EDGAR DEGAS ... DONNE CHE SI LAVANO

Arte tra curiosità e misteri

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cms_26577/Edgar_Degas.jpgEdgar Degas (1834-1917) è un’artista francese, anzi parigino, personaggio di spicco del movimento impressionista, noto per le sue opere che rappresentano ballerine, cavalli e donne al bagno. Nato in una ricca famiglia di banchieri crebbe in un ambiente borghese colto e raffinato. Studiò i grandi maestri classici, in particolare fu influenzato da Ingres. Viaggiò molto, soprattutto in Italia, fu amico di Manet e partecipò alle mostre degli impressionisti assieme a Monet, Cezanne, Renoir e gli altri, ma diversamente da loro si rifiutò di dipingere all’aperto. Appena un accenno biografico, in quanto ho già scritto su Degas in un precedente articolo; in questo scritto tratterò dell’ultima parte artistica di Degas, quando l’artista si dedicò, usando i pastelli in modo nuovo, cioè con tratti veloci e graffianti, a ritrarre le donne mentre, apparentemente sole, si lavano, si insaponano, si asciugano accanto a tinozze e bacinelle, cercando di capire cosa sta dietro questo mondo apparentemente pulito.

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Negli anni Sessanta-Settanta dell’Ottocento, in Francia scoppiò la moda japonisme ovvero la passione per tutto ciò che aveva a che fare con il Giappone, kimono e ventagli, tè e seta, sakè e sushi e gli artisti non furono da meno si ispirarono all’ukiyoe. Di derivazione buddhista, il termine ukiyoe ha significato letterale di “immagine del mondo fluttuante” indicava in origine la fugacità dell’attaccamento ai beni terreni che il saggio doveva contenere, significato che si trasformò poi nel desiderio di amare e perdersi nell’effimero, nel fluttuante; è un genere di stampa artistica giapponese su carta nata per illustrare libri poi diffusasi in singole immagini nella cultura popolare.

Manet ritrae personaggi famosi accompagnati da stampe giapponesi come nel Ritratto di Emile Zola; molti dei dipinti di Gauguin sono tratti dalle stampe giapponesi; Van Gogh non è da meno, dipinge ponti giapponesi e poi rami di mandorli in fiore e ritratti come bonzi, poi Henri Toulouse-Lautrec, Pierre-Auguste Renoir, Gustav Klimt si ispirano al Giappone e Degas?

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Edgar Degas- Donna che fa il bagno- pastello- Museo d’Orsay-Parigi

Degas, le sue tante donne che fanno toilette sono ispirate alle Donne al bagno di Kitagawa Utamaro. Utamaro (1753-1806) è un artista giapponese conosciuto in tutto il mondo soprattutto come il pittore delle donne, donne bellissime eleganti e raffinate; tuttavia, Utamaro che ha una linea descrittiva delle forme che è di una bellezza ineguagliabile, fu molto attivo anche nel genere shunga, un soggetto erotico, che nel Giappone dell’epoca Edo, ovvero l’antica Tokio, veniva considerato alta forma di espressione artistica. Come ho scritto prima il mondo fluttuante dal Seicento in poi consisteva nel desiderio di amare e perdersi nell’effimero; le immagini del genere shunga sono eleganti nella linea ma sconvolgenti per le esplicite inusuali raffinatezze sessuali.

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Edgar Degas-dopo il bagno-pastello- Museo dell’Ermitage-San Pietroburgo

Degas dipinse le sue bagnanti, non come sembra apparire, nell’intimità della loro camera da letto, dove di solito stava al tempo la toeletta, ma nel suo atelier, dove aveva installato una vasca da bagno e vari accessori.

Joris-Karl Huysmans, letterato e critico d’arte francese, nel 1884 pubblicò À rebours, testo chiave del Decadentismo europeo. Il protagonista del romanzo, Des Esseints, nauseato dalla banalità della massa, si ritira a vivere in una villa che arreda come una sorta di tempio della raffinatezza estetica.

Egli rappresenta il fulcro del Decadentismo, è un collezionista, un dandy, un esteta, un flaneur quest’ultimo è un termine coniato dal poeta Baudelaire, è colui che ozia in spregio al logorio della vita attiva e lavorativa… uno che porta al guinzaglio delle tartarughe lungo le vie di Parigi.

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Edgar Degas- La tinozza- pastello- Musée d’Orsay-Parigi

Ebbene Huysmans così descrive la ragazza dentro la tinozza che si sta detergendo il collo con una spugna: «Qui è una di pelo rosso, grossa e grassa, infarcita, che curva la schiena, facendo spuntare l’osso sacro sulle tese rotondità delle natiche; si piega in due, volendo portare il braccio dietro la spalla per spremere la spugna che sgocciola sulla spina dorsale e ondeggia lungo le reni viva dio».

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Edgar Degas-Donna che si asciuga il piede- pastello- Musée d’Orsay-Parigi

Degas faceva posare in studio le sue modelle anche per ore, immobili e in varie posizioni, un lavoro stressante e faticoso pagato pochissimo, pretendeva che si comportassero come fossero sole, mentre egli le scrutava fin nei minimi particolari.

