DANIELE CIMA

True colors

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Un personaggio fuori dall’ordinario, Daniele Cima, che vanta oltre mezzo secolo di carriera come art director, graphic designer e visual artist.

Coloratissimo - come le sue opere - è il monito vivente della sua profonda convinzione: “Il creativo ha due nemici: l’ovvietà e la bizzarria”.

In questa frase è già contenuta tutta la storia e la visione dell’artista: con lui non ci sono giri di parole, si va dritti al punto. Daniele Cima è un uomo diretto, sicuro di sé, a tratti tagliente ma non lasciatevi ingannare: dietro tanto rigore c’è un arcobaleno di colori pronto ad esplodere.

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Daniele Cima

“L’OVVIETÀ è una di quelle cose da evitare assolutamente”, sentenzia: essere banali, essere prevedibili, essere ciò che la società si aspetta che siamo, non è certo un vanto per l’essere umano, men che meno per l’artista.

Daniele ne parla come di una malattia e prescrive personalissime “terapie” per contrastarla: “L’essenziale - dice - è realizzare i propri concetti in maniera inusuale, sorprendente. Tutto può essere fatto con una modalità non ovvia, anche la cosa più ovvia“, basta aggiungere quel tocco personale che fa la differenza.

Il suo motto è: “Et si omnes ego non”, ovvero fare le cose diversamente da come le fanno gli altri. Voglia di protagonismo? Sindrome da bastian contrario? No, semplicemente esigenza di essere se stesso fino in fondo.

La BIZZARRIA è esattamente l’opposto. Può essere erroneamente vista come una reazione all’ovvietà ma l’artista la considera un qualcosa di prevedibile e scontato. Fare cose “strane” attira certamente l’attenzione su di sé, ma non è questo il punto. “Questo tipo percorso fu già intrapreso un secolo fa dai dadaisti, dai surrealisti e da altri movimenti successivi ma il tutto fu condito da intelligenza e contenuto”, spiega Daniele Cima. È appunto questo che fa la differenza. Ciò che conta non è attirare l’attenzione su di sé, sulle proprie stranezze ma veicolare un messaggio il cui potente linguaggio non passi inosservato.

L’ovvietà come pensiero standardizzato e la bizzarria come stravaganza, sono quindi i due “demoni” con i quali ha lottato per tutta la vita e di cui ci racconta nel libro My war versus the obvious (Rizzoli ed.). In questo volume sono raccolti 50 anni di lavoro, dal 1970 ad oggi.

Questo è il primo di quattro progetti che Daniele Cima ha realizzato durante il lockdown del 2020.

In un momento in cui il mondo sembrava essersi fermato, l’artista è diventato ancora più fecondo: “Si fa di necessità virtù” - sottolinea - “e del resto certe situazioni, anche quelle di chiusura, rappresentano uno stimolo per la creatività”.

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“Diario grafico di un genio - Reclusione milanese, 22 Aprile OTTAVA SETTIMANA - Day 46” by Daniele Cima”

Un altro progetto interessante è il “Diario grafico di un genio” che raccoglie le tavole realizzate quotidianamente durante il lockdown. Ogni giorno, per 58 giorni consecutivi, Daniele traduce graficamente il vissuto e gli stati d’animo di quel particolare giorno, trasformando le emozioni incontenibili (almeno quelle!) in opere d’arte di tutto rispetto.

In questi pezzi unici, vediamo applicata in pieno la sua convinzione di sempre: NO all’ovvietà e alla bizzarria.

I numeri: cosa c’è di più ovvio e scontato? Li vediamo e li scriviamo ogni giorno ma mai come ha fatto lui. Ad ognuno di essi Daniele Cima ha creato un “abito”, un stile personale ed irripetibile.

In calce alle tavole, poi, un piccolo report della situazione pandemica di quel giorno.

Ci troviamo di fronte a una sorta di diario di bordo attraverso il quale l’artista lascia traccia delle emozioni vissute in un periodo così surreale, fatto di giorni buoni e meno buoni ma pur sempre, nonostante tutto, coloratissimi.

Queste 58 tavole sono diventate un libro e riprodotte su stampe fine art, T-shirt e shoppers.

Il tutto acquistabile online, il cui ricavato sostiene il progetto MAI SOLO che aiuta le famiglie più colpite dalla situazione pandemica.

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Una delle coloratissime camicie by Daniele Cima

Come terzo progetto, Daniele Cima ha disegnato i tessuti di alcune camicie assolutamente rappresentative, dove ritroviamo sapientemente mescolati il rigore Bauhaus - la sua fonte d’ispirazione principale - con le colorazioni afro, un equilibrio che solo una mente visionaria come la sua poteva far sposare.

In fondo, Daniele non ha fatto che rivestirsi di se stesso, creando un capo di abbigliamento che è la perfetta trascrizione del suo habitus caratteriale. “Mi sento molto rappresentato dal colore - afferma - perché nonostante tutto ho una percezione allegra della vita e un pensiero positivo”.

Daniele Cima controbilancia con il colore la grigia atmosfera di disfattismo e di tristezza che sembra dominare questo mondo. Egli riesce, sempre comunque, a trarre da una situazione negativa qualcosa di positivo, sostituendo vitalità e freschezza alla pesantezza di giorni sempre uguali.

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“Alphabet” - composizione di quattro tele dipinte con colori acrilici 57x57 cm by Daniele Cima

Il quarto coloratissimo progetto si chiama Alphabeth ed è un alfabeto che crea immagini anziché parole.

Ogni lettera ha un design particolare che racconta una storia, un pensiero, una visione. E torniamo all’idea di base della lotta all’ovvietà. Tutti, ormai, conosciamo a memoria le lettere dell’alfabeto e le riproduciamo con scioltezza, anche con font diversi. Il “genio” di Daniele è stato di quello di codificare le lettere in una maniere completamente diversa dall’usuale. L’artista invita l’osservatore ad aprirsi ad un nuovo modo di guardare le cose, anche se le ha viste migliaia di volte. È la solita fuga dall’ovvietà senza però scadere nella bizzarria: anche se le lettere dell’alfabeto sono sempre le stesse, tra le mani di Daniele diventano un qualcosa che non ci si aspetta.

Riassumendo, OVVIETÀ e BIZZARRIA: questi sono i due opposti dai quali Daniele Cima ha sempre cercato di mantenersi distante, ricercando costantemente un equilibrio e personale.

Ci è riuscito? La parola ai posteri!

L’intervista che segue è stata realizzata da “Tavoli HeArt” per la Social TV della storica Libreria Bocca di Milano, all’interno della splendida cornice di Galleria Vittorio Emanuele II.

La Libreria Bocca dal 1775 è locale Storico d’Italia con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali.

International Web Post - nella persona del suo fondatore e direttore Attilio Miani - si fa portavoce di questa realtà, dando voce ad una realtà editoriale che è parte del nostro patrimonio culturale. #socialtvlbocca

Dove trovare Daniele Cima:

https://www.danielecima.com

https://www.facebook.com/danielecimart

https://www.instagram.com/danielecimart/

Simona HeArt

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