Neppure Lewis Carrol, quando nel 1865, ebbe a scrivere: ”Alice nel paese delle meraviglie” potè mai immaginare quanto quotidianamente si scopre in Italia.
Giorno, dopo giorno, vengono a galla, come funghi in una fungaia, scandali legati a corruzioni, truffe e quant’altro sia possibile immaginare. Al momento l’ultima notizia scandalo è quella legata alle polizze fideiussorie di una società finanziaria completamente priva delle autorizzazioni della banca d’Italia. Questo ultimo scandalo è stato scoperto dal nucleo di polizia tributaria di Torino che ha immediatamente denunciato i tre Amministratori della società e sequestrato le quasi seimila polizze emesse illegalmente.
Nella rete di questi truffatori sono rimasti intrappolati innumerevoli enti e, per dirla tutta, nel novero figurano Ministeri, Prefetture, Questure, uffici dell’Agenzia delle Entrate e delle Dogane, dell’Inps e dell’Asl, oltre a Regioni, Province e numerosi Comuni di tutta Italia.
L’operazione è una “prosecutio” dell’inchiesta che nel dicembre del 2012 portò all’arresto dello assicuratore Antonio Castelli, residente in Svizzera, ma di fatto, domiciliato a Torino, e dei suoi due complici. I tre personaggi avevano dato vita ad una raccolta abusiva del danaro, rastrellando una somma di circa 20 milioni di euro poi trasferiti all’estero. Circa seicento i risparmiatori truffati, che venivano allettati dalla promessa dagli alti tassi di interesse.
I soldi raccolti venivano poi convogliati, sempre illegalmente, nella vicina Svizzera, negli Emirati Arabi o ad Honk Kong e dopo aver allettato gli investitori con la promessa di lauti guadagni, i danari finivano nella disponibilità personale di questi personaggi. La società finanziaria dove venivano “fabbricate” ed emesse queste numerosissime polizze fideiussorie, sempre rigorosamente fraudolente, è emersa dai successivi e più approfonditi controlli effettuati dagli uomini della Guardia di Finanza. Sul complesso reticolo di società, non sono pochi i contribuenti che cominciano a chiedersi chi ha dato la facoltà a politici e dirigenti di porre a disposizione dei tre soggetti in questione il pubblico danaro. Sarebbe bene porre a disposizione dello Stato i “beni personali” di chi ha permesso l’investimento dei soldi dei contribuenti.