Carta famiglia, cos’è e a chi spetta (Altre News)

Reddito di cittadinanza, cosa si può comprare - Grandi città d’arte non ripartono, "perse 34mln di presenze"

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Carta famiglia, cos’è e a chi spetta

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Le misure a favore del nucleo familiare attualmente in vigore sono diverse: si va dal reddito di cittadinanza al premio nascita, dal bonus bebè al buono nido, dalle detrazioni fiscali agli assegni familiari. Nel 2021, la maggior parte di queste misure saranno cancellate e sostituite dall’assegno unico familiare, un nuovo sussidio spettante per ogni figlio e in parte commisurato all’Isee della famiglia, come ricorda la leggepertutti.it.

Tra le misure che non saranno sostituite dall’assegno unico è presente la carta famiglia. Di che cosa si tratta? La carta famiglia come funziona?

Non si tratta di una carta prepagata in cui viene ricaricato un importo, come la carta Rdc, nella quale è erogato l’importo mensile del reddito di cittadinanza. Si tratta invece di una carta che dà diritto a particolari sconti, per l’acquisto di beni e servizi, a favore di tutti i membri del nucleo familiare.

Richiederla, oggi, è veramente semplice e veloce, ma è indispensabile essere in possesso dello Spid, cioè dell’identità digitale. La carta è destinata alle famiglie numerose, con almeno 3 figli: per il 2020, però, considerata l’emergenza sanitaria dovuta all’epidemia di coronavirus, il Governo ha previsto la possibilità di richiedere la carta per tutte le famiglie con almeno un figlio a carico. Le domande possono essere inviate dal 31 marzo 2020, per tutto l’anno.

Chi fa parte di una famiglia con almeno 3 figli conviventi deve richiedere la carta famiglia 2020, mentre chi ha 1 o 2 figli a carico deve richiedere la “Carta famiglia DL 9/2020”.

In passato, per ottenere la carta famiglia era necessario risultare in possesso di una dichiarazione Isee in corso di validità. La dichiarazione Isee, o Dsu (dichiarazione sostitutiva unica), è indispensabile per ottenere gran parte dei benefici di carattere pubblico: dall’attestazione elaborata dall’Inps sulla base dei dati dichiarati, infatti, emergono diversi indicatori del patrimonio e del reddito della famiglia, tra i quali appunto l’Isee, indicatore della situazione economica equivalente.

Attualmente, l’Isee non è più richiesto per la carta famiglia, né sono previsti importi massimi di reddito o patrimonio per ottenerla. I genitori hanno diritto alla carta anche se non sono sposati e non convivono. Il genitore richiedente deve però convivere con almeno un figlio a carico. I cittadini di un qualsiasi Stato membro dell’Unione Europea possono chiedere la carta alle stesse condizioni poste per i cittadini italiani.

Se il richiedente soddisfa i requisiti previsti dalle attuali disposizioni, può ottenere la carta registrandoti al portale web Cartafamiglia.gov.it utilizzando le proprie credenziali Spid personali. Non hai lo Spid e non hai la minima idea di come ottenerlo? Leggi la guida Come ottenere lo Spid.

Per chi è in possesso dello Spid, ecco come procedere:

immettere nel portale web Carta famiglia le tue credenziali Spid, ossia lo username (che solitamente coincide con la mail con cui ci si è registrati al provider che ha fornito l’identità digitale) e la password scelta in precedenza;

con l’app del tuo cellulare immettere il pin scelto in precedenza per generare una otp, cioè un codice da utilizzare solo una volta;

immettere la otp nel sito Carta famiglia e l’autenticazione tramite Spid è completa.

Attenzione: la procedura può cambiare in base al livello di autenticazione ed al provider che fornisce l’identità digitale.

Una volta effettuato il primo accesso, il portale richiede:

se si desidera il rilascio della Carta famiglia ordinaria, che si può chiedere se nel nucleo familiare ci sono almeno 3 figli;

se si desidera il rilascio della Carta famiglia DL 9/2020, che si può chiedere se si hanno meno di 3 figli nel nucleo.

Viene poi chiesto l’inserimento dei dati degli altri componenti del nucleo familiare. E’ fondamentale inserire i dati di almeno un figlio a carico: chi non ha figli a carico non può ottenere la carta.

