CROSETTO:"STRATEGIA COMUNE PER PROBLEMI MONDIALI" - Superbonus: le novità - Canone Rai "via entro 5 anni"

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Crosetto: "Serve strategia comune, problemi mondiali non si possono più affrontare da soli"

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“Il tema di oggi è importantissimo, sono contento di iniziare un lunghissimo confronto. I problemi che abbiamo davanti non si possono più affrontare individualmente, le nazioni sono diventate troppo piccole per affrontare i problemi che il mondo ci propone in questa epoca. L’Ucraina è solo uno degli esempi, vorrei fosse l’unico”. Lo ha detto il Ministro della Difesa Guido Crosetto, intervenuto nella sala della Protomoteca in Campidoglio nell’ambito del foro di dialogo Italia-Spagna alla sua 19esima edizione e coordinata dall’ex segretario del Pd Enrico Letta. “Ma le questioni riguardano l’Iran, la Cina, l’Africa, l’evoluzione del Mediterraneo. Una delle cose su cui ci siamo trovati d’accordo oggi, quasi tutto, è la necessità di agire insieme per affrontare questi problemi, le questioni che riguardano il fianco sud - ha aggiunto - ma anche per nuova metodologia. Dobbiamo liberarci da alcuni vincoli nazionalistici, serve una strategia comune, uno studio comune, vanno progettati atti concreti. Non esiste un futuro dell’Europa senza pensare all’Africa. Dobbiamo cambiare il modo in cui affrontato problemi, porci l’obiettivo di portare sicurezza e costruire attraverso la sicurezza delle bolle di democrazia, civiltà, di crescita economica, di agricoltura, un modo di vivere che ci consenta quando andiamo via che non succeda quello che è successo in Afghanistan, dove tutto crolla”.

"Non dobbiamo più essere così presuntuosi da pensare di esportare la democrazia, ma dobbiamo aiutare a costruire una condizione di sicurezza perché cresca la loro democrazia. Con la Spagna abbiamo un rapporto culturale, di percezione, di approccio rispettoso che ci ha consentito un dialogo - ha concluso Crosetto - Troppo spesso ci sottostimiamo, invece abbiamo un approccio che ci consente di dialogare meglio di altre nazioni magari più grandi e blasonate di noi. Io e la mia omologa (il Ministro della Difesa spagnolo Margarita Robles, presente in sala, ndr) siamo differenti politicamente, fisicamente, per sesso ma se l’obiettivo è comune anche per persone così diverse è perché nei momenti più difficili l’umanità riesce a trovare la strada”.

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Superbonus, passa la fiducia alla Camera: le novità

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Con 185 sì e 121 no, la Camera approva la fiducia posta sul decreto legge ’Misure urgenti in materia di cessione dei crediti’, il cosiddetto decreto superbonus.

Sei mesi in più per completare i lavori del superbonus 110% sulle unità unifamiliari. Il nuovo termine passa, infatti, dal 31 marzo al 30 settembre 2023, sempre a condizione che alla data del 30 settembre 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30% dell’intervento complessivo’’. Il ministero dell’Economia illustra la misura contenuta nell’emendamento al decreto legge approvato dalla Camera.

Un ulteriore emendamento al medesimo decreto-legge stabilisce, inoltre, che, con riferimento alla comunicazione per la prima cessione del credito per i bonus edilizi (spese sostenute nel 2022 e rate residue delle spese 2020 e 2021), il cui termine di trasmissione all’Agenzia delle entrate è il 31 marzo 2023, è possibile avvalersi dell’istituto della remissione in bonis anche se l’accordo di cessione, a favore di banche e intermediari finanziari, è concluso dopo il 31 marzo 2023.

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Canone Rai "via entro 5 anni": ddl Lega

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"Una progressiva riduzione dell’importo del canone Rai, con un taglio a cadenza annuale del 20 per cento, fino al suo totale azzeramento" e anche la ridefinizione "univoca" del concetto di servizio pubblico ("indispensabile per mantenere e affermare i valori culturali e sociali e difendere, al contempo, le identità locali"), pensando anche a un nuovo canale "interamente dedicato alla trasmissione di programmi e rubriche di promozione culturale, nel quale non possono essere trasmessi spot". E’ quanto previsto nella bozza del ddl leghista dal titolo ’Modifiche al testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici in materia di servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, riduzione e abolizione del canone di abbonamento e disciplina della società concessionaria del servizio pubblico’, presentato in Senato dal partito di Matteo Salvini.

La Rai dunque deve cambiare volto, a partire dal canone che "risulta oggi anacronistico e ingiusto, in quanto è dovuto per la semplice detenzione di apparecchi atti o adattabili a ricevere un segnale", come si legge nella bozza provvisoria del testo che AdnKronos ha potuto visionare. Per la Lega si deve prevedere - come aveva avvertito lo stesso Salvini in campagna elettorale, lo scorso settembre - un percorso che porterà entro 5 anni all’abolizione del canone. Inoltre, a proposito del canone, viene previsto che già oggi "laddove sussista ancora oggi l’impossibilità di accesso alla rete o l’impossibilità di fruizione del servizio da parte degli utenti per motivi estranei alla propria volontà, il pagamento del canone di abbonamento non è dovuto".

Sul tema della ridefinizione dei ruoli del servizio pubblico i leghisti sottolineano come "il servizio radiofonico, televisivo e multimediale è un servizio pubblico indispensabile per mantenere e affermare i valori culturali e sociali e difendere, al contempo, le identità locali". La Lega chiede "un’informazione fruibile e condivisibile offerta tramite televisione, radio e altri dispositivi multimediali diffusa attraverso le diverse piattaforme che risponda, prioritariamente, ai compiti di libertà, completezza, obiettività e pluralismo dell’informazione, nonché di valorizzazione delle identità locali e delle minoranze linguistiche". Un articolo poi elenca le tipologie di trasmissioni da programmare tra cui quelle "idonee a comunicare al pubblico una più completa e realistica rappresentazione del ruolo che le donne svolgono nella vita sociale, culturale ed economica del Paese, nonché nelle istituzioni e nella famiglia, valorizzandone le opportunità, l’impegno e i successi conseguiti nei diversi settori, in adempimento ai principi costituzionali".

Si punta anche a ’marcare’ i programmi: "La società concessionaria rende riconoscibile per i telespettatori, in modo agevole e immediato, il pubblico interesse del programma inserendo la frase ’Programma finanziato con il contributo del canone’ all’inizio, alla fine o nel corso di ciascuna trasmissione". "Possono derogare a tale obbligo i telegiornali, intesi come notiziari nazionali e regionali con programmazione quotidiana e straordinaria, compresi quelli diffusi dal canale tematico di informazione", si legge ancora nel testo.

L’articolo 5 riorganizza poi la governance della Rai-Radiotelevisione italiana Spa. "Si prevede innanzi tutto un’estensione della durata temporale della concessione fino a dodici anni per dare continuità e certezza. Con lo stesso spirito, si estende a cinque anni il mandato dei membri del consiglio di amministrazione e si prevede che non possano ricoprire tale incarico per più di due mandati consecutivi. Si prevedono 7 membri del Consiglio d’amministrazione: il presidente e l’amministratore delegato, nominati con decreto del Presidente della Repubblica, 4 membri eletti dalla Commissione parlamentare per l’indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi e uno designato dall’assemblea dei dipendenti della Rai". Infine i leghisti puntano a un "contenimento dei costi e di garanzia sulle responsabilità editoriali, che non si possa esternalizzare più del 30 per cento delle produzioni, organizzazioni e realizzazioni di trasmissioni".

Daniela Diaferio

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