Ciao Isabella Biagini

La svampita “De Roma” della commedia all’italiana, icona comica in teatro e TV

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Addio all’icona della commedia, del teatro e della Tv Isabella Biagini. L’attrice romana, che aveva 74 anni, si è spenta nella mattinata di ieri, alle ore 8:52, nella clinica “Antea Hospice” di Roma, dove era ricoverata per cure palliative in seguito ad un’ischemia che l’aveva colpita nel mese di novembre. Era tornata alla ribalta televisiva negli ultimi anni per denunciare la sua situazione di indigenza economica che non le permetteva di vivere una vita dignitosa. Prima dei problemi fisici e di quelli economici ci fu la straziante morte della mai dimenticata e amata figlia Monica (1998): evento che l’aveva piano piano allontanata, per sua scelta, dal mondo dello spettacolo, di cui è stata incantevole, ironica e brillante protagonista.

Nel 1955 Isabella Biagini debutta nel cinema d’autore con “Le amiche”, del regista Michelangelo Antonioni. Poi la commedia all’Italiana anni ’60 e ’70, con “Amore all’italiana” di Steno e “Boccaccio” di Corbucci. Si ritaglia un importante spazio TV nel ruolo di una bellona svampita romanesca, maschera che l’ha accompagnata in tutto il suo percorso artistico, non solo sul piccolo schermo ma anche a teatro, con la commedia musicale. La ricordiamo protagonista in spettacoli come “Non cantare, spara” (1968), col Quartetto Cetra in “Bambole, non c’è una lira” (1978) e in “C’era una volta Roma” (1979). Fin dagli esordi, ha sempre manifestato uno stile attoriale pungente e caustico.

Vicina, non solo nella “romanità artistica”, ad un’altra diva del passato, Gabriella Ferri - che con lei ha avuto in comune le luci del successo ma anche le ombre dell’allontanamento artistico, la comicità sul palco ma anche una forte malinconia nella vita privata -, Isabella Biagini è stata una maschera dell’arte, per certi versi inedita e fuori dagli schemi, bellissima ma anche comica. Due facce artistiche che raramente accompagnavano il percorso di una donna nel mondo dello spettacolo anni ’60, in cui l’avvenenza femminile non era quasi mai associata all’ilarità.

La ricordiamo anche come imitatrice in TV della grande Mina e come narratrice ironica di una miriade di storie divertenti, che hanno strappato sempre una risata al suo amato pubblico. Nonostante la sua vita turbolenta e dolorosa, Isabella Biagini non ha mai perso la sua dote naturale ed il suo istinto al far ridere e ad intrattenere la platea.

Artisti come lei continueranno a vivere anche dopo la loro morte, ne siamo certi. I suoi film, i suoi spettacoli in teatro e le sua apparizioni televisive continueranno ad essere visti e apprezzati attraverso le repliche d’archivio. Magari, dopo la sua morte, la sua figura artistica potrebbe essere addirittura rivalutata, e poi raccontata alle future generazioni come un raro esempio di attrice poliedrica, versatile e unica.

Enrico Marotta

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