EDILIZIA ACROBATICA

L’ innovativa tecnica di restauro e manutenzione di fabbricati che lascia a bocca aperta

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Sarà capitato a molti di vedere una persona appesa, con una corda, lungo la parete di in palazzo e rimanere, in un primo momento, allibiti, senza capire se ci si trovi dinanzi ad un nuovo sport, ad uno spettacolo circense o ad una ripresa cinematografica. In ogni caso, la prima e naturale riflessione che ci lascia basiti ha a che fare con il forte rischio cui sono sottoposti gli operatori che effettuano tale pratica, cui attribuiamo con quasi totale certezza una buona dose di coraggio… Intanto, la curiosità di conoscere i dettagli di ciò che abbiamo visto ci assale inesorabilmente: cerchiamo di indagare, magari mostrando a conoscenti più esperti qualche foto scattata con il cellulare. Di certo non può trattarsi di Nembo Kid, Mandrake o Spider Man, perché tali personaggi appartengono al mondo fumettistico che tanto fa sognare gli adolescenti.

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Ciò che ci lascia letteralmente “di stucco”, tanto per restare in tema, è apprendere che si tratta di una nuova tecnica per la manutenzione e il restauro di fabbricati, sfruttata specialmente per la pulizia e i ritocchi delle facciate e dei cornicioni dei palazzi a più piani. Conosciuta nel linguaggio tecnico con il nome di “edilizia acrobatica”, tale metodologia impiega professionisti specializzati (i cosiddetti “climber”, che vengono precedentemente addestrati previa formazione onnicomprensiva di studi teorici e pratica sul campo di battaglia, al termine della quale ricevono un attestato valido per l’esercizio della professione) mutuando le pratiche tipiche dell’alpinismo e dell’arrampicata. Chi intraprende questo mestiere viene sottoposto, preliminarmente, a un test attitudinale e ad uno in parete, per accertarsi che i candidati non soffrano di vertigini; solo dopo il superamento di tali esami si accede alla formazione cui si è appena accennato.

Questa professione, denominata a livello internazionale “Rope access", nasce negli anni ’80 negli States con l’intento di superare i metodi fino ad allora praticati per le costruzioni di grattacieli (come quella del Rockfeller Center di New York nel ‘32), decisamente meno sicuri. Il primo paese europeo ad importarla è la Francia, dove quella de “le cordiste” è tuttora è una figura molto ricercata e adeguatamente remunerata (con un onorario di circa 300 euro al giorno). In Italia è approdata a metà anni ‘90 a Genova, come soluzione alternativa all’impalcatura tradizionale, per poter più agevolmente eseguire lavori di manutenzione e restauro nei vecchi e angusti vicoli della città; ed è stato proprio nel capoluogo ligure che un imprenditore ha fondato la società "Edilizia Acrobatica", che dai 30 dipendenti di 10 anni fa è passata ai 1000 dei giorni attuali, (in parte "climber" e in parte amministrativi e commerciali), presente in tutte le grandi città del Paese.

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L’esecuzione tecnica delle opere di edilizia acrobatica si svolge secondo le seguenti fasi:

- portarsi sul tetto del palazzo, attraverso una scala interna, ove sia presente, oppure dalla finestra o balcone dell’ inquilino dell’ultimo piano, arrampicarsi sul cornicione e arrivare sul solaio;

- qui giunti, individuare un ottimo punto (anzi due) di ancoraggio, che presentino un alto grado di resistenza;

- fissare due corde separate, una di lavoro, l’altra di sicurezza, srotolarle e farle cadere lungo la parete, finché, dopo una fase di vibrazione, si immobilizzano e si irrigidiscono a causa dalla forza di gravità;.

- a questo punto afferrarle e, con l’ausilio di " moschettoni" e altri arnesi specifici in acciaio, chiamati "discensori", agganciarvisi, separatamente, perché se qualcosa dovesse non andar bene con una corda, c’è sempre l’ altra di salvataggio;

- dopodiché, sormontare il cornicione. Con i piedi puntati contro il parapetto del palazzo e le spalle perpendicolari al vuoto (parallele alla facciata del palazzo), dare un colpo di reni e, con un salto energico, ritrovarsi sospesi nel vuoto;

- infine, premere la leva del discensore e scendere per decine o centinaia di metri lungo il fabbricato, per l’esecuzione dei lavori (restaurare, imbiancare, trattare grondaie intasate, pulire vetrate ecc.

Che dire dinanzi a tanta intrepida audacia… buon lavoro e buona fortuna a chi da lassù, sospeso nel vuoto, mira l’orizzonte…

Antonio Iasillo

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