FALLISCE L’ETICA SULL’INTELLIGENZA ARTIFICALE

Il comitato istituito da Google dura una settimana

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Lo scorso 26 marzo è stato istituito da Google il Comitato etico sull’intelligenza artificiale (ATEAC), che con l’ausilio del parere di esperti, ha provato a risolvere la questione etica e i pregiudizi legati alla grande sfida dello sviluppo del sistema tecnologico. Tuttavia il neo-nato consiglio si è rivelato un fallimento: il colosso californiano di Mountain View, in seguito alle proteste dei dipendenti, ha deciso, dopo una sola settimana, di sciogliere l’organismo per le accuse a un dipendente di discriminazione nei confronti dei transessuali. Le proteste online - attribuite a più di duemila dipendenti di Google - sono state mosse contro la conservatrice americana Kay Coles James, nonché presidente dell’autorevole think-tank statunitense Heritage Foundation, la quale ha espresso commenti omofobi contro la comunità Lgbt, sostenendo anche posizioni anti-immigrazione. Del team dell’ATEAC, composto da otto membri, facevano parte anche due accademici italiani: Luciano Floridi e Alessandro Acquisti, rispettivamente professori dell’Università di Oxford e all’Heinz College della Carnagie Mellon University, i quali si sono schierati a favore della petizione per la rimozione della repubblicana Kay Coles James dal comitato. Il docente di Oxford Luciano Floridi, si è pubblicamente posizionato contro il membro del consiglio, sostenendo sia stato uno sbaglio inserire la James nel progetto, a causa di ideologie in contrasto con i recenti principi dell’intelligenza artificiale retti da Google: “Ogni forma di fobia dell’umano, omofobia e transfobia inclusa, è troppo seria per non essere combattuta senza sosta in qualunque posto e in ogni momento in cui la troviamo, come un’infezione da curare”, ha affermato Floridi.

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Nel frattempo, l’azienda californiana di Mountain View ha dichiarato, in una nota rivolta al sito americano Vox, responsabile della chiusura del “Comitato”, di voler sospendere momentaneamente gli incontri per una riorganizzazione futura del progetto: “Appare chiaro che, allo stato attuale, il comitato non può funzionare come volevamo. Quindi lo chiudiamo per riprogettarlo. Continueremo ad essere responsabili sulle questioni importanti sollevate dall’Intelligenza Artificiale e troveremo altri modi per ottenere opinioni su questi temi”. La nascita dell’intelligenza artificiale moderna si attribuisce alla metà del Novecento, soprattutto grazie alla progettazione dei calcolatori, strumento ideale per poter riprodurre la mente dell’uomo. Il primo prototipo di computer viene universalmente conferito al genio di Alan Turing, il matematico britannico che durante la seconda guerra mondiale ideò una macchina elettromeccanica in grado di decodificare i cifrari segreti dei tedeschi: tratto da questa storia è il film The imitation game, del 2015, che vede l’attore e doppiatore britannico Benedict Cumberbatch nei panni dello scienziato, e sono molti altri i film che si sono lasciati ispirare dal progresso dell’intelligenza artificiale e dal dibattito sui rischi per l’uomo di una tale tecnologia. Uno dei problemi legati alla questione etica dell’intelligenza artificiale, comunque, è la costante preoccupazione dell’uomo di essere superato e distrutto dalla mente della macchina, come HAL 9000 (super computer dotato di intelligenza in grado di poter riprodurre le attività computazionali della mente umana) nel film 2001 Odissea nello Spazio. Nonostante i progressi fatti nei decenni dalla nascita dell’intelligenza artificiale e le tante idee visionarie, l’idea di riprodurre meticolosamente la mente dell’uomo su un computer, alla fine, è stata lentamente abbandonata per concentrare l’attenzione sulla soluzione di problemi più pragmatici.

Nicòl De Giosa

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