CRISI GOVERNO..A CONTE MANCANO I NUMERI DOPO STOP UDC

M5S, PD, Renzi, Calenda, Berlusconi, Salvini

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cms_20661/Giuseppe-Conte-690x362.jpgE’ stallo nella crisi di governo dopo la porta chiusa dell’Udc, che mette nero su bianco la volontà di restare nel centrodestra e non diventare la quarta gamba del governo dopo l’uscita di scena di Italia Viva. C’è grande sconforto in queste ore tra chi lavora per una soluzione, a caccia dei cosiddetti costruttori. Sarebbero venuti meno 8 senatori, e i numeri al momento non consentirebbero la permanenza del premier Giuseppe Conte a Palazzo Chigi.

Il nodo, racconta all’Adnkronos chi è in prima linea nelle trattative, sarebbe proprio la richiesta dei responsabili di dare vita a un Conte ter, passando per le dimissioni del presidente del Consiglio e mettendo a punto una nuova squadra di governo. Anche per dare un respiro politico di lungo corso al progetto -sotto la guida dello stesso Conte- muovendo i passi da una componente centrista, l’Udc appunto staccata da Fi, per formare un gruppo autonomo, ma con un respiro più europeo, tanto da adottare nel logo il richiamo al Ppe.

Fino a ieri sera a Palazzo Chigi si respirava grande ottimismo, la partita sembrava chiusa. Ma sarebbe stata sottovalutata, raccontano, la fermezza dei responsabili nel chiedere un governo nuovo, e il rifiuto a sostituire semplicemente Italia Viva, dando seguito al Conte bis e limitandosi a riempire le caselle vacanti dopo il passo indietro dei renziani. Un cambio di passo che sarebbe passato dalle dimissioni di Conte, già lunedì, e consultazioni lampo per dar vita al ’ter’. Ma ad ostacolare questo percorso ci sarebbero anche le resistenze di chi, al governo, non vorrebbe che si rimettesse mano alla squadra, in primis i 5 stelle. Stamattina il vento è cambiato, le trattative arenate fino alla nota con cui l’Udc sembra aver definitivamente chiuso la porta. La strada è di nuovo tutta in salita per Conte.

cms_20661/udc-bandiera-180304.jpgUDC

"Non si può gettare il Paese nella palude e nel caos! Gli italiani sono stanchi e stremati. Non ci prestiamo a giochi di palazzo e stiamo nel Centrodestra. Continueremo a lavorare in questo frangente drammatico per il bene del Paese. I nostri valori non sono in vendita”. Così in una nota diffusa dall’ufficio stampa nazionale Udc.

cms_20661/m5s_bandiera4_fg.jpgM5S

"I numeri non ci sono", dice all’Adnkronos un esponente di governo del Movimento 5 Stelle quando sulle agenzie si materializza la nota dell’Udc. Il partito di Lorenzo Cesa si sfila dall’operazione responsabili ribadendo la sua permanenza nel centrodestra. Quanto basta per far scatenare il panico nelle chat grilline, che in un primo momento avevano benedetto l’operazione ’costruttori’ pur di dare il benservito a Matteo Renzi e a Italia Viva. Ma adesso la situazione sembra essere mutata. E c’è chi torna a caldeggiare un dialogo con Italia Viva per scongiurare una fine traumatica della legislatura e il conseguente e ritorno al voto, vero spauracchio di queste ore concitate.

"Il premier non può tenerci tutti in ostaggio - si sfoga un parlamentare pentastellato -, deve dimettersi in modo da sbloccare il Conte Ter. E deve far cadere il veto su Italia Viva". Un Conte Ter che per molti eletti M5S rappresenta la possibilità di rimettere mano alla squadra di governo. "I vertici si sono impuntati, non vogliono cambiare niente. E invece nei gruppi molti chiedono di sostituire chi finora non ha lavorato bene", rimarca un altro deputato. I riflettori sono puntati sulle prossime mosse del premier. Nei giorni scorsi Conte ha chiuso la porta a Iv. "Lo ha fatto lui, non noi", sussurra un grillino. "Noi stiamo col premier - prosegue - ma se dovesse ostinatamente rimanere sulle sue posizioni non andremmo certo a immolarci per lui...".

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"L’Italia ha bisogno di sicurezza, stabilità e futuro. Invece, come prevedibile, con l’apertura della crisi da parte di Italia Viva si stanno determinando condizioni sempre più difficili per garantire un governo adeguato al Paese in una situazione di emergenza, rischiando di aprire scenari imprevedibili".

Il Partito Democratico esprime con una nota la propria posizione nella crisi di governo avviata dalle dimissioni delle ministre di Italia Viva.

"Dopo l’approvazione della bozza di Recovery per la rinascita e lo sviluppo e in piena pandemia, con la crisi l’ltalia sta pagando un prezzo immenso. Il Pd lo ha sempre ribadito con grande chiarezza e trasparenza: i problemi vanno affrontati e risolti, non aumentati e fatti esplodere", afferma il Pd. "Ora per garantire una piena trasparenza si vada nelle sedi appropriate, quelle parlamentari, dove tutti dovranno assumersi le proprie responsabilità per salvaguardare gli interessi del Paese", si legge ancora.

Arrivano anche le parole di singoli esponenti dem. "In politica mai dire mai", dice il capogruppo al Senato Andrea Marcucci. Non esclude, in un’intervista a ’Open’, che si possa riaprire uno spiraglio nei rapporti con Italia Viva per risolvere la crisi di governo. "Vediamo l’esito del voto martedì in Senato - afferma Marcucci-. Come ha detto il vicesegretario dem Orlando, non si governa un grande Paese come il nostro, con un voto di scarto, soprattutto in un anno così difficile come quello che è appena iniziato".

