Coronavirus: ‘drive-in’ a Teheran, in auto per pregare
Un brusco e doveroso stop ha interessato anche la sfera religiosa, a causa dell’inarrestabile diffusione del Coronavirus, che ormai da settimane attanaglia il mondo intero. Molte sono le polemiche sul da farsi: c’è chi ritiene sia giusto sospendere le messe ed evitare qualsiasi tipo di assembramento e c’è chi, invece, è fermamente convinto del contrario.
E poi c’è chi non si è arreso dinanzi alla chiusura di moschee e santuari sciiti ordinata dal governo per prevenire la diffusione del virus. Tutto questo accade in Iran, dove un religioso ha deciso di organizzare a Teheran una sorta di ’drive-in halal’, ovvero assistere in auto alla preghiera. Infatti, dall’inizio del mese di Ramadan, come riporta ’Radio Farda’, chi sente il bisogno e chi vuole può recarsi la sera ad Eram Park, un centro ricreativo nella zona ovest della capitale iraniana, per assistere in macchina all’esibizione di Saeed Haddadian, che canta le tragedie ed il martirio degli Imam sciiti.
Ma chi è Haj Saeed? È un maddah, una parola presa in prestito dall’arabo e che significa ‘colui che canta le lodi di qualcuno’, i dodici Imam sciiti nel contesto iraniano.
Un’idea che non soltanto ha avuto un grandissimo successo, ma ha anche generato una fortissima emozione e commozione tra i fedeli, anche perché molti sciiti credono che piangere per il profeta dell’Islam e i dodici Imam sia un atto di pietà e che saranno poi ricompensati da Dio per la loro devozione.
Così come è accaduto in Piazza San Pietro durante il rito della Via Crucis, vedere la Grande Moschea de La Mecca interamente vuota durante la preghiera del venerdì ha colpito milioni di musulmani in tutto il mondo questo mese di Ramadan. La comunità islamica ha infatti vietato il pellegrinaggio al luogo di culto e la preghiera collettiva nelle moschee. Una decisione indubbiamente sofferta, ma necessaria per cercare di contenere la pandemia da Coronavirus. Non era mai accaduta una cosa del genere… un evento di così grande portata, in cui i musulmani erano soliti riunirsi insieme nella preghiera, è stato gestito applicando tutte le restrizioni del caso e soprattutto vietando qualsiasi tipo di assembramento.
Nonostante la difficile e delicata situazione nella quale viviamo attualmente, c’è chi non perde la speranza, chi ha fede in un futuro migliore, proprio come questo fedele che ha escogitato un modo assolutamente originale per avvicinare i fedeli al culto religioso, per cercare di mantenere viva la propria religiosità e per condividere insieme questo momento così surreale per tutti. Un momento in cui occorre essere uniti, in cui la preghiera può essere il giusto collante per creare una catena umana di solidarietà, di vicinanza e di affetto.
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