Esordio plateale per la terza serata del 69 festival di Sanremo
Esordio plateale per la terza serata del 69 festival di Sanremo, merito dell’ingresso in scena di Baglioni che accompagnato dalla studiata scenografia di un folto gruppo di ballerini, incanta il pubblico. Un lungo applauso definisce l’inizio dello spettacolo serale. All’improvviso sulle scale, la splendida Virginia Raffaele e il simpatico Claudio Bisio, salutano la platea.
Felici e sicuri, si ciondolano con facilità tra una battuta e l’altra. Stasera i 12 concorrenti, oltre ad essere agguerriti, sentono l’emozione del palco più famoso d’Italia. La prima canzone -soldi- appartiene a Mahomod, un ragazzo che intona un trend di tendenza giovanile. Seguito, poi, da Enrico Nigiotti che -con nonno Hollywood- parla di ricordi passati e di una dolcezza lontana ma ancora presente.
Ciliegina sulla torta, sicuramente, il duetto tra Baglioni e Venditti che con “notte prima degli esami”, un cult nostalgico della musica italiana, regala ancora brividi. Scatenato Ultimo nel ricordare l’amore che butta all’aria il cuore, caratterizzato soprattutto dai dettagli, da “i tuoi particolari.”
Anna Tatangelo e Renga, invece, cantano di un amore passionale e al contempo necessario per la crescita personale. L’una con “le nostre anime di notte” e l’altro con “aspetto che torni”. Gli occhi verdi di Irama illuminano il canto fatto di un dolore da sopportare in due, quello della “ragazza dal cuore di latta”. Spazio all’Amoroso che celebra dieci anni di carriera in compagnia di Baglioni, il suo mentore ispiratore.
C’è una Patty Pravo che “un po’ come la vita” s’immedesima con Briga nelle difficoltà quotidiane. Che dire della profondità delle parole di Simone Cristicchi? Non chiede tanto, semplicemente “abbi cura di me”. I Boomdabash che non scambiano la bellezza di un amore puro nemmeno “per un milione”. D’altronde di fronte a chi porta il sole, non si può fare nient’altro.
“Dov’è l’Italia” si chiede Motta con animo infuocato e sguardo acceso. Vi sono pure i The zen circus convinti che “l’amore sia una dittatura”, qualcosa che non puoi fotografare e che, pur tuttavia, esiste. Infine “un’altra luce” di speranza arriva da Nino D’Angelo e Livio Corsi.
Nel frattempo, tra una pausa e l’altra, solcano il palco vari ospiti. Esilarante il siparietto creato ad hoc per la Raffaele e la Vanoni, due donne che s’incontrano ironicamente in una delicata bellezza e struggente simpatia. Duettano Raf e Umberto Tozzi. Più tardi Rovazzi riesce ad attirare l’attenzione in maniera veloce e per niente scontata. Salutando, alla fine della sua performance, il papà che da tempo vive in cielo. Ineccepibile, inoltre, l’omaggio a Mia Martini da parte di Serena Rossi.
Nel complesso il programma risulta ben organizzato, all’altezza delle aspettative e all’insegna di un amore per un talento intriso di quell’intensità in cui l’Ariston brilla impetuosamente avvinghiandosi a un passato che, nonostante tutto, resiste. Chapeau.
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