Completata questa procedura, il sistema genera automaticamente le carte digitali per il richiedete e la famiglia, che si potranno stampare, salvare sul pc o sullo smartphone o ritrovare ogni volta che si accede al portale Carta famiglia. Non arriverà dunque nessuna tessera a casa.

La carta può essere comunque salvata in formato immagine, non è necessario stamparla.

La carta famiglia rilasciata sulla base della vecchia disciplina dava diritto a sconti e agevolazioni per l’acquisto dei seguenti beni e servizi:

prodotti alimentari;

bevande analcoliche;

prodotti per la pulizia della casa;

prodotti per l’igiene personale;

articoli di cancelleria e cartoleria;

libri e sussidi didattici;

medicinali, prodotti farmaceutici e sanitari;

strumenti e apparecchiature sanitari;

abbigliamento e calzature;

fornitura di acqua, elettricità, gas e altri combustibili per il riscaldamento;

raccolta e smaltimento rifiuti solidi urbani;

servizi di trasporto;

servizi ricreativi e culturali, musei, spettacoli e manifestazioni sportive;

palestre e centri sportivi;

servizi turistici, impianti alberghi e altri servizi di alloggio;

impianti turistici e del tempo libero;

servizi di ristorazione;

servizi socioeducativi e di sostegno alla genitorialità;

istruzione e formazione professionale.

In base alla nuova disciplina, non sono più previsti limiti riguardo ai beni e ai servizi per i quali è possibile fruire di sconti e agevolazioni.

Gli sconti sono comunque decisi dai fornitori dei beni e dei servizi, che sono liberi di:

non accettare la carta;

non applicare lo sconto su tutti i beni o su tutti i servizi offerti.

Se si aderisce, lo sconto applicato non può essere inferiore al 5%.

Come sapere in quali negozi è accettata la carta famiglia?

Nel sito web Carta famiglia è presente l’elenco completo dei punti convenzionati: bisogna entrare nella sezione “Dove usare la carta”. Per beneficiare dei vantaggi della carta famiglia, al momento del pagamento, nel punto vendita convenzionato, bisogna mostrare il codice identificativo della tua carta. Il cassiere controllerà se la carta è attiva e registrerà lo sconto spettante, che non può essere inferiore al 5%.

Non è indispensabile stampare la carta, si può anche salvarla formato immagine sul tuo smartphone o tablet.

Per beneficiare dei vantaggi della carta famiglia con gli acquisti online, al momento del pagamento bisogna cercare il logo della carta famiglia ed inserire il codice identificativo della tua carta. Sarà direttamente il portale e-commerce a controllare se la carta è attiva e a registrare lo sconto., che anche in questo caso non può essere inferiore al 5%.

La carta famiglia ordinaria è valida sino a quando nel nucleo sono presenti tre figli conviventi, anche adottivi, di età inferiore ai 26 anni.

La carta famiglia Covid, cioè la carta famiglia DL 9/2020, scade il 31 dicembre 2020.

Reddito di cittadinanza, cosa si può comprare

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Cosa si può comprare con il reddito di cittadinanza? Il ministero del Lavoro e il ministero dell’Economia e delle Finanze, scrive notizie.it, hanno stabilito nero su bianco, le linee guida previste dal reddito di cittadinanza ad agosto 2020.

Saranno inoltre introdotte punto per punto le modalità per poter utilizzare correttamente la carta del reddito di cittadinanza. Si tratta, tra l’altro, di novità fortemente volute non solo da chi beneficia, ma anche per gli esercenti.

Cosa si può comprare con il reddito di cittadinanza? Questa è sicuramente una delle domande più frequenti. L’art. 2 del decreto ci viene in aiuto specificando che si può in genere acquistare tutto ciò che “serve a soddisfare le esigenze dei beneficiari al fine di favorire la più ampia partecipazione sociale”. Ecco quindi che sono ammessi vestiti, benzina, scarpe o ancora cene fuori. Per lo stesso motivo si potranno comprare generi alimentari, elettrodomestici e prodotti di elettronica in generale.

I prelievi saranno concessi, purché non superino i 100 euro al mese. Se il reddito di cittadinanza è invece destinato a un nucleo familiare con più componenti, la somma sarà calcolata sulla base della scala di equivalenza. Ultimo, ma non meno importante, se parte dell’importo non viene speso, la successiva erogazione verrà decurtata del 20%.

