DIARIO DI BORDO DEL BUCHMESSE

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La giornata inizia con una panoramica sul grattacielo di fronte al Buchmesse altresì noto come matitone. Dopo un lungo percorso nella struttura immensa, al padiglione numero 5 c’è l’Italia. Ci vogliono pochi passi e pochi secondi per scorgere la scritta Di Carlo Edizioni che ci rappresenta, in quei migliaia di mq calpestabili da piedi e toccati da storie differenti che si intrecciano con tutti i profumi delle cucine mondiali.

“L’adrenalina era al massimo, così come la visibilità che porta una ventata di freschezza alla letteratura italiana che ci riempie di gioia”.

Queste le parole di Antonello Di Carlo.

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Una reggiana accanto porta in alto la bandiera della “Reggio Children” casa editrice specializzata in letteratura di bambini e compatriota dell’editore. L’Emilia in questo caso si occupa solo di tematiche relative ai ragazzi.

Dopo un’ora arriva la visita del presidente dell’Associazione Italiana Editori che riempie di vita la storia del Buchmesse. Da quel momento iniziano i contatti, le collaborazioni e le conversazioni.

Alle ore 11:30 c’è la conferenza stampa durata circa mezz’ora in cui intervengono il presidente dell’AIE, l’ambasciatore italiano che brinda all’inaugurazione e auspica a tutti i partecipanti un sereno proseguo per questa nuova avventura .

Ore 12:30 arrivo dell’ambasciatore alla nostra postazione, si scattano foto e si conversa felicemente.
Fino alle 16:30 è un continuo intervallarsi di amici, chiacchiere, libri e cultura.

Gli autori cominciano ad arrivare, si scambiano dirette social con il pubblico distante, che segue felice le novità della casa editrice sbarcata in quel di Francoforte.

Tra dirette facebook interviste e caffè letterari si conclude il primo giorno dell’inaugurazione della fiera più attesa dell’anno nel panorama Internazionale: il Buchmesse.

Le case editrici a partecipare sono parecchie e portano in alto il nome dell’Italia.

QUEL FILO ROSSO CHE UNISCE LE LETTERATURE MONDIALI

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Nei giorni successivi le emozioni continuano, c’è il Muro del Buchmesse, l’unico muro, pieno di scritte che ricorda in alcuni momenti la Francia con i suoi “Je t’Aime” parigini e in altri il più noto e maliconico Muro di Berlino, venuto giù nel 1989 per unire e mai per dividere.

Il Buchmesse diventa unione di storie che scolpiscono firme nella storia e tra i colori lasciano il segno di un evento che rimarrà nei cuori di molti e negli scritti di altrettante persone.

Se Italo Calvino camminasse tra di noi avrebbe tessuto una tela ricamata e sarebbe rimasto piacevolmente colpito dallo spazio concessogli da Francoforte.

Grazie anche al contributo della casa editrice Einaudi, che con Ernesto Ferrero ne ricorda le gesta; storiche e lettararie, un resistente che non demordeva e usava la penna come unica arma per combattere la diversità e scrivere le contraddizioni dell’uomo.

Lo stesso uomo che al contempo ama, pretende e vuole.

Con “Buon compleanno Italo Calvino!” il Buchmesse omaggia l’autore che viene finalmente festeggiato a Francoforte.

La Germania promuove Italo Calvino nel padiglione italiano quasi del tutto dedicato a lui per festeggiarne il centenario tramite frasi e immagini di suggestiva evocazione.

Mai come in questo contesto il linguaggio e la narrativa di Italo Calvino ne ricalcano la contemporaneità e lo rendono una figura attuale più che mai.

La casa editrice Einaudi attraverso le parole di Ernesto Ferrero, nel quarto d’ora dedicato al contributo dello scrittore, di cui viene letto un estratto, volto a presentare un volto che forse di presentazione non ha bisogno neanche più.

Si parla di minimalismo, essenzialità e ritorno a ciò che conta, in un passaggio dalla giovinezza alla vecchiaia, volta a recuperarne il senso, sempre che poi un senso ci sia davvero.

Forse è proprio la scrittura a regalarne uno.

La penna è capace di trovare il senso in una cultura che unisce piuttosto che dividere e lo fa attraverso il tempo e le opere degli autori.

Nonostante i padiglioni separati ma concentrati in quest’unica grande area espositiva, la fiera del libro risulta un porto sicuro dove approdare tranquilli con le stive piene di libri.

UN ANTI RITRATTO QUELLO DI CALVINO? SI’ PERCHE’ E’ IMPOSSIBILE RITRARLO.

Un anti-ritratto, quello di Italo Calvino, perché è impossibile ritrarlo.

Va sentito, capito e percepito con le corde dell’anima, e la penna empatica dell’autore si promette di farlo.
L’immaginario è quello del ben noto “Barone Rampante”, perso nella natura.

Vive sugli alberi il Barone ma è comunque intento nello scrivere per cercare di dare un senso, di trovare una strada.

Natura e scrittura quindi, due mondi collegati da un filo più che visibile.

Proprio questo filo, tramite la sensibilità dell’autore viene disegnato tra le pagine di questo scritto. Riscoperto e apprezzato tardivamente ma che con questo libro torna ad essere più vivo che mai.

CHI E’ ERNESTO FERRERO

Direttore editoriale famigerato di Einaudi, di Garzanti e direttore fino al 2016 del nostrano Salone di Torino apre la presentazione con delle parole che fanno riflettere tratte proprio dalla penna di Italo che riesce con il suo neorealismo a creare ponti, quelli che ad oggi, proprio come l’arte e la cultura sono utili per colmare le divisioni e cancellare le diversità.

