CRISI UCRAINA: LA NUOVA MINACCIA DI PUTIN
“Vladimir Putin è determinato a ridurre le infrastrutture energetiche ucraine in macerie – asserisce Linda Thomas-Greenfield, ambasciatrice americana all’ONU – ha deciso che se non può prendere l’Ucraina con la forza, congelerà il paese”. Il grande thriller del 2022 procede verso la sua prossima fase, solitamente quella vicina al climax della vicenda: dopo aver constatato che i buoni riescono a tenergli testa, il cattivo della storia annuncia di voler fare sul serio. Ma ne siamo proprio sicuri? Doverosa postilla: lo scopo di questo articolo non è quello di giustificare quanto sta avvenendo in Ucraina, nella maniera più assoluta. Ed esperti di geopolitica sono sicuramente più adatti ad analizzare cause e conseguenze della dichiarazione di apertura del pezzo del sottoscritto, che invece vuole porre l’accento su un aspetto solitamente non considerato. Concentriamoci non tanto su cosa è stato detto, ma su chi ha parlato. È un caso che la nuova intenzione di Mosca sia stata annunciata dagli Stati Uniti e non dalla Russia stessa?
Può darsi, inutile spendersi in giudizi affrettati, ma è anche doveroso ammettere che non è la prima volta. Alla fine, si sa, ciò che conta sono i fatti e non le parole. Non tutto è effettivamente come sembra. Vladimir Putin sta agendo, in maniera assolutamente abominevole, ma sta dando poca aria alla bocca. L’America, invece, sembra più preoccupata di condizionare l’opinione pubblica. La NATO, dal canto suo, tace sia nel teorico che nel pratico. Si potrebbe rielaborare un aforisma di Bertold Brecht per fotografare la situazione: “non sapere è imbecille, ma sapere e non parlare è criminale”. Nella società odierna basta un qualcosa che possa fare centro nel pensiero comune per far sì che poi venga ripetuta a pappagallo e diffusa a macchia d’olio. I motivi per cui questo spesso accade sono essenzialmente due: o si vuole attirare l’attenzione o la si vuole distogliere.
Trattandosi degli attori che tutti conosciamo, nel bene e nel male, si può scartare la prima soluzione; distogliere, dunque, l’attenzione da cosa? Dal fatto che chi si fa passare per difensore del bene non ha la coscienza pulita come vuole far credere. Abbandonando ogni odio personale e non, bisogna dare atto a Putin di una cosa: non si sta preoccupando di quello che la gente può pensare di lui, sta semplicemente agendo secondo il suo credo. Repetita iuvant, che il fraintendimento è costantemente dietro l’angolo: il come è da condannare, ripudiare e tutti i verbi di quel campo semantico. Da Washington cosa si sente? “Stanzieremo altri fondi per aiutare militarmente Kiev”. Ancora promesse, ancora un farsi vedere ma non nel concreto. D’altronde è la tecnica narrativa più efficace: un eroe esiste solo in funzione di un cattivo da combattere.
Lascia un commento
NB: I commenti vengono approvati dalla redazione e in seguito pubblicati sul giornale, la tua email non verrà pubblicata.