i suoi assistenti divenuti poi delle star nel mondo della moda come: Gianbattista Valli, Jean Paul Knott, Gianluca Capannolo e tanti altri che, con lei, hanno sempre avuto un rapporto conflittuale, per il carattere spigoloso della stilista, ma riconoscendole sempre il merito di essere stata una maestra per loro. Prima donna nel 1986 ad essere insignita dell’onorificenza di Commendatore della Repubblica Italiana con i suoi colleghi Gianni Versace, Valentino Garavani, Gianfranco Ferrè e Giorgio Armani per “le benemerenze apportate dal suo stile alla buona fama del suo paese.”

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La prima a varcare i confini verso Oriente, la prima a capire l’importanza del mercato cinese e delle sue innumerevoli potenzialità. La prima a diventare un’icona con il suo inossidabile caschetto, che mai ha cambiato, molto prima di una certa signora Wintour, tanto che Andy Warhol volle ritrarla.

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Poi come spesso succede nello spietato mondo della moda comincia negli ultimi anni una lenta e pericolosa agonia del marchio Krizia e chi arriva?...arriva chi ieri ti copiava e oggi ti compra, arriva nel 2014 una signora cinese, elegante e potente, un ingegnere di nome Zhu Chong Yun che in Cina ha costruito un impero su moda e design, perché, diciamocelo, non tutti i cinesi sono uguali, perché lei riparte dalla tradizione della maison, perché è rileggere il passato con occhi nuovi che fa rilanciare a nuova vita un brand e non cercando di cancellare il passato e la gloriosa storia di Mariuccia Mandelli. L’imprenditrice dagli occhi a mandorla ha infatti affermato: “ho trovato un grande tesoro tutto da interpretare”.

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Così vengono reinterpretati i simboli iconici della maison: dei famosi animali rimane solo l’iride sui cappotti di jacquard, le zampe diventano graffi sulle stoffe, l’amato plissè viene appiattito quasi a divenire velo, perdendo rigidità, per ricoprire vestiti che fluttuano in passerella. La stessa Mariuccia parla della imprenditrice cinese come di una donna in perfetta sintonia con la filosofia della maison Krizia, felice di averla incontrata e sicura che avrà la forza di portare Krizia a nuovi successi in tutto il mondo. A proposito del suo stile, in una recente intervista sul Sole 24 Ore, diceva: “ la mia donna è libera, capace di divertirsi con quello che indossa, senza preoccuparsi minimamente di cercare approvazione.”

Parole che condivido in pieno, che solo una donna che crea abiti per le donne poteva dire. Con Krizia se ne va un pezzo di Milano che rifiuta il bon ton, per vivere la modernità sempre con grinta e piglio decisionistico, quello che ha portato Mariuccia Mandelli a diventare Krizia, una donna che ha costruito un impero, nel mondo della moda, ancora troppo roba da donne fatta da uomini.

T. Velvet

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