Cresce il debito pubblico dei paesi europei

A 10 anni dalla crisi, non potrebbero affrontare ulteriori recessioni o contrazioni della produzione di valore aggiunto

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I dati dell’Eurostat offrono la possibilità di analizzare il valore del debito pubblico consolidato. Quest’ultimo è una misura presente nell’interno della normativa europea che prende in considerazione tutti i debiti dello stato nei vari settori, attraverso una classificazione che somma gli elementi indicati di seguito: “currency and deposits” + ”debt securities” + ”loans”. I dati vengono espressi in percentuale del prodotto interno lordo. È possibile stilare un ranking con riferimento all’esercizio 2017. In modo particolare, nel 2017 al primo posto della classifica per debito pubblico consolidato come percentuale del PIL c’era la Grecia, con un valore pari a 178,6%; al secondo posto l’Italia, con un valore pari a 131,8% e al terzo posto il Portogallo, con un valore pari a 125,7%. A metà classifica, ovvero in quattordicesima posizione, troviamo la Germania con un valore pari a 64,1%, al quindicesimo posto la Finlandia con un valore pari a 61,4% e al sedicesimo posto i Paesi Bassi con un valore pari a 56,7%. Chiudono la classifica la Repubblica Ceca con un valore pari al 34,6%, la Bulgaria con un valore pari al 25,4%, e il Lussemburgo con un valore pari al 23,00%.

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Tra i vari paesi presenti sono stati presi in considerazione l’Italia, la Germania e la Francia, per analizzare il ruolo del debito pubblico nel periodo compreso tra il 2010 e il 2017.

Italia. Il debito pubblico in Italia nel 2010 è stato pari ad un ammontare del 115,4% del PIL. Tra il 2010 e il 2011 il debito pubblico consolidato in Italia è passato da un valore pari a 115,4% fino ad un valore pari a 116,5% ovvero una crescita di 1,1 unità pari ad un valore dello 0,95%. Nel passaggio tra il 2011 e il 2012 il valore del debito pubblico consolidato in Italia è passato da un valore pari a 116,5% fino ad un valore pari a 123,4% ovvero una crescita di un valore pari a 6,9 unità pari al 5,92%. Nel passaggio tra il 2012 e il 2013 il valore del debito pubblico italiano è passato da un ammontare pari a 123,4 fino ad un valore pari a 129 unità ovvero una crescita di 5,6 unità pari a 4,54%. Nel passaggio tra il 2013 e il 2014 il valore del debito pubblico consolidato in Italia è passato da un valore pari a 129% fino ad un valore pari a 131,8% ovvero una crescita di 2,8 unità pari al 2,17%. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 il valore del debito pubblico italiano consolidato è passato dal 131,8% del PIL fino ad un valore pari a 131,5% del PIL ovvero un valore pari a -0,3 unità pari ad un ammontare dello 0,23%. Nel passaggio tra il 2015 e il 2016 il valore del debito pubblico consolidato è passato da un valore pari a 131,5% fino ad un valore pari a 132% ovvero una crescita pari allo 0,5% equivalente ad un ammontare dello 0,38%. Nel passaggio tra il 2016 e il 2017 infine il valore del debito pubblico consolidato è passato da un ammontare pari a 132% fino ad un ammontare pari al 131,8% del PIL ovvero una riduzione di 0,2 unità in valore assoluto e pari a -0,15 in valore percentuale. Nel complesso tra il 2010 e il 2016 il valore del debito pubblico consolidato è cresciuto di un ammontare pari a 16,4 unità equivalente ad una crescita del 14,21%.

