E’ MORTO B.B KING, MITO DEL BLUES

Ci ha lasciati all’età di 90 anni dopo una lunga malattia. Donata l’intera produzione Blues.

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Il “Re” non è più tra noi! L’ultima leggenda del Blues - genere musicale che. sin dagli inizi del ‘900, è stata, per l’etnia Afro-Americana, la leva di riscatto socio-culturale in una Nazione, che ancora oggi, non riesce a scrollarsi di dosso il pesante fardello della discriminazione razziale - si è spenta dopo anni di lotta contro il diabete.

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Nato nel Mississippi nel 1925, come la maggior parte dei “neri” del Sud, trascorre gran parte della sua infanzia a lavoro nei campi di cotone. Con i cori Gospel, cantati in chiesa a fine lavoro, scopre di avere particolare propensione per la musica e in particolare per la chitarra. Nella metà degli anni 40’, influenzato da suo cugino Bukka White, chitarrista country, si trasferisce a Memphis (N.d.R. città simbolo mondiale della musica Blues). Qui ha inizio la carriera di musicista di Riley B. King (questo è il nome all’anagrafe).

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Nel 1949 registra le prime incisioni per la RPM Records. Il ‘49 è anche l’anno in cui prende forma la leggenda legata alla sua famosa chitarra “Gibson Custom Shop ES_335”, Lucille. E proprio a proposito di questo strumento semi acustico dal colore nero, costruito appositamente per lui, King dichiara: “Per colpa di Lucille a momenti ci rimetto la vita”; e aggiunge, “ Mentre stavo tenendo un concerto nell’Arkansas, due spettatori cominciarono a litigare a causa di una donna, così facendo finirono su una lampada a kerosene che rompendosi incendiò il locale. Fuggii come gli altri dalle fiamme, ma, quando mi accorsi di aver lasciato la chitarra nel locale, rientrai a prenderla. Solo dopo, seppi che quella donna si chiamava Lucille e così battezzai la Gibson con quel nome”. La Gibson, da allora, produce dei modelli di chitarra Lucille, approvati dall’artista.

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Dagli anni ‘50 la sua parabola di compositore e interprete della musica blues, è in continua ascesa. Ricordiamo You know I love you" (1952), Woke up this morninge Please love me(1953), When my heart beats like a hammer, Whole Lotta’ Lovee You Upset Me Baby(1954). In quasi trent’anni di attività, dal 50’ fino agli anni 80’, le sue produzioni gli permettono di rientrare per ben settanta volte nella classifica USA di album più venduti. Con cinquanta dischi registrati in studio, quindici Grammy Awards, insignito con il “Kennedy Center Honor”, membro della “Rock ‘n roll Hall of Fame”, e tra i migliori 100 chitarristi di sempre, della classifica Rolling Stone, B.B. King ha influenzato numerosi musicisti di fama mondiale come Eric Clapton, Van Morrison, Jeff Beck, David Gilmour, Mark Knopfler, l’italiano Zucchero, Lenny Kravitz e tanti altri che hanno trovato in lui quel punto di riferimento necessario a creare un sound semplice e accattivante, dalle tinte rockeggianti. Doveroso menzionare il successo del singolo When love comes to town,del 1988, prodotto in collaborazione con gli U2. E a proposito, racconta anni dopo: “Gli U2 vennero nel mio camerino dopo un concerto a Dublino. Persone semplici, senza la spocchia delle Rock Star. Chiesi a Bono se aveva voglia di scrivermi una canzone. Un anno dopo si fece vivo e mi propose un testo che parlava della crocifissione di Gesù. Il brano, per me che da ragazzino cantavo il Gospel, era bello e intenso dal contenuto religioso; altra cosa che mi unisce a Bono”.

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Oltre alle testimonianze e ai brani di successo, quello che rimane di questa Leggenda della Musica, è soprattutto il sound inconfondibile della sua inseparabile Lucille. Inoltre, ci rimane l’immagine delle sue mani che, staccandosi da una nota e l’altra della tastiera Gibson, fanno uscire dalla cassa in palissandro una melodia armoniosa e passionale. E’ bene ricordare, anche, il lascito della sua intera produzione Blues alla “Ole Miss Center for Southern Studies” (Centro Universitario di ricerca e studio delle Arti). Mi piace concludere salutandolo con le parole di The thrill is go one: “Il brivido se n’è andato. Il brivido se n’è andato via da me. E ti dispiacerà un giorno o l’altro. Il brivido se n’è andato via. E sai che sono libero adesso piccola. Sono libero dal tuo incantesimo. E ora che è tutto finito. Tutto quello che posso fare è augurarti ogni bene”.

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Anche se è volato via, le corde della sua Lucille continueranno a vibrare, per sempre. Per lui e per tutti noi.

Umberto De Giosa

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