E’ EMERGENZA ZIKA E LE OLIMPIADI DI RIO SONO A RISCHIO

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L’allarme per il virus Zika arriva quando mancano meno di sei mesi dalla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Rio 2016 e ci si comincia seriamente a interrogare sulla loro sicurezza sanitaria. Molte le preoccupazioni tra le diverse federazioni sportive. Il Kenya, per esempio, potrebbe disertare le Olimpiadi a causa del virus. Lo ha annunciato il capo del comitato olimpico keniano alla Reuters. Il Kenya vanta tra i migliori mezzofondisti e maratoneti al mondo, discipline per le quali ha "prenotato" diverse medaglie, ma la federazione non vuole sottoporsi a rischi.

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Anche gli atleti americani preoccupati per la loro salute a causa del virus Zika potrebbero prendere in considerazione la rinuncia a partecipare alle Olimpiadi di Rio. Se il presidente Obama ha annunciato che chiederà al Congresso 1,8 miliardi di dollari per combattere il virus, il Comitato olimpico (Usoc), in una riunione con i vertici delle federazioni sportive, avrebbe infatti dato indicazione che gli atleti preoccupati per la loro salute dovrebbero valutare la rinuncia a partecipare alle Olimpiadi. Un’emergenza - quella di Zikas, appunto - partita dal Brasile, ma che ora si sta diffondendo in maniera “esplosiva” - per usare le parole dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS)- nel resto del continente americano. Il virus ha già toccato più di venti Paesi, soprattutto in Centro e Sud America. Zika, tuttavia, non è un’assoluta novità.

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I virologi lo conoscono sin dagli anni ‘50, quando vennero identificati i primi casi nell’uomo in Uganda e Tanzania. Il principale vettore di trasmissione sono le zanzare della specie Aedes, la stessa che trasporta altri virus “cugini” di Zika, come la febbre Dengue e il virus Chikungunya. La malattia causata da Zika è molto meno grave: nell’80% dei casi, l’infezione non produce sintomi, secondo le statistiche fornite dal Center for Disease Control statunitense. Negli altri casi, febbre, congiuntivite e esantemi spariscono nel giro di una settimana. Ciò che preoccupa maggiormente le autorità sanitarie non sono le condizioni dei malati – niente affatto gravi – ma le statistiche sui bambini nati nel periodo dell’epidemia. Secondo le cifre più aggiornate del ministero della salute, solo in Brasile - il più colpito con oltre un milione di contagi - sono stati registrati circa quattromila casi di bambini nati con microcefalia, una malformazione che limita lo sviluppo del cranio e che può avere conseguenze a livello neurologico.Anche se la correlazione non è stata ancora scientificamente provata, il forte sospetto è bastato all’Oms a dichiarare il virus Zika “emergenza mondiale”.

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Tuttavia, sul virus Zika si sa ancora troppo poco e il meccanismo che collega l’infezione alla malformazione non è ancora noto. Quello che preoccupa è l’incertezza sulle modalità di trasmissione del virus. Finora si riteneva che Zika potesse passare da paziente a paziente soltanto attraverso le zanzare che pungendo un paziente infetto possono portare il virus in un individuo sano. Questo permetteva di concentrare l’intervento nelle regioni tropicali in cui le zanzare sono presenti durante tutto l’anno.

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Ma proprio nelle ultime settimane sono stati registrati nuovi casi di trasmissione per via sessuale, di cui finora era noto un solo altro esempio risalente al 2008. Il virus potrebbe dunque passare da persona a persona anche senza “utilizzare” la zanzara come veicolo. Intanto gli studiosi dellOrganizzazione Mondiale della Sanità assicurano che la situazione è monitorata e che almeno 12gruppi di ricercasono attualmente attivi per mettere a punto un vaccino contro il virus. Anche se, ad oggi, la maggior parte della ricerca è stata effettuata su altri flavivirus, come quelli responsabili di Dengue o febbre gialla.

Mary Divella

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