CONTRIBUTI

Il Buchmesse è anche costellato da citazioni del poeta a coinvolgere il cammino nel mondo dei libri e dell’editoria di autori, appassionati e scrittori.

“La pagina ha il suo bene solo quando la volti e c’è la vita dietro che spinge e scompiglia tutti i fogli del libro. La penna corre spinta dallo stesso piacere che ti fa correre le strade. Il capitolo che attacchi e non sai ancora quale storia racconterà è come l’angolo che volterai uscendo dal convento e non sai se ti metterà faccia a faccia con un drago, uno stuolo barbaresco, un’isola incantata, un nuovo amore.”

Tratto da Il Cavaliere Inesistente 1959

“Aveva questo Marcovaldo un occhio poco adatto alla vita di città: cartelli, semafori, vetrine, insegne luminose, manifesti, per studiati che fossero a colpire l’attenzione, mai fermavano il suo sguardo che pareva scorrere sulle sabbie del deserto. Invece, una foglia che ingiallisse su un ramo, una piuma che si impigliasse ad una tegola, non gli sfuggivano mai.”

Tratto da Marcovaldo, Le stagioni in città 1963

La notte durava venti secondi, e venti secondi il GNAC. Per venti secondi si vedeva il cielo azzurro variegato di nuvole nere, la falce della luna crescente dorata, sottolineata da un impalpabile alone, e poi stelle che più le si guardava più infittivano la loro pungente piccolezza, fino allo spolverio della Via Lattea, tutto questo visto in fretta, ogni particolare su cui ci si fermava era qualcosa dell’insieme che si perdeva, perché i venti secondi finivano subito e cominciava il GNAC.”

Tratto da Marcovaldo, Le stagioni in città 1963

Intanto continuano le iniziative fatte per il centenario di Calvino.

Le citazioni mostrate provengono dai libri più famosi come Il Cavaliere Inesistente (1959) che è un invito alla lettura e alla scrittura e tra le righe quella velata esaltazione a non scordare la letteratura: “La pagina ha il suo bene solo quando la volti e c’è la vita dietro che scompiglia tutti i fogli del libro. La penna scorre spinta dallo stesso piacere che ti fa scorrere le strade. Il capitolo che attacchi e non sai ancora quale storia racconterà è come l’angolo che svolterai uscendo dal convento e non sai se ti metterà a faccia con un drago, uno stuolo barbaresco, un’isola incantata, un nuovo amore.”

E ancora, ma stavolta da Marcovaldo ovvero le stagioni in città, (1963):

“Aveva questo Marcovaldo un occhio poco adatto alla vita di città; cartelli, semafori, vetrine, insegne luminose, manifesti, per studiati che fossero, a colpire l’attenzione, mai fermavano il suo sguardo, che pareva scorrere sulle sabbie del deserto. Invece, una foglia che ingiallisse su un ramo, una piuma che gli impigliasse una tegola, non gli sfuggivano mai.”

La vita bucolica, la natura, le stagioni che ricorrono anche in un ambiente avanguardistico come quello cittadino narrato attraverso le vicende di Marcovaldo che non si fermava mai ma guardava oltre l’orizzonte, aldilà del terreno per non rimanere ingabbiato dai mattoni delle costruzioni.

L’asfalto non serve a coprire le idee, deve farle rifiorire e per farle rinascere ha bisogno di annaffiarle con la naturalezza del semplice andando oltre al costruito, che diventa edificio, che diventa realtà solidificata e artificiale, tutto fuorché ciò che ispira il pensiero.

L’ULTIMO GIORNO SI CONCLUDE CON IL SALUTO ALLA SLOVENIA, OSPITE D’ONORE DI QUEST’ANNO E CHE PREPARA L’INGRESSO DELL’ITALIA, OSPITE D’ONORE DEL PROSSIMO ANNO.

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E’ proprio alla Slovenia infatti che è stato dedicato il padiglione numero 1, in qualità di paese ospite del 2023.

Durante una cerimonia emozionte la Slovenia viene salutata con grande commozione da tutti gli ospiti durante la presentazione svoltasi a porte chiuse e in cui non potevano mancare ringraziamenti, gratitudine sincera, da parte dei rappresentanti istituzionali della stessa.

Celebrazioni che avvengono durante un momento storico particolare per tutti noi.

La cultura come comunione d’intenti, di unione e fratellanza tra popoli in un momento di tale profondità e spessore emotivo e sociale che risulta quasi impossibile non commuoversi, di fronte a cotanta bellezza.

Tra le parole di Dante, in un video costruito ad hoc per ricordare la storia della letteratura italiana ed esportarla ancor di più nel mondo, la storia dei popoli si unisce e si intreccia sempre di più.

Si parla di amicizia, condivisione, irrequietezza che porta arte perché senza quella scintilla che costruisce bellezza non ci sarebbe fantasia.

Le immagini, tra i vari paesi, danzano, scorrendo tra le note del violino di Francesca che è stata chiamata a rappresentare l’Italia e esegue 3 grandi artisti classici.

Bellissima, bionda, delicata e raffinata, nel nero dei lustrini porta talento oltre che bellezza sul palco, la stessa bellezza che certamente l’Italia, con la sua presenza e il suo contributo si promette di portare l’anno venturo.

Arianna Tomassetti

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