DRAMMA MIGRANTI, LA LOUISE MICHEL CHIEDE AIUTO: 262 VITE A RISCHIO

Il battello è sovraccarico e non può manovrare in sicurezza, nella totale indifferenza dell’Unione Europea

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“Abbiamo soccorso altre 130 persone, di cui molte donne e bambini, e nessuno ci aiuta! Stiamo entrando in stato di emergenza. Ci serve supporto immediato dalla Guardia Costiera e dalle Forze Armate di Malta. Stiamo salvaguardando 219 persone con un equipaggio di 10. Unione Europea, agisci!”. Con questo terribile tweet, l’equipaggio della nave Louise Michel, recentemente acquistata dall’artista Banksy per scopi umanitari, ha chiesto disperatamente aiuto all’Unione Europea per risolvere una situazione che sta mettendo a serio rischio centinaia di persone. Un secondo tweet ha spiegato il dramma che si sta vivendo sulla nave in maniera ancora più cruda, e la vergognosa negligenza dell’UE: “C’è già un morto a bordo. Gli altri hanno bruciature da carburante, sono stati in mare per giorni e ora vengono lasciati soli in una Zona di Ricerca e Salvataggio dell’Unione Europea (!). Non lasciate che questa diventi una conta dei morti. Fate il vostro lavoro. Aiutateli”.

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Descrizioni, queste, che lasciano poco spazio a commenti e analisi: c’è solo tanta amarezza per una simile vergogna. Oltre ai 219 migranti a bordo, la Louise Michel starebbe tentando di salvaguardare anche altri 33 che si trovano su un gommone di salvataggio, seppur sia impossibile farli salire sulla nave, dato che la capienza massima di quest’ultima sarebbe di 120 persone. Il peso eccessivo e il sovraffollamento che l’imbarcazione sta sopportando le impediscono di manovrare in sicurezza, il che significa che, di fatto, essa è bloccata in mare, dove si trova ormai dal 18 agosto. Sembrerebbe, poi, che il cadavere presente a bordo non sia l’unica vittima, dato che 3 persone, hanno raccontato i sopravvissuti, avrebbero perso la vita in mare prima che la nave di Banksy potesse giungere in soccorso.

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Dopo le preghiere dell’equipaggio, chi ha deciso di intervenire è stata la Guardia Costiera italiana, che ha soccorso le 49 persone ritenute più a rischio con una motovedetta classe 300 di Lampedusa. L’aiuto principale per la Louise Michel sta però giungendo dalle altre Ong: si è mobilitata la Mare Jonio, come annunciato su Facebook Mediterranea Saving Humans. Il viaggio dal porto di Augusta, però, richiederà diverse ore. Inoltre, anche la Sea Watch 4 ha cambiato rotta per assisterla, pubblicando anch’essa un tweet di forte critica all’operato dell’UE: “Le autorità europee negano l’assistenza ancora una volta. La Ue si vergogni!”. Anche se l’emergenza sanitaria in corso richiede ovviamente maggiori controlli su coloro che entrano nel territorio, è orribile vedere come l’Occidente continui a considerare, di fatto, le vite dei migranti come vite “di serie B”. Non esiste scusa al mondo per lasciare in balia del mare centinaia di persone.

Giulio Negri

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