FASHION NEWS

COSA SAPERE E VEDERE SUL MONDO DELLA MODA

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Dal sette al tredici ottobre scorso al Museo della Triennale di Milano, è stato possibile scoprire tutto sulle digital influencer e quali enormi cambiamenti hanno portato nel mondo della moda, della fotografia e del livestyle dove sempre di più reale e digitale diventano un unico mondo. L’evento dal titolo profetico: “you – the digital fashion revolution”, è stato organizzato e curato dal magazine Grazia, diretto da Silvia Grilli e dal blog The Blonde Salad, creato dalla digital influencer più famosa al mondo: Chiara Ferragni, in collaborazione con il brand americano di gioielli Tiffany&Co. I visitatori hanno scoperto chi sono le icone moderne della moda, giovani donne che grazie ai social hanno saputo reinterpretare la moda riuscendo a renderla contemporanea dando voce e immagini allo street style che oggi, sempre di più, condiziona stilisti e tendenze. La mostra è stato un percorso multipiattaforma, fatto di parole, immagini e suoni che hanno accompagnato gli spettatori alla scoperta di chi ha fatto e sta facendo la rivoluzione nella moda, le digital influencer oggi potremmo definirle delle moderne sessantottine. I visitatori sono stati anche parte attiva potendo partecipare, gratuitamente, ad attività e workshop mirati alla scoperta di come approcciarsi e dei segreti di questo nuovo mestiere digitale: l’influencer. Al termine della mostra i visitatori si sono trovati in una “mirror box”, una stanza fatta di specchi e luci, allegoria del mondo del web, che come un palcoscenico globale regala l’occasione a tutti noi di poterci “riflettere” ed essere protagonisti del cambiamento.

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L’evento è stato visto da molti come una risposta alle critiche, che solo pochi giorni fa, Vogue America per voce delle sue giornaliste di moda, hanno riservato alle fashion blogger e alle influencer definendole delle ragazze patetiche pagate per indossare determinati abiti, accusate di creare solo scompiglio nelle settimane della moda perché vanno avanti e indietro, cambiandosi ad ogni sfilata, nella speranza di farsi fotografare dagli steet photographer,colpevoli, a loro dire, del traffico e di incidenti stradali. A mio modesto parere le critiche rivolte dalle giornaliste alle influencer e blogger ha un che di snob e patetica aristocratica ipocrisia, perché se è vero che le digital influencer più popolari vengono pagate dagli stilisti per indossare i propri abiti, è altrettanto vero e risaputo da tutte noi che lavoriamo nel mondo della moda come funziona il product placement all’interno delle redazioni dei giornali di moda e di come molti redattori siano legati a determinati brand. Care le mie “blasonate” editor vi pongo, umilmente, una domanda: le modelle che posano per un servizio fotografico per il vostro giornale, sono o non sono pagate per indossare quegli abiti? Le diglital influencer per me sono delle modelle digitali che in tempo reale indossano e interpretano la moda e le sue tendenze. Personalmente ho trovato stucchevole e alquanto surreale questa polemica innestata da Vogue che mi ha fatto sorgere un dubbio: non sarà stata forse, a parlare, la consapevolezza di non essere più considerati la bibbia della moda, il faro dello stile e del glamour di ogni donna? perché diciamocela la verità sino in fondo, il tempo in cui ci si affidava ciecamente a Vogue per sapere cosa si dovesse indossare e cosa no è passato da un pezzo, fatevene una ragione care le mie editor. Ho il sospetto che l’anatema rivolto verso le influencer: “cambiate lavoro, state ammazzando lo stile”, tra non molto, potrà essere usato contro di voi.

