Espulsione dalla Germania degli italiani senza lavoro
La Merkel viola il diritto di libera circolazione

Secondo quanto riportato da Radio Colonia attraverso la trasmissione Cosmo, a centinaia di italiani, residenti soprattutto nella regione del Nord Reno-Westfalia, sarebbe stato dato un ultimatum di trovare lavoro entro sei mesi, pena l’espulsione dal Paese. La notizia ha avuto molta più rilevanza dopo alcune testimonianze di italiani che o sono impossibilitati a cercare un lavoro, come nel caso di alcune donne in gravidanza, oppure non sono riusciti a trovarlo. C’è addirittura chi l’ha perso e non è riuscito a trovarne altro. È il caso di una donna residente in Germania dal 2013 che, dopo aver lasciato il lavoro per una gravidanza, avrebbe richiesto un sussidio, che però non è arrivato e dopo tre mesi è stata convocata dall’ufficio immigrazioni che le ha dato un ultimatum di 15 giorni di tempo per trovare lavoro. "Mi hanno comunicato che avevo quindici giorni di tempo, visto che non potevo provvedere a me stessa, per trovare un lavoro: altrimenti mi avrebbero rimpatriato e avrebbero pure pagato il viaggio a me e alle bambine, se non fossi stata in grado di poterlo pagare io" ha dichiarato la donna a Radio Colonia.
Alla base di questa decisione ci sarebbe una legge recente, che avrebbe elevato il periodo di permanenza in Germania dai 3 mesi ai 5 anni, con possibilità di accedere ai sussidi sociali. La situazione ha del paradossale, perché così facendo la Germania contrasterebbe i principi su cui si fonda l’UE. Il sottosegretario degli Esteri Riccardo Merlo accusa Angela Merkel di violare questi principi. L’Italia si ritrova quindi a difendere i propri connazionali all’estero, dopo aver chiesto all’Unione Europea una equa ripartizione dei flussi migratori, che puntualmente si riversano sulle coste della nostra penisola. La Germania è intenzionata a chiudere le frontiere e la causa sarebbe una legge varata nel 2016 e modificata nel 2017. Questa legge stabilisce che chi si trasferisce in Germania ha 6 mesi di tempo per trovare un’occupazione, trascorsi i quali bisogna dimostrare all’Ufficio Immigrazione che la ricerca del lavoro continua, altrimenti si rischia l’espulsione dal Paese. La Germania, con questa azione decisa nei confronti dei nostri connazionali, vuole dare dimostrazione di non poter farsi carico di uno stato sociale con troppi immigrati, soprattutto perché molti di essi fanno leva sul diritto di libera circolazione senza riuscire a integrarsi nella società.
Ricordiamo che il diritto di libera circolazione è uno dei principi fondamentali dell’Unione Europea, come sancito dall’articolo 45 del trattato sul funzionamento dell’Unione Europea. Possono usufruire di questo diritto tutti i cittadini dell’UE che si trasferiscono in un altro paese europeo in cerca di lavoro senza aver bisogno di un permesso di soggiorno, i cittadini che tornano nel proprio paese dopo aver lavorato all’estero, compresi i loro familiari. Il diritto di libera circolazione può subire variazioni per studenti, pensionati e lavoratori autonomi. Così facendo i cittadini possono anche richiedere il trasferimento di copertura sanitaria e previdenziale nel paese dell’UE in cui si trasferiscono per motivi lavorativi. Tuttavia, si possono applicare restrizioni della libera circolazione per motivi politici e di sicurezza pubblica o di salute.
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