I pastelli sono luminosi, Degas con tratti veloci ed incisivi crea giochi di luce, le immagini appaiono semplici e spontanee, le donne colte nella loro intimità non appaiono né volgari e nemmeno provocanti tuttavia…

Queste scene osservate con occhi puri,sono semplici e naturali, non ci sembra di spiare ma la raffinatezza del voyeur nel guardare dietro al buco della serratura sta nell’essere invisibile, nel vedo non vedo, altrimenti diventa grossolanità, rozzezza e di questo il dandy ha orrore; il tema del bagno è già di per sé un indizio, all’epoca il lavarsi ogni giorno era ritenuto comune solo per le prostitute o gli ammalati.

Sempre il solito Huysmans con intento elogiativo descrive questi pastelli: «… egli avessi voluto usar rappresaglie e buttare in faccia al suo secolo l’oltraggio più eccessivo, con l’abbattere l’idolo costantemente risparmiato, la donna, che lui avvilisce. E allo scopo di ricapitolar meglio le sue ripugnanze, la sceglie grassa, panciuta e corta: [...] là è un donnone accoccolato che pende tutto da un lato, si solleva su una gamba e ci passa sotto il braccio, si rocca nella tinozza di zinco». E Degas così scrive… Io le mostro senza civetteria, allo stato di bestie che si lavano.

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Edgar Degas-Donna che si asciuga il collo-Musée d’Orsay-Parigi

Tiriamo un po’ le somme, i pastelli di Degas appaiono luminosi, aggraziate donne in modo naturale curano il loro corpo, niente di volgare, però sappiamo che le modelle sono costrette per pochi soldi a mostrarsi nella loro intimità davanti agli occhi scrutanti del pittore, la loro toeletta le dichiara come prostitute, appaiono graziose?

Ai nostri occhi forse, non agli occhi di Degas e di Huysmans, il critico d’arte che lo ha scoperto e ammirato, secondo ciò che scrivono loro stessi.

Degas era considerato un misogino, a cui piaceva nei suoi lavori imbruttire le donne, a tal proposito basti ricordare che Manet, dopo aver ricevuto un dipinto in dono, da Degas che lo rappresentava assieme alla moglie, alla vista di come Degas l’avesse dipinta brutta e sgraziata, distrusse parte del dipinto, i due amici litigarono di brutto anche se poi si riappacificarono.

Per Degas ritrarre le donne nelle loro abluzioni era quasi un’ossessione, di pastelli su di loro ne fece circa trecento ed erano solo per sé stesso, inoltre queste donne sono senza volto, come se a Degas non interessasse nient’altro che il corpo.

L’ispirazione per la serie di donne che si lavano giunge a Degas tramite l’arte del genere shunga dell’artista Utamaro, immagini esplicite e scabrose che hanno un qualcosa di troppo, qualcosa che attrae e qualcosa che respinge, la raffinatezza del sublime, dell’oltrepassare il gusto col gusto, ecco quello che forse celano le immagini di Degas… l’anima dannunziana di Andrea Sperelli, il personaggio centrale del romanzo Il piacere.

Des Esseints il personaggio di Huysmans va a braccetto con l’Andrea Sperelli di D’Annunzio.

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Edgar Degas- Donna nuda che si pulisce la coscia destra-pastello- Galleria d’arte moderna-Roma

Andrea Sperelli è il dandy italiano, cultore di gusti raffinati, collezionista e ricercatore del bello, vive la vita come fosse un’opera d’arte, nega il valore della legge morale, riconoscendo come valida solo la legge estetica, avendo repulsione della massa, è estimatore di raffinatezze particolari, sconosciute ai più, in lui si nasconde la mollezza, l’incapacità di volontà, ma egli (secondo lui) va perdonato, assolto e amato in quanto dotato di un gusto e di una sensibilità inusitati.

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Edgar Degas-Donna che si lava-pastello- Collezione privata

Emblematica per capire la linea sottile della raffinatezza-efferatezza, è la parte finale del romanzo, quando lo Sperelli che tenta di riallacciare la storia d’amore con Elena, la precedente amante che nel frattempo si è sposata, guarda assieme al marito di Elena l’album che contiene immagini altamente erotiche, lo Sperelli intuendo la lascivia dell’uomo ancora più è attratto da Elena, ma siccome ella si nega, avendo una relazione con un altro, Andrea fa in modo che la casta e pura e innamoratissima Maria, ceda alla sua corte pressante e menzognera, facendo in modo di inquadrarla in Elena. Andrea trova piacere nel fare all’amore con Maria, portandola verso le licenziosità di Elena, trovando più raffinato immaginare Elena invece che Maria, tra le sue braccia, a tal punto che giunto all’acme sussurra il nome di Elena e tutto questo mentre a Maria sta crollando tutto, matrimonio, posizione economica, Maria dignitosamente sopporta tutto e inorridita comprende, lo lascia soffrendo immensamente ma senza alcun astio e lo Sperelli resta schiavo della sua raffinatezza.

Paola Tassinari

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