Davide Rocco Colacrai - poeta
"Ti sei accorta anche tu che siamo tutti più soli?"

L’International Web Post è lieto di riservare questo nuovo spazio ad una delle forme più nobili della creatività dell’animo umano: la poesia.
Riceviamo e ben volentieri pubblichiamo la poesia del poeta Davide Rocco COLACRAI, che arricchisce questa nostra rubrica "Sulle note dell’Anima”", di cui ciascun lettore potrà farsi protagonista inviandocene la propria.
Il nostro commento
L’autore in questa poesia ci accompagna, attraverso un audace volo nei sentieri di uno sguardo panoramico, nelle infinite possibilità dell’esistenza, dimensione che partorisce sogni capaci di riscattarci dall’abisso della solitudine.
Davide Rocco con coraggio attraversa l’avventura del vivere con l’eroico atteggiamento di chi sa che è possibile rinunciare alle illusioni che addolciscono la vita e abbandonare l’immagine idealizzata di se stessi e degli altri, per ritrovare una possibile e accogliente intimità tra gli affetti sinceri e nella fedeltà di un cane. La nostalgia diventa memoria riparatrice di un doloroso presente.
L’autore, attraverso il recupero dei ricordi restituisce la speranza che il nostro vissuto non verrà mai sprecato perchè si eternizza in un futuro che annuncia possibili soluzioni alle strettoie esistenziali.
L’inizio della poesia ci introduce nell’eterna dialettica tra l’aspirazione alla libertà e la pesantezza materica della nostra umanità dolente.
Gli affetti e le emozioni sono il legame dialettico e risolutivo delle domande in attesa di possibili risposte. Ecco che il tempo e le ore si rincorrono in questa eterna nostalgia di un focolare accogliente, di un tenero ricordo dell’azzurro degli occhi paterni “culla del cielo”, “dimora di favole”che lasciano il seme che germoglierà nella fantastica invenzione di una vita parallela fatta di sogni capaci di addolcire gli angusti sentieri del quotidiano.
Il dolore della solitudine non lascia più spazio alle legittime domande perché troppo grande è il dolore consapevole della mancanza delle possibili risposte. Noi attori su un palcoscenico dobbiamo saper inventare e reinventare la nostra vita e sopportare l’assenza delle presenze amate.
In questa umile accettazione del vivere la terra diventa “culla delle stelle” e la tenerezza dei ricordi dimora dell’amore. Ecco che lo scenario si apre e, come nell’epilogo delle più belle favole appare la paterna mano consolatrice ed alla vita viene restituita la sua dignità.
Info:“Sulle note dell’anima” -International Web Post - Redazione di Nettuno - Via Santa Marinella 157 – 00048 Nettuno (RM)
Maria Casalanguida - Manuela Fiorini de Rensis
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