ELEZIONI EUROPEE, TRA FORZE EUROPEISTE E FORZE SOVRANISTE

Diffuse le prime proiezioni ufficiali

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Il Parlamento europeo ha diffuso le proiezioni ufficiali sulle elezioni europee del prossimo 23-26 maggio. I dati sono una sintesi di tutti i sondaggi ufficiali fatti a livello nazionale.

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Come ampiamente previsto, rispetto alle elezioni del 2015 le forze europeiste (l’Alde e i Verdi, il partito popolare europeo, i socialdemocratici) perdono molti seggi, 70, per la precisione. Il blocco sovranista ed euroscettico (formato dal gruppo di Salvini e Le Pen, dai conservatori dall’Ecr, dagli eurocritici dell’Efdd, il gruppo del M5s e dello Ukip e dai sovranisti dell’Enf) ne perde 10 e resta sostanzialmente stabile al 20%.

Per la prima volta, come anticipato con le proiezioni di febbraio, popolari e socialdemocratici non avranno i numeri per controllare il Parlamento, ma alleandosi con Alde e considerando anche il probabile supporto di Macron, potrebbero ottenere la maggioranza con 6 seggi su 10. Il blocco sovranista, conservatore ed euroscettico, dovrebbe ottenere invece 2 seggi su 10.

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All’interno del nostro Paese, la stima WinPoll dà la Lega al 33,8% e Il M5s al 22,7 %. Rispetto a qualche settimana fa, tuttavia, Salvini sembra in ribasso e il M5s in recupero, ma sono dati ballerini. Anche per sapere se effettivamente i Cinque Stelle resteranno davanti al Pd occorre attendere. Nella stima WinPoll la distanza tra i due è comunque minima.

Per i sovranisti italiani, le elezioni europee dovrebbero cambiare a tal punto gli equilibri parlamentari a Strasburgo da rendere possibile una soluzione politicamente meno traumatica del problema dei nostri conti pubblici. È una illusione che serve solo a rimuovere questo tema dalla campagna elettorale. Come dimostrano tutti i dati a disposizione, nel prossimo parlamento europeo ci sarà, con molta probabilità, una ampia maggioranza europeista. Per confermare la prossima commissione non ci sarà dunque bisogno dell’apporto dei sovranisti, né di quelli della neonata Alleanza di Salvini, né quelli che si annidano in altri gruppi politici. È possibile infatti che la nuova maggioranza sia più ampia e più eterogenea di quella del 2014, ma sarà comunque auto-sufficiente e saldamente europeista. E quasi certamente meno incline della precedente a concedere flessibilità all’Italia sui conti.

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Tuttavia, nonostante l’importanza dell’appuntamento elettorale, sembra altissimo il numero dei potenziali astensionisti. Il 63% degli italiani, per esempio, non ha idea di chi siano i candidati alle Europee nella propria circoscrizione. Di più, si stima che, nel nostro Paese, circa 20 milioni di cittadini potrebbero restare a casa il 26 maggio, incuranti di assolvere al loro diritto-dovere di voto.

Mary Divella

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