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Tornando ad occuparci di cose serie, se qualche fashionista si trovasse a Venezia o dintorni non può lasciarsi sfuggire la mostra dedicata alla regina indiscussa della moda: Mademoiselle Coco Chanel dal titolo: la donna che legge. Alla Galleria internazionale di Arte Moderna di Cà Pesaro sino all’otto gennaio 2017 scoprirete un lato poco conosciuto della grande stilista, la sua passione per la lettura, con la quale alimentò la sua creatività e l’amore per i libri antichi. E siccome Chanel non era una donna comune anche i libri che leggeva non erano libri comuni, ma libri illustrati direttamente da Picasso o che riportavano una dedica speciale di Apollinaire. Gli oggetti, tra cui molti inediti, che i visitatori potranno ammirare sono circa trecentocinquanta tra cui libri provenienti dall’appartamento-atelier di Coco, un suo ritratto fatto a matita dal suo amico Jean Cocteau, le sue amate perle e i suoi celebri profumi. Visitando questa mostra si capisce il segreto dell’eterna giovinezza dello stile Chanel, Mademoiselle Coco comprese sin da subito che per restare nella storia bisognava creare un’opera d’arte come facevano i poeti e i pittori, ecco perché cominciò a leggerli e a frequentarli in modo bulimico, cercando non di copiare una loro immagine o una loro struttura, ma il metodo per creare qualcosa che sovverta le regole e rimanga nella storia. Coco Chanel giunge a questa consapevolezza: non vuole creare semplicemente prodotti, ma pensieri che cambino le donne e la loro testa, la visione del loro mondo anche attraverso un abito. E Coco le donne le cambiò radicalmente, le convinse a tagliare le loro chiome, a indossare pantaloni invece delle gonne, ad abbandonare fiocchi e grandi cappelli che ostacolavano la loro libertà di muoversi, le convinse ad accorciare gli orli delle gonne per potersi muovere più comodamente in bicicletta. Oggi possiamo dire che Coco Chanel è riuscita nell’intento che si era prefissa: ha creato pensieri e modi di essere, non semplici prodotti di lusso, questo ha fatto si che resterà per sempre nella storia del costume e dell’evoluzione del mondo femminile.

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Per le mie amiche madrilene o per le fortunate che in questi giorni stanno visitando la capitale spagnola consiglio di fare un salto nello spazio fieristico della città il quale ospita la fashion week madrilena, evento che ha come obbiettivo di portare il designer spagnolo alla ribalta nello scenario internazionale. Madrid in questa settimana offrirà, ai visitatori, molti eventi e mostre non solo dedicate al mondo della moda.

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Bisognerà invece aspettare il tre novembre prossimo per fare quello che noi fashion addicted sappiamo fare meglio: lo shopping, perché per questa data è prevista l’uscita in 250 negozi selezionati e naturalmente online della collezione firmata Kenzo per un noto colosso low cost svedese. Quindi abbiamo un margine di tempo accettabile per programmare i vari step: studiarci la collezione, scegliere i capi da acquistare, darsi un budget (la cosa che più dolorosa per una fashion addicted), prepararsi ad una notte insonne con tanta caffeina nelle vene e infine, armate di mouse e dita incrociate, scattata la mezzanotte, accaparrarsi i capi prescelti. Io ho già adocchiato uno splendido completo pigiama (quello in foto) e un abito, spero solo che questa collezione non sia sold out già dopo mezz’ora come lo è stata quella scorsa di Balmain…buona fortuna a tutte noi!

Vi lascio con gli ultimi trend alert, che spuntano come funghi, per quest’inverno:

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Outfit tappezzeria: se siete donne coraggiose e sprezzanti dei commenti caustici che il vostro look potrà sortire questa tendenza fa per voi, ovvero creare un intero outfit con capi della stessa fantasia, un esempio? giacca, pantalone e camicia, ma anche scarpe e borsa, vi sembra troppo? ...non per la moda!

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Outfit monocolore: decisamente più chic della precedente, questa tendenza ci vuole dalla testa ai piedi di un’unica tonalità a voi la scelta se optare per un più sobrio total white o total black o per un più eccentrico total viola o giallo.

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Calze a rete: quest’inverno tutti gli uomini cadranno nella vostra rete…quella delle calze ovviamente! Se per la stagione fredda deciderete di indossare le calze, queste dovranno essere a rete, poco importa che sia fitta e discreta o a trama più larga, quest’anno, le calze a rete, perdono la loro etichetta “volgare” per diventare chic e spiritose, ma attenzione basta un attimo e le calze a rete da arma di seduzione si trasformano in un’ arma di autodistruzione! Da sexy a salame il passe è breve, la regola è sempre la stessa: tendenza è bello, ma buon gusto è meglio. Se la natura non ci ha dotate di gambe slanciate e snelle, sarebbe meglio lasciar perdere, per chi ha le gambe non proprio magre, ma neanche troppo tornite, una calza con rete piccola e fitta può essere un buon compromesso. Vietatissimo indossarle con minigonna e tacchi a spillo, perfette con una gonna a ruota anni cinquanta o con una gonna plissè e scarpe maschili stringate. Le giovanissime possono indossarle sotto un paio di ripped jeans.

T. Velvet

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