DOPO ANNI DI AMMINISTRAZIONE FALLIMENTARE DELLA SINISTRA, TARANTO PUNTI ALLA VALORIZZAZIONE AMBIENTALE

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Dopo l’esperienza dell’amministrazione Di Bello che aveva lasciato la città in deficit per aver sperperato danaro in molte opere inessenziali, le successive amministrazioni non sembrano aver prodotto risultati migliori per la città e per i tarantini i quali, invece di progredire, sono scesi a livelli di disoccupazione ancor più paurosi con tutte le problematiche relative al porto e al complesso ILVA, le cui vicende hanno toccato livelli di drammaticità estremi con la chiusura parziale dei cantieri e le lotte per il disinquinamento.

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L’amministrazione dell’ex sindaco Stefano di professione pediatra, pur nel rispetto della sua buona indole, non ha prodotto grandi cambiamenti nè ha risolto le controverse questioni della città alle prese con i soliti gravi problemi occupazionali.

cms_9192/2v.jpgNon sempre infatti una laurea, sia pure in medicina, è garanzia di competenza nella gestione di una città problematica come Taranto. Di conseguenza, anche la gestione dell’ex sindaco Stefano è risultata per molti aspetti deludente. Un sindaco medico, probabilmente non del tutto competente su questioni diverse dall’attività medica, non ha avuto la grinta sufficiente per affrontare con autonomia le questioni calde che Taranto doveva risolvere, affidandosi egli stesso a collaboratori per ogni importante iniziativa. E’ così che la città di Taranto si è ripiegata su se stessa, nonostante dall’esterno si elogiassero le potenzialità che l’ambiente tarantino offriva con il suo ampio porto e il meraviglioso mar piccolo.

L’attuale amministrazione, anche questa di sinistra, nata con grandi auspici per l’imprenditorialità tarantina di cui il candidato Melucci vantava competenza, si è arenata per aver il nuovo sindaco seguito la linea politica del presidente regionale Emiliano al punto che alcuni incarichi comunali sono stati affidati ad esponenti baresi deludendo i cittadini di Taranto che si sono visti escludere dal governo della Città per pretestuosa incompetenza. Non sono mancate, e non mancano infatti, opi nioni negative sull’operato di questa nuova amministrazione.

Nonostante tutto, una città può progredire e persino stupire le altre province se un sindaco sa rapportarsi ai propri cittadini con spontaneità, dialogo e spirito di collaborazione. Se rimane nel ‘palazzo’ più del tempo dovuto, se non ascolta a sufficienza i propri concittadini, se non emana provvedimenti utili al cambiamento è certo che mai nulla di positivo si concretizzerà in questa Taranto dormiente. Oggi, dopo 10 anni di passività e torpore, è giunto il momento che Taranto si svegli e cerchi quell’ossigeno che le è mancato in tutti questi anni. Il sindaco Melucci che fino ad oggi ha seguito i suggerimenti del presidente Emiliano, possa finalmente comprendere le ragioni di uno sviluppo di cui la città ha urgente bisogno, ragioni non solo legate alla questione Ilva, che, con opportuni provvedimenti anti -inquinamento, rappresenta ancora una possibilità occupazionale per tanti lavoratori, ma ragioni legate soprattutto alla bellezza delle risorse naturali di cui il territorio è ricco. Risorse che, valorizzate con interventi di bonifiche, ricostruzioni e rimboschimenti possano condurre Taranto ad un livello di civiltà e di competitività che attualmente sono ancora troppo bassi.

C’è bisogno di uno stuolo di giovani volenterosi cui vengano assegnati compiti di riconversione perché la città vecchia, da focolaio di drogati, di spacciatori, di ladruncoli e ladroni, di vandali che rompono finestre e portoni delle altrui proprietà, diventi il luogo della civiltà, dell’arte , della storia e soprattutto della sicurezza. Un luogo dove i tarantini, gli studenti, i turisti e gli anziani possano respirare l’aria antica della storia e della cultura magno - greca.

Estirpare la delinquenza dalla città vecchia istituendo un controllo continuo a 360 gradi in diversi punti del borgo, dove oggi i residenti sono ancora ostaggio di malavitosi, è un dovere da parte di questa amministrazione, il solo vero passaporto che può catapultare Taranto verso orizzonti di competitività e vivibilità.

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Se questo nuovo sindaco, di cui inizialmente si elogiava la buona volontà, non riuscirà a portare la città a livelli di efficienza in tutti i settori, soprattutto quelli che riguardano le questioni del Porto, dell’ILVA , della Città Vecchia e dell’ambiente, si potrà dire che i tarantini saranno ricaduti in una ulteriore trappola senza uscita.

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Taranto ha uomini capaci, lungimiranti, intraprendenti, professionalmente competenti che amano davvero la propria città e potrebbero farla rifiorire partendo dalla salvaguardia ambientale ovvero da quelle meravigliose aree geografiche per anni abbandonate all’azione inquinante di rifiuti. Queste aree, sapientemente gestite, potrebbero rilanciare Taranto nel mondo come città unica per la storia che essa racchiude e di cui i reperti archeologici ne sono testimonianza. Per traghettare Taranto tra le prime città della Nazione e per operare il miracolo della trasformazione ambientale, c’è bisogno anche di un sindaco ‘follemente’ innamorato della città, tale da spronare assessori e consiglieri, coinvolgendoli nella nuova azione di risanamento e rivalutazione della città. Ci vuole un sindaco in grado di camminare al fianco dei suoi concittadini dai quali poter attingere la saggezza necessaria per comprendere dove e come si deve intervenire per realizzare un progetto di vivibilità senza mafie e senza rifiuti maleodoranti, di cui la nostra splendida città è piena.

Elena Quidello

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