Da un’idea di Monsignor Francesco Cacucci

A Bari la retrospettiva di cinema per ricordare il Maestro Nino Rota

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“La musica è immagine” è il titolo della rassegna presentata al Circolo della Vela di Bari dedicata al grande maestro Nino Rota e alla sua musica in occasione della ricorrenza degli 80 anni del suo arrivo in terra pugliese. Il ciclo prevede una serie di incontri con la proiezione di film cui seguirà un dibattito tra i presentatori e il pubblico in sala. La serata di apertura ha intrattenuto gli ospiti presenti con la proiezione del film “Giulietta degli spiriti” di Federico Fellini, con le straordinarie musiche del maestro Rota.

Se volessimo sintetizzare il clima di rievocazione nostalgica del passato della serata dovremmo prendere in prestito il titolo di uno dei film più rappresentativi della cinematografia felliniana, e cioè Amarcord.

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L’iniziativa promossa in collaborazione con l’Arcivescovo di Bari, Mons. Francesco Cacucci ha potuto avvalersi del commento e dell’analisi puntuale e dettagliata di Sua eminenza, profondo conoscitore dell’opera firmata dai due grandi maestri. A Bari, e su tutto il territorio pugliese, i luoghi deputati ai massimi insegnamenti della musica sono dedicati al maestro Nino Rota: il conservatorio di Monopoli, da lui voluto come sezione staccata di quello barese e oggi sede autonoma, e l’auditorium del Conservatorio Niccolo’ Piccinni di Bari (n.d.R.: dopo 21 anni di abbandono, l’Auditorium solo da pochi mesi, e dopo una travagliata storia di restauri, è stato restituito alla cittadinanza), nato per espressa volontà del Maestro, di cui fu direttore.

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Eminenza, cosa resta a fruizione delle generazioni future dell’opera del Maestro Nino Rota in terra di Puglia?

Ritengo che dovremmo approfondire la conoscenza delle opere di Nino Rota, di questo musicista che è stato tra i più grandi del ‘900. Le sue musiche, inoltre, hanno doppia valenza in quanto, oltre ad essere dei capolavori, riescono perfettamente nel compito di veicolare il messaggio sul senso della vita del Maestro Fellini, tema sempre di intensa attualità.

Quale è stata l’esperienza del Maestro Rota con le musiche sacre?

Giovanissimo, a soli 12 anni, il Maestro Rota ha composto “L’infanzia di San Giovanni Battista”. Nella nostra terra ha composto una bellissima messa che è stata eseguita a Noci, presso l’Abbazia, molti anni addietro. Rota condivideva con Fellini il bisogno di trascendenza, il bisogno di Dio, quindi va sottolineata questa perfetta sintonia tra lui e il regista, una sintonia che era anche spirituale e che consentiva che le musiche divenissero un tutt’uno con l’immagine visiva. La musica non dovrebbe mai essere indipendente dal film, e proprio in “Giulietta degli spiriti” si comprende come anche la musica diventi immagine e dia i giusti contorni alle cose. E’ evidente, attraverso questa pellicola, la profonda identificazione sul piano artistico tra i due maestri.

Qual è il suo ricordo personale del Maestro Rota?

Nella nostra terra di Puglia molti sacerdoti, ma anche musicisti, hanno frequentato per due anni un corso di canto gregoriano organizzato dal conservatorio, e il Maestro veniva spesso da noi. Il ricordo particolare va a quella volta in cui diresse una messa che lui stesso aveva composto.

Giulietta Masina chiese, per i funerali di Fellini, di suonare il tema “Improvviso dell’Angelo” del Maestro Rota nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri a Roma. Qual è il significato di questa scelta?

Per Giulietta Masina il Maestro Rota è stato una specie di angelo nei confronti di Fellini. Era una donna dotata di una profondissima fede.

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Le colonne sonore del Maestro Rota colpiscono per eleganza e limpidezza, per una forza evocativa che illumina l’animo dei personaggi e amplifica l’immaginazione del regista. Questo fu il segreto del lungo sodalizio tra i due grandi Maestri del cinema. Nino Rota musicò tutti i film di Fellini a partire da “Lo sceicco bianco” (1952) fino a “Prova d’orchestra” (1979): un’intesa formidabile lunga 17 film. Il loro primo incontro è consegnato alla storia attraverso un aneddoto: Fellini, uscendo dalla Lux, notò un signore che aspettava l’autobus. Gli si avvicinò e gli chiese quale autobus stesse aspettando. Rota nominò un numero che non passava di là e, mentre il regista cercava di spiegarglielo, l’autobus si presentò. Questo racconto, per quanto inverosimile, riassume gli ingredienti che caratterizzarono il rapporto artistico tra i due, fatto di magia, empatia e irrazionalità. Il fatto che Fellini non si fosse mai dimostrato un amante della musica non creò alcuna difficoltà a Rota, che per i film del regista riminese si adattò volentieri a scrivere marcette dai ritmi circensi.

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La rassegna proseguirà con le proiezioni dello ‘Sceicco Bianco’ di Fellinie ‘Fantasmi a Roma’ di Antonio Pietrangeli,commentatodal sociologo barese Giandomenico Amendola. Chiuderà il ciclo di incontri il Maestro Rino Marrone con il coro delle voci bianche. La partecipazione di cittadini baresi che hanno personalmente conosciuto il Maestro Rota arricchirà di testimonianze dirette la serata.

Maria Cristina Negro

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