Cosa non si può pagare con la carta destinata al reddito di cittadinanza? Come è intuitivo pensare, non si possono acquistare tutti quei beni finalizzati ad un soddisfacimento di un bisogno non fondamentale. Ecco che non si possono comprare giochi che prevedono vincite in denaro, materiale e servizi per adulti, servizi finanziari e creditizi, trasferimento di denaro, gioielleria, pellicceria o ancora club privati.

Sono infine vietati gli acquisti online e i servizi assicurativi di vario genere tra cui l’assicurazione per la macchina.

Grandi città d’arte non ripartono, "perse 34mln di presenze"

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Le grandi città d’arte non ripartono. L’assenza dei turisti stranieri sta mettendo in ginocchio l’economia delle città d’arte italiane, in particolare di quelle maggiori. Roma, Venezia, Firenze, Torino e Milano, che insieme valgono oltre un terzo del turismo italiano, si apprestano a perdere nel 2020 quasi 34 milioni di presenze turistiche dall’estero, con conseguenze importanti per tutta l’economia cittadina, soprattutto per le imprese dei centri storici. Lo stop dei visitatori causerà infatti una perdita di 7 miliardi di euro circa di spese turistiche complessive, di cui 4,9 miliardi a carico del settore alloggio, della ristorazione e delle attività commerciali e dei servizi. A lanciare l’allarme è Confesercenti, su elaborazioni condotte sulla base delle previsioni di Tourism economics.

Stime conservative, che potrebbero rivelarsi ottimistiche in assenza di un avvio del recupero del flusso di viaggiatori entro la fine dell’anno. Il calo di visitatori. La maglia nera va a Venezia: per la millenaria Serenissima, simbolo del turismo Made in Italy e solitamente tra le mete più ambite a livello globale, si prevede una diminuzione di -13,2 milioni di presenze, per un totale di 3 miliardi di euro di spesa turistica perduta. Segue Roma: per la Capitale le previsioni sono di 9,9 milioni circa di presenze in meno e 2,3 miliardi di consumi dei viaggiatori sfumati. A Firenze le perdite si attesteranno su -5 milioni di presenze e -1,2 miliardi circa di consumi; a Milano la contrazione di presenze dovrebbe invece arrivare sfiorare i 4 milioni in meno, mentre per i consumi sarà superiore ai 900 milioni di euro.

A Torino, invece, si stima un calo di oltre 800mila presenze e di 186 milioni di euro di spese turistiche in meno. L’aggravante smartworking. Alla flessione dei turisti stranieri – non compensati dagli italiani, che hanno preferito mete balneari e borghi - va sommato il contributo negativo derivante dal permanere di una quota elevata di lavoratori ancora in smartworking. Una quota destinata a non diminuire troppo fino alla fine dell’anno, visto il prolungarsi dello stato di emergenza e le incertezze complessive. In queste 5 città, che registrano oltre 6,5 milioni di occupati totali, stimiamo un 13% di lavoratori agili, la cui assenza dai luoghi di lavoro sta causando la perdita di circa 250 milioni di euro al mese di spese per alloggio e ristorazione. Fino a fine anno, l’effetto smartworking farebbe perdere a queste imprese 1,76 miliardi di euro.

“Il turismo sta pagando un prezzo molto alto per l’emergenza scatenata dal Covid. Un duro colpo che si avverte in modo particolare nelle grandi città d’arte. Qui il combinato disposto di frenata dei viaggiatori e allungamento del lavoro agile rischia di far saltare i sistemi imprenditoriali locali. Soprattutto quelli legati alla spesa turistica: dai ristoranti ai bar, fino ai negozi dei centri storici”, spiega Patrizia De Luise, Presidente nazionale Confesercenti. “E’ una situazione di gravità eccezionale, che richiede misure straordinarie", conclude De Luise. "Per questo chiediamo di istituire delle zone franche urbane speciali nei centri storici dei Comuni di interesse culturale ad alto flusso turistico, che sono i più colpiti dall’onda lunga della crisi scatenata dall’emergenza Covid. Le zone franche dovrebbero consentire alle imprese che vi operano di godere di un sostegno speciale, sotto forma di un contributo da usare in compensazione dei versamenti tributari e contributivi. In questo modo daremmo un po’ di ossigeno ad attività ricettive, servizi turistici, imprese del commercio e di ristorazione e bar, adesso in asfissia. Senza un intervento, migliaia di PMI rischiano di saltare come birilli”.

Redazione

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