"La politica è fatta da numeri e i numeri di questa legislatura - aggiunge Marcucci esprimendosi sulla praticabilità di una maggioranza senza Iv - sono abbastanza chiari. Io, che i numeri li leggo ad ogni singola votazione, dico aspettiamo il verdetto dell’aula del Senato". Su un governo senza Conte "vale lo stesso ragionamento di prima sui numeri. Ma lo dico chiaramente anche a Matteo Renzi, non esiste un governo senza Conte, come non esiste una maggioranza senza il M5s. La politica non si può fare, ignorando i numeri".

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"Non hanno i numeri, stiamo uniti". E’ questa la valutazione emersa dalla riunione dei parlamentari di Italia Viva con Matteo Renzi, a quanto apprende l’Adnkonos, dopo l’apertura della crisi di governo.

“Domani (oggi per chi legge) facciamo il punto su come comportarci", è inoltre emerso nel corso dell’assemblea dei parlamentari di Iv. "Sono molto fiero di come stiamo lavorando -ha detto Renzi-. Noi siamo sui contenuti e ogni giorno che passa diventa più chiaro che la verità vince sulle veline del Palazzo. Al Senato i 18 senatori saranno decisivi visto che la maggioranza al momento e tra 150 e 152. Non rispondiamo alle provocazioni e lavoriamo sui contenuti".

Sul tema della crisi di governo è tornata anche l’ormai ex ministra Teresa Bellanova: "Noi abbiamo rassegnato le dimissioni e abbiamo rimesso importanti incarichi. Abbiamo messo al primo posto l’Italia che ha bisogno di un governo coraggioso con un programma solido. Il programma non c’è. Abbiamo chiesto un cambio di programma di governo, e il presidente Conte ci ha risposto con un cambio di maggioranza", ha detto al Tg4 la senatrice di Iv.

"E’ arrivato il momento, fermarsi un attimo e riprendere il lavoro dove è stato interrotto. Bisogna ricostruire le condizioni per darsi un programma che risponda ai problemi del Paese. Si cercano i numeri ma i numeri non ci sono - ha concluso Bellanova - c’è un piccolo problema: noi siamo una Repubblica parlamentare e in Parlamento bisogna avere i numeri per governare".

"La conta è importante ma quale è il disegno politico, su quale programma si stanno cercando i voti in Parlamento di questi insoddisfatti che hanno lasciato i propri gruppi e ora potrebbero arrivare in soccorso del presidente Conte?", domanda Bellanova. "Se non c’è tutto questo è davvero una politica, non della prima Repubblica, ma una politica degenere, una politica che distrugge risorse e passioni".

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"Non c’è nessuna possibilità di discutere" un eventuale appoggio all’attuale governo in crisi da parte dei due senatori di Azione Matteo Richetti ed Emma Bonino. "L’unica linea possibile è che ci sia un governo di salvezza nazionale". Lo dice Carlo Calenda, ospite di ’Start’ su Sky Tg 24. Il leader di Azione bolla poi la crisi di governo come "una disdicevole farsa, uno scontro tra due ego in un momento drammatico per il Paese".“La crisi deve essere immediatamente parlamentarizzata: Conte si dimetta e ceda il passo.

Non sarebbe tollerabile aspettare per cercare transfughi per una maggioranza raccogliticcia”, affermano la senatrice di Più Europa, Emma Bonino, il segretario, Benedetto Della Vedova, e il deputato Riccardo Magi.

“Per quel che ci riguarda, siamo totalmente indisponibili -aggiungono- a qualsiasi ipotesi di Conte ter. È invece il momento di verificare la possibilità di un governo riformatore ed europeista, per la pandemia, l’economia e il Next Generation Eu, con una maggioranza che richiami quella su cui si basa la Commissione europea, una maggioranza ‘Ursula’”.

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"Mi auguro che il passaggio parlamentare di lunedì e martedì faccia definitivamente chiarezza. Se il presidente Conte ha i numeri per andare avanti, lo faccia, senza sottrarsi ancora al dovere di governare e alle urgenze del paese". Lo afferma il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi.

"Se invece si certificherà la fine di una maggioranza che non ha mai avuto né il consenso degli elettori né omogeneità e coerenza politica al proprio interno, allora si ridia subito la parola al Capo dello Stato per metterlo in condizione di assumere nel più breve tempo possibile le determinazioni necessarie. In ogni caso, deve cessare la paralisi che si è determinata nelle ultime settimane: la politica non può passare il tempo a discutere su sé stessa mentre il paese vero soffre come mai prima d’ora", prosegue il leader di Fi.

"Comunque è necessario mettere in sicurezza e votare al più presto i provvedimenti necessari a dare qualche sollievo alle tante categorie in difficoltà, primi fra tutti il nuovo scostamento di bilancio e il Decreto ’Ristori’, ai quali naturalmente voteremo a favore, come avevamo annunciato da tempo e come abbiamo sempre fatto quando erano in gioco gli interessi degli italiani”, conclude Berlusconi.

cms_20661/221610413-6d8b98f1-df42-43cc-aac6-93c88e22f84f.jpgSALVINI

Matteo Salvini è pronto a fare un governo di centrodestra. "Il centrodestra, un suo governo, penso che i numeri li trova - dice dell’Aria che tira, su La7 - se mi dicessero provaci tu a tirar fuori il Paese da questi problemi, con le donne e gli uomini e i progetti per riprendere in mano l’Italia, direi che sono pronto, io non mi tiro indietro". Ora "è tutto - conclude - nelle mani del presidente Mattarella, speriamo che ci aiuti a capire".

Redazione

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