Dopo le navi delle ONG, Salvini difende il made in Italy

“Chiuderemo i porti alle navi cariche di riso cambogiano”

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Dopo la questione migranti, lo stop alle navi delle ONG, la recente chiusura dei porti alla nave “Aquarius” - che ha destato molti scontri e polemiche dentro e fuori i confini italiani -, il vicepremier e neoministro dell’Interno Matteo Salvini combatte al fianco di Coldiretti nella guerra al riso cambogiano. “La musica è cambiata! Dopo le navi delle Ong, potremmo fermare anche quelle che arrivano nei nostri porti cariche di riso cambogiano” dichiara il leader Leghista, che annuncia una lotta serrata in UE al cibo contraffatto che fa cattiva concorrenza ai produttori italiani.

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Un secco stop al Parmesan e alle mozzarelle contraffatte” sostiene Salvini, che poi alza il tiro contro l’Europa e lancia una revisione totale degli accordi commerciali che ledono gli interessi dei produttori italiani. I toni più accesi sono quelli contro le importazioni dall’est: “Siamo pronti a bloccare le navi cariche di riso asiatico e non saremo più lo zerbino dell’Europa”. Molti i dubbi e le perplessità anche all’apertura al mercato canadese, uno dei mercati dove il made in Italy è maggiormente contraffatto. In accordo con il ministro dell’Agricoltura, l’onorevole Centinaio, il leader leghista ha intenzione di rivedere gli accordi col Canada concentrando l’attenzione sul CETA. Il ministro Centinaio dichiara infatti: “Il Ceta, tanto per cominciare, legittima l’Italian sounding, la contraffazione del parmigiano italiano e delle mozzarelle made in Italy”.

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In definitiva, quella di Salvini sembra essere una difesa a tutto tondo del made Italy, con una revisione complessiva di tutti gli accordi con i Paesi del resto del Mondo che possono facilitare la contraffazione e la concorrenza sleale alla produzione nazionale. Questa battaglia per il made Italy sembra posizionare politicamente la Lega fuori dai suoi temi classici, a cui eravamo abituati. Non solo una lotta all’immigrazione senza controlli, quindi, ma una chiara visione di politica economica volta a proteggere gli interessi dell’Italia.

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Il premier Giuseppe Conte, in queste prime battute, non sembra cedere il passo alle potenze europee di Francia e Germania. Un buon segnale, che sembra volgere ad un’azione concreta di aiuto ai tanti imprenditori che hanno da sempre subìto delle imposizioni da Bruxelles, sebbene spesso ritenute ingiuste e contrarie alla propria libertà di impresa. Un’accortezza che potrebbe avere delle ricadute positive anche in termini di maggior occupazione e sviluppo economico. La battaglia sul food nazionale è solo all’inizio; c’è da considerare, in un futuro prossimo, la reazione degli altri Paesi UE e extra Ue, che rappresentano i maggiori mercati emergenti per l’expo Italiano.

Enrico Marotta

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