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Germania. Il valore del debito pubblico in Germania espresso in termini percentuali del PIL è diminuito nel periodo tra il 2010 e il 2017. Nel 2010 il valore del debito pubblico tedesco è stato pari all’80,9% del PIL. Nel passaggio tra il 2010 e il 2011 il valore del debito pubblico tedesco è diminuito da un valore pari a 80,9% fino ad un valore pari a 78,6% ovvero una riduzione pari ad un valore di -2,30 unità pari ad una riduzione del 2,84%. Nel passaggio tra il 2011 e il 2012 il valore del debito pubblico consolidato è cresciuto da un valore pari a 78,6 fino ad un valore pari a 79,8% ovvero una crescita pari ad un ammontare di 1,20 unità ovvero pari ad un valore di 1,53%. Nel passaggio tra il 2012 e il 2013 il valore del debito pubblico consolidato è cresciuto da un valore pari a 79,8 fino ad un valore di 77,5% ovvero una diminuzione di -2,30 unità pari a -2,88%. Nel passaggio tra il 2013 e il 2014 il valore del debito pubblico consolidato tedesco è cresciuto da un valore pari a 77,5% fino ad un valore pari a 74,7% ovvero una riduzione pari a 2,80 pari ad una riduzione del 3,61%. Nel passaggio tra il 2014 e il 2015 il valore del debito pubblico consolidato è diminuito da un valore pari a 74,7 fino ad un valore pari a 71,00% ovvero una riduzione pari ad un ammontare di -3,70 unità pari ad un valore di -4,95%. Nel passaggio tra il 2015 e il 2016 il debito pubblico tedesco è diminuito da un valore pari a 71,00% fino ad un valore pari a 68,2% ovvero una diminuzione di 2,80 unità pari ad un valore del -3,94%. Tra il 2016 e il 2017 il valore dell’andamento del debito pubblico consolidato tedesco è passato dal 68,2% del PIL fino ad un valore pari a 64,1% del PIL. Nel complesso nel periodo considerato il valore del debito pubblico espresso in percentuale del PIL in Germania è diminuito di circa 16,80 unità in valore assoluto ovvero pari ad una riduzione del 20,77%.

Francia. Il valore del debito pubblico francese espresso in termini di PIL è cresciuto nel periodo tra il 2010 e il 2017. Nel 2010 il valore del debito pubblico francese in termini di PIL è stato pari all’85,3%. Tra il 2010 e il 2011 il valore del debito pubblico espresso in termini di PIL in Francia è cresciuto da un valore pari a 85,3% fino ad un valore pari a 87,8% ovvero una crescita di 2,5 unità pari ad un valore del 2,93%. Nel passaggio tra il 2011 e il 2012 il valore del debito pubblico consolidato in Francia è cresciuto dall’87,8% del PIL fino ad un valore pari a 90,6% ovvero una crescita pari a 2,8 unità equivalente al 3,19%. Tra il 2012 e il 2013 il valore del debito pubblico come percentuale del PIL è cresciuto di un ammontare pari a 2,8 unità passando da 90,6% fino ad un valore pari a 93,4% ovvero una variazione pari a 2,8 unità pari a 3,09%. Nel passaggio tra il 2013 e il 2014 il valore del debito pubblico in Francia come percentuale del PIL è cresciuto da un valore pari a 93,4 unità fino ad un valore pari a 94,9% ovvero una crescita di 1,5 pari all’1,61%. Tra il 2014 e il 2015 il valore del debito pubblico consolidato francese come percentuale del PIL è cresciuto da un valore pari a 94,9% fino ad un valore pari a 95,6% ovvero una crescita pari ad un valore di 0,7 unità equivalente ad un ammontare dello 0,74%. Tra il 2015 e il 2016 il valore del debito pubblico francese espresso in termini di PIL è cresciuto di 1 unità in valore assoluto passando da un valore paria 95,6% fino ad un valore pari a 96,6% ovvero una crescita dell’1,05%. Infine tra il2016 e il 2107 il debito pubblico francese in percentuale del PIL è cresciuto ulteriormente dello 0,4 percento in valore assoluto e dello 0,41% in valore percentuale passando dal 96,6% fino al 97,00%. Nel complesso del periodo considerato il valore del debito pubblico in percentuale del PIL è cresciuto di un ammontare pari ad 11,7 unità in valore assoluto pari ad un aumento del 13,72%.

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Conclusioni. Come appare evidente dai dati, la maggior parte della popolazione europea vive nell’interno di paesi-nazione i quali hanno degli elevatissimi livelli di indebitamento, spesso prossimi o superiori al 100,00%. La possibilità di sopravvivere ad un crisi sistemica, oppure ad uno shock esterno, in queste condizioni è abbastanza ridotta. L’Unione Europea è stata spesso criticata per il fatto di avere puntato sull’austerità nel periodo successivo alla crisi economico-finanziaria del 2007-2008. Tuttavia, a 10 anni dall’inizio della crisi, i paesi europei appaiono indeboliti e con grave difficoltà potrebbero fare fronte ad una ulteriore depressione finanziaria. Appare evidente pertanto il pericolo dei governi populisti e demagogici nella loro dimensione assistenzialistica, la quale baratta la stabilità finanziaria dello stato, che è un bene pubblico sia per i cittadini dello stato sia per i cittadini europei, con politiche rivolte al mantenimento delle promesse elettorali. Il costo in termini di tassazione futura delle manovre espansionistiche realizzate nell’interno dei paesi indebitati appare un ulteriore elemento di fragilità finanziaria in uno scenario orientato al rischio di crisi.

Angelo Leogrande

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