DICIOTTI, E’ SFIDA ALL’UE SUI MIGRANTI

Di Maio: "Stop ai fondi". Salvini lo corregge: "Pagheremo meno". L’Ue non si muove

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I quotidiani di questi giorni hanno i titoli delle prime pagine dedicati alla vicenda della nave Diciotti con le minacce del vice presidente del Consiglio Luigi Di Maio all’Unione Europea.
Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, a cui si è unita la voce di Luigi Di Maio, non sembra avere l’intenzione di consentire lo sbarco dei passeggeri della Diciotti e continua con la suo propaganda social. Una vicenda che va avanti da giorni senza nessun rispetto delle regole e dei diritti umani.

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C’è una questione sanitaria e umanitaria e una questione di sicurezza in ballo. I migranti sul barcone, oltre che essere provati, potrebbero spazientirsi e sull’imbarcazione potrebbe esserci tensione, nonostante l’ottimo lavoro svolto fino a questo momento dagli uomini della Guardia costiera, a cui dovrebbe andare un sentito ringraziamento da parte di tutto il Paese. Pensate a questi 150 migranti, che dopo un viaggio lunghissimo, una prigionia in Libia e una pericolosa traversata, si ritrovano da giorni a bordo di quella nave che per loro rappresentava la salvezza. Non sarà facile continuare ancora per molto a tenere gli animi calmi.

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Intanto, Di Maio ha minacciato di “tagliare i fondi che diamo all’Unione Europea”. L’Europa non ha tardato a farsi sentire e, attraverso il portavoce della Commissione, Alexander Winterstein, ha fatto sapere che “le minacce non sono d’aiuto e non porteranno ad avvicinarsi a una soluzione”. La prima replica arriva dal Viminale, dove fonti vicine al ministro dell’Interno non nascondono l’irritazione di Salvini per l’immobilismo dei partner europei. Il flop del vertice di giugno, fanno sapere dall’entourage del ministro leghista, “è l’ennesima dimostrazione che l’Europa non esiste”, tanto che nessuno degli stati membri “ha ritenuto di sottoscrivere un comunicato”, anche perché nonostante le parole e le promesse non ci sono le basi - spiegano ancora gli ambienti vicini a Salvini - di un accordo per indicare una nuova procedura standard per il soccorso, lo sbarco e la ridistribuzione degli immigranti. Morale? Se alla Ue non viene voglia di trovare una soluzione per il caso della nave italiana, dalla Diciotti non sbarca nessuno. Sulla minaccia di Di Maio nemmeno una parola, anche se si ribadisce che il governo è compatto.

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Sarà vero? Il ministro degli Esteri Enzo Moavero paventa il bluff e precisa che pagare i contributi alla Ue “è un dovere legale”. Che il fronte sia poco compatto sull’ultimatum lo dimostra pure la presa di posizione del premier Conte. Che attacca l’Ue, ma dribbla la questione del taglio dei contributi. Che la vicenda sia complessa lo si comprende dal fatto che la soluzione sembra essere alquanto lontana. Intanto, la Banca centrale europea ha reso nota la fuga degli stranieri da Bot e Btp. In totale, secondo i numeri della Bce, il deflusso di capitali sarebbe di 72 miliardi in due mesi, 34 miliardi a maggio e 38, appunto, a giugno. Un disimpegno che riguarda in gran parte obbligazioni statali, ossia i titolari stranieri di Bot e Btp. Un dato mai così negativo dal 2012, quando ci fu la crisi del debito italiano, in parte dovuto all’aumento dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve che rende più conveniente investire negli Usa.

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Ma la causa principale, visti i numeri, è un crollo della fiducia verso l’Italia. Un crollo cominciato non subito dopo il voto del 4 marzo, dunque non dovuto a ragioni pregiudiziali, ma a maggio, dopo l’accordo di governo e dopo le prime indiscrezioni sul programma “per il cambiamento”. Il dubbio che sta frenando gli investitori, dunque, è se l’Italia riuscirà a mantenere ciò che ha promesso, soprattutto riforma delle pensioni e reddito di cittadinanza, senza sfasciare i conti pubblici. Un nodo che verrà al pettine con la presentazione della bozza della legge di Bilancio per il 2019, attesa per metà settembre. Non resta che aspettare.

Mary Divella

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