Coronavirus, Oms: "Contagiosi fino a 2 settimane dopo guarigione"

2158 morti in Italia. Burioni e Mancini: "Da cartone a plastica ecco quanto resiste sugli oggetti"

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"Le persone contagiate da Covid19 possono infettare gli altri dopo che non si sentono più male, quindi le misure di protezione dovrebbero continuare per almeno 2 settimane dopo la scomparsa dei sintomi". Lo ha sottolineato in conferenza stampa a Ginevra il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus.

Ormai ci sono "più casi e decessi nel resto del mondo che in Cina", ha aggiunto, sottolineando che "abbiamo assistito a una rapida escalation delle misure di distanziamento sociale, come la chiusura delle scuole e la cancellazione di eventi sportivi e altri incontri. Ma non abbiamo visto un’escalation altrettanto urgente nei test, nell’isolamento e nel tracciamento dei contatti, che è il pilastro della risposta a Covid-19".

"Le misure di allontanamento sociale possono aiutare a ridurre la trasmissione - ha insistito il Dg Oms - e consentire ai sistemi sanitari di far fronte all’emergenza. Ma da sole, non sono abbastanza per estinguere questa pandemia. È la combinazione che fa la differenza. Come continuo a dire, tutti i Paesi devono adottare un approccio globale".

"Il modo più efficace per prevenire le infezioni e salvare vite umane è rompere le catene della trasmissione. Per farlo - ha insistito Ghebreyesus - , è necessario testare e isolare. Non si può combattere un fuoco con gli occhi bendati. E non possiamo fermare questa pandemia se non sappiamo chi è infetto". "Ogni giorno - ha sottolineato Ghebreyesus - vengono prodotti più test per soddisfare la domanda globale. L’Oms ha spedito quasi 1,5 milioni di test in 120 Paesi. Collaboriamo con le aziende per aumentare la disponibilità di test per i più bisognosi".

Il direttore dell’Oms ha poi sottolineato che "anche se sembra che gli anziani siano i soggetti più colpiti" da Covid-19, "si sono verificati casi gravi e morti anche fra giovani e bambini. L’Oms ha pubblicato una nuova guida clinica, con dettagli specifici su come prendersi cura di bambini, anziani e donne in gravidanza".

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"Quello che sappiamo a oggi - gli ha fatto eco Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico del programma per le emergenze dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms)- è che i bambini sono suscettibili all’infezione, che sviluppano forme più lievi di malattia, ma abbiamo anche visto bambini morire. Dobbiamo difenderli come categoria sensibile. Quello che non sappiamo - ha affermato Van Kerkhove - perché non abbiamo ancora i risultati dei test sierologici, è l’estensione delle infezioni asintomatiche nei bambini. Quando saranno disponibili, questo ci aiuterà a capire meglio che ruolo stanno giocando i più piccoli in questa pandemia", ha concluso l’esperta.

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"Registriamo oggi 349 deceduti. Il totale dei positivi è 23073, di questi 10197 in isolamento domiciliare. 1851 in terapia intensiva, il 10% dei contagiati. I guariti oggi sono 414, il totale è 2749. I nuovi casi positivi sono 2470, al ribasso anche se non sono pervenuti i dati di Puglia e della provincia di Trento". Sono i dati diffusi da Angelo Borrelli, commissario straordinario per l’emergenza coronavirus. Le vittime totali in Italia sono 2158.

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cms_16602/5.jpg"Le risorse stanziate dal governo sono quelle necessarie ma qualora ne servissero altre sono sicuro che queste saranno rese disponibili dal governo" ha detto il commissario straordinario nel corso del punto stampa. "Siamo impegnati a lavorare sul tema delle mascherine", ha spiegato, e "io ricevo tantissime richieste di aziende che si propongono per produrre mascherine. Nel decreto c’è una misura che consente di realizzare mascherine sul territorio nazionale. Immaginiamo che a breve si possa avviare una produzione nazionale".

Poi, rispondendo sugli esposti presentati in procura per l’assenza di mascherine per i medici, Borrelli ha sottolineato che "il Dipartimento ha fatto di tutto per reperire le mascherine necessarie. Voglio ricordare a tutti quanti che la gestione della sanità è una competenza regionale. Il Dipartimento nazionale della Protezione civile non produce né commercializza mascherine".

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Quanto resiste il coronavirus sugli oggetti? Ma soprattutto, per quanto tempo resta in grado di infettare? Le risposte arrivano da un nuovo studio americano, che si è concentrato proprio sul coronavirus responsabile di Covid-19, spiegato dai virologi Roberto Burioni e Nicasio Mancini sul sito ’MedicalFacts’. Si scopre che i materiali più inospitali sono risultati il rame e il cartone, mentre per un completo azzeramento dell’infettività sulla plastica ci vogliono ben 72 ore.

"In ogni caso, e a maggior ragione - sottolineano i due esperti - noi continuiamo con il solito mantra: isolamento sociale (nostro), massima igiene delle mani e delle superfici (ricordiamo che il virus è completamente inattivato da acqua e sapone e da altri detergenti) e evitiamo di toccarci (e farci toccare) il viso. Avremo modo di rifarci quando tutto questo sarà finito".

"La recentissima comunicazione presentata da colleghi statunitensi - spiegano, precisando che si tratta di dati ancora preliminari e da confermarsi con altri esperimenti - ha valutato non solo la capacità del virus di permanere nel tempo su varie tipologie di superfici ma, cosa ancora più importante, ne ha valutato la conseguente capacità di infettare. Questo è molto importante, in quanto confermerebbe come un modo importante di trasmissione del virus sia quello ’indiretto’ attraverso le nostre mani. Tocchiamo superfici contaminate e, inavvertitamente, ci infettiamo portando le mani alla bocca, nel naso o negli occhi".

I ricercatori hanno messo una quantità nota di virus (possibile grazie al suo isolamento in laboratorio) su diverse tipologie di superfici. In particolare ne hanno analizzato quattro: rame, cartone, acciaio inossidabile e plastica. Sono andati, poi, a verificare come la capacità infettante del virus cambiasse col passare delle ore. Tutto condotto a temperatura ambiente (21-23°C con umidità relativa del 40%), condizioni che potremmo tranquillamente paragonare a quella delle nostre case. Quali sono stati i risultati ottenuti?

I materiali più ’inospitali’ per il virus sono risultati il rame e il cartone, con un dimezzamento della capacità infettiva in meno di due ore per il primo materiale ed entro 5 ore abbondanti nel caso del secondo. Un abbattimento completo dell’infettività è stato osservato rispettivamente dopo le 4 ore per il rame e le 24 ore per il cartone.

Più lunga la persistenza sulle altre due superfici. Sull’acciaio inossidabile la carica infettante risultava dimezzata solo dopo circa 6 ore, mentre ne erano necessarie circa 7 per dimezzarla sulla plastica. Questo dato si associava a un tempo decisamente più lungo, rispetto ai primi due materiali, per osservare un completo azzeramento dell’infettività: almeno 48 ore per l’acciaio e 72 per la plastica. Il rischio, quindi, diminuisce notevolmente al passare delle ore, ma non si annulla se non dopo qualche giorno.

(fonte AdnKronos - foto dal Web)

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