Con Facebook Shops irrompe l’e-commerce sui social network

Saranno ferite lunghe a rimarginarsi quelle lasciateci in eredità dal Covid-19 sia in termini affettivi e psicologici, sia in termini economici. La pandemia ha portato con sé un lungo strascico di effetti negativi a breve e a lungo termine che per molti commercianti e per molte imprese significa una grande crisi che li ha messi in ginocchio e ha portato molti di loro alla chiusura di negozi, di storici ristoranti e nel complesso di piccole e medie imprese. Il business allora nella Fase 2 prende altre strade, prova cioè a spostarsi su percorsi alternativi, come lo shopping online, meglio conosciuto come e-commerce. In Italia secondo un recente sondaggio per Idealo, nel mese di Febbraio di quest’anno l’80% degli acquirenti italiani ha effettuato almeno un acquisto al mese tramite piattaforme di commercio elettronico. Si tratta spesso di uomini tra i 35 e i 44 anni attenti alle recensioni e alle opinioni di altri utenti relative alle loro precedenti esperienze d’acquisto. I prodotti più acquistati presso i siti online risultano essere in particolar modo oggetti di elettronica, abbigliamento e accessori moda, prodotti per la cura del corpo e profumi. L’Italia però nonostante gli ultimi lusinghieri risultati non si è ancora allineata a una stabile tendenza presente in altri Paesi nel mondo nei quali ormai da anni lo shopping online è un’abitudine quotidiana e un trend consolidato. Vi è poi da aggiungere che negli ultimi anni lo stesso e-commerce a detta di studiosi e sociologi rappresenta addirittura un’abitudine oramai passata, se messa a confronto con il concetto di “onlife” coniato da Luciano Floridi, ovvero la tendenza a integrare sempre più comportamenti online e offline in un circuito ininterrotto che permette il passaggio dal reale al virtuale e viceversa senza soluzione di continuità.
Il consumatore, stando a ciò che afferma Floridi e a cui anche Wijnand Jongen si allinea, tende a attingere informazioni sui prodotti tramite internet per poi decidere o meno se sia il caso di acquistarli in negozio oppure sul web. Collegare queste due attività-realtà è ormai prioritario e Amazon ne è un esempio con i suoi negozi fisici ad affiancare la sua potentissima piattaforma web e app per smartphone. Le considerazioni appena fatte (pandemia, incremento del traffico sui siti e-commerce, onlife) vanno tutte a convergere verso ciò che ha appena compiuto Facebook nell’ambito dello shopping online. Zuckerberg ha infatti appena lanciato Facebook Shops, una vetrina virtuale in soccorso delle medie e piccole aziende per aiutarle a incrementare le vendite. Ciò che Facebook mette a disposizione dei piccoli imprenditori è la realizzazione di un unico negozio online tramite cui i clienti potranno accedere, sia su Facebook sia su Instagram, per poter scegliere i prodotti da inserire in un catalogo virtuale e personalizzare la propria vetrina online. La realizzazione del proprio Facebook Shop sarà gratuita, si potranno scegliere i prodotti da mettere in vendita nel catalogo aziendale e per distinguersi dalla concorrenza si potrà personalizzare l’aspetto del proprio negozio virtuale con un’immagine di copertina e con dei colori ad hoc.
Inoltre con il Live Shopping si potrà comprare un prodotto durante una presentazione video, come se fosse una televendita e gli imprenditori potranno taggare i prodotti che verranno mostrati in fondo al video -così da dare alle persone la possibilità di cliccare per saperne di più e acquistarli del loro Facebook Shop prima di andare in diretta. I Facebook Shops saranno rintracciabili sulla pagina Facebook o sul profilo Instagram di un’azienda e sarà possibile interpellare un commesso per chiedergli un consiglio o un aiuto inviando un messaggio Whatsapp o tramite Messenger. È bene chiarire che Facebook Shops sarà diverso da Marketplace e anche da ciò che si vede su Instagram. Facebook Shops dovrebbe essere, stando alle affermazioni di Zuckerberg fatte in fase di lancio del progetto, un modo per le piccole realtà commerciali per potersi “mettere in gioco”, soprattutto in un periodo come questo dove il COVID-19 ha distrutto parte delle economie globali. Facebook Shops sarà a tutti gli effetti un negozio sterminato, potendo raggiungere gli utenti attraverso due immensi bacini come Facebook e Instagram. Facebook irrompe così in un mercato, l’e-commerce, che nel 2022 dovrebbe raggiungere i 900 miliardi di dollari e che a causa della pandemia ha fatto un netto salto in avanti, facendo chiara concorrenza a gruppi consolidati sul web come Amazon, eBay e Alibaba, che da anni offrono la loro piattaforma ad altri rivenditori. Le cosiddette ICT sono divenute fondamentali nella nostra vita quotidiana, in particolar modo nelle scelte che compiamo e nella formazione delle nostre identità. Per una massa enorme di individui, giovani e adulti, costruire la propria personalità online è divenuto un lavoro continuo e instancabile per curare e aggiornare la propria immagine di sé. Da ciò consegue che, parafrasando sempre Floridi, siamo le nostre informazioni e le ICT per questo sono potentissime tecnologie del sé, lo specchio fedele dei nostri bisogni e dei nostri desideri. Diventa allora inutile parlare di privacy e riservatezza dei propri dati nel momento in cui ogni nostra attività viene spinta da favorevoli circostanze e opportunità ad apparire onlife, spazio e metaspazio simbiotico e informazionale allo stesso tempo, presumibilmente l’ultimo stadio dell’antropocene.
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