EGITTO NEL CONSIGLIO ONU PER INDURLO AL RISPETTO DEI DIRITTI UMANI ?

VERITA’ PER GIULIO REGENI PIU’ VICINA?

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Dopo il precedente incontro della delegazione Egiziana con quella Italiana, avvenuto a Roma lo scorso settembre; segna un altro passo avanti il prefissato incontro per il prossimo mese di dicembre a Roma fra la Procura Egiziana e la famiglia Regeni anche per ulteriore punto sulle indagini, come preannunciato nel corso dell’appena avvenuta restituzione dei documenti di Giulio Regeni (passaporto, due tesserini universitari e bancomat) consegnati alla delegazione italiana della Procura di Roma giunta al Cairo guidata dal pm Sergio Colaiocco.
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Nonostante la tardività di questa rimessa di documentazione strettamente personale, benchè ritrovata già in data 24 marzo 2016 presso la parente di un individuo finito ucciso in un conflitto a fuoco dopo avere fatto parte del gruppo criminale ritenuto responsabile del sequestro di Giulio Regeni; tuttavia, appare chiaro il positivo corso intrapreso dal governo Egiziano nel collaborare per far luce sulla morte del ricercatore che, sparito in data 25 gennaio 2016 e ritrovato cadavere all’inizio di febbraio, si presume sia stato torturato e ucciso a causa delle deduzioni del lavoro svolto, per conto dell’Università di Cambridge, in un ambito turbolento e pieno di incognite come quello dei rivenditori ambulanti in Egitto.Quindi, sembra avere trovato riscontro la sostenuta richiesta di fatti concreti che anche il Comune di Trieste ha opposto all’inutile assuefazione visiva circa lo striscione latore del messaggio “Verità per Giulio Regeni” che, per tanti mesi dopo la morte del ricercatore, era rimasto sterile apparenza di vicinanza allo sfortunato ricercatore friulano.
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Si potrebbe pensare che abbia operato da incentivo anche la recente, benchè criticata, entrata dell’Egitto a far parte del Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU; con 173 voti a favore su 193 votanti dell’Assemblea delle Nazioni Unite; sembrando essersi registrata, insieme con le altre 19 astensioni, anche quella del rappresentante italiano Sebastiano Cardi che si sarebbe attenuto all’orientamento dato in tal senso dalla Farnesina che ha finito col rivelare quel voto segreto in seguito alla polemica dei media nazionali sulla “contraddizione nominale e sostanziale” di quel seggio egiziano nonostante la controversa tragica vicenda Regeni.
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A tale riguardo, piuttosto, indurrebbe a qualche riflessione l’incontrovertibile fatto che, accanto a Stati Uniti- Gran Bretagna- Italia- Croazia- Ungheria- Giappone- Cina- Sud Africa- Brasile- Tunisia essendo Nazioni non tutte a prova di regole democratiche; a far parte del Consiglio dell’ONU per la tutela dei Diritti Umani e la denuncia delle relative violazioni, lo scorso 28 ottobre erano chiamate Nazioni con carente riconoscimento di diritti come Cuba - Iraq e, addirittura, Arabia Saudita dove si eseguono normalmente decapitazioni pubbliche; nonchè, per giunta, l’Egitto che, oltre ad annoverare più di 40mila prigionieri politici e 1700 desaparecidos, nel 2016 ha contato centinaia di omicidi extragiudiziali.Alla luce di ciò, al di là del riconoscimento di una dignità a sedere nel suo alto consesso in virtù dell’avere incontrovertibilmente rilevato l’esercizio della tutela dei diritti umani da parte di una Nazione; piuttosto, sembrerebbe che compito precipuo dell’ONU sia quello di promuovere a tale dignità nella speranza di indurre l’adeguarsi in termini di conversione alla civiltà del rispetto della vita in ogni sua accezione, in primis quella umana.
L’Egitto, si spera, onorerà siffatta promozione rendendoci il più possibile plausibile la verità su Giulio Regeni.

Rosa Cavallo

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