FIBULA: FERMIAMOLA
Non solo problema femminile!
Perché non sarò mai donna ? Non avevo forse anche io quel diritto di amare, di essere amata e piacere al mio “sposo”! Purezza non è atrocità ne questo orrore! Violenza su di me che volevo solo essere una ragazza pronta all’attesa dell’ amore.
Eppure lo desideravo, perché essere donna non è solo in una parte del corpo ma anche nell’essere più profondo di me stessa: l’anima. È la mia punizione, la mia colpa essere nata femmina. Il dolore, per gli uomini della mia tribù, per il mio popolo, deve essere la mia condanna! Come posso sfuggire, ribellarmi a questo! Mi hanno presa, mi afferrano, mi bloccano !Immobile !sono una piccola bambina!
La mamma, queste donne e questa donna che ha in mano? Dolore! volti chini su di me! DOLORE! Le mutilazioni genitali femminili (MGF) rappresentano una delle forme più atroci e devastanti di violenza sui corpi delle donne: pratica antichissima, utilizzata nei paesi africani. Tradizione ancestrale che precede religioni come l’Islam e il Cristianesimo: usanza crudele e pericolosa per preservare l’onore e la purezza femminile. Il dramma purtroppo si è diffuso a causa dell’immigrazione: l’infibulazione è diventata una questione che riguarda anche l’Europa, in particolare l’Italia: nazione europea che, per la sua posizione geografica, per i flussi migratori provenienti dai territori africani, ha il più alto numero di donne infibulate.
Anche se nel nostro Stato la legge (n.7-01-2006) vieta questa pratica, la situazione è sempre più preoccupante ed è difficile fare un bilanci sulla sua efficacia. Negli ultimi decenni molto si è fatto di più per combattere questo fenomeno che va a violare convenzioni e trattati internazionali, compreso il “Protocollo di Maputo” – la Carta africana sui diritti umani, delle popolazioni e delle donne. Le MGF rappresentano una chiara violazione dei diritti umani delle donne e gli Stati responsabili sono stati chiamati ad adeguare le loro legislazioni interne sul tema. In molti paesi sono state rafforzati i criteri di emanazione delle leggi che puniscono chi pratica l’infibulazione.
Oggigiorno c’è una consapevolezza diffusa di questo crimine in quanto se ne è maggiormente a conoscenza: le mutilazioni genitali femminili sono avversate da gruppi e associazioni di attivisti in tutto il mondo: considerate grave forma di violenza, efferato strumento di controllo della sessualità femminile, e il perpetuarsi della condizione discriminatoria delle donne. Un continuo impegno che deve sensibilizzare a livello internazionale e dei singoli paesi dove viene applicata, per eliminare questa pratica che viola i diritti delle donne minacciandole nell’integrità fisica e in quella mentale. Necessaria è la vigile attenzione per questa piaga che coinvolge tante comunità: devono essere introdotte maggiori misure legislative e politiche, maggiore informazione nel rispetto delle tradizioni di altre culture.
Delicato è il percorso di rinascita, del recupero da intraprendere con queste donne: esse preferiscono vivere nel silenzio e nel dolore della loro situazione. Imperativo deve essere il sostegno, il coinvolgimento delle giovani generazioni per promuovere l’abolizione della pratica. Attraverso una effettiva informazione e partecipazione, esse potranno prendere decisioni autonome sulle loro vite per infrangere i circoli viziosi, compresi quelli della discriminazione di genere e della violenza tramandate da una generazione all’altra. La battaglia contro le mutilazioni femminili non è solo un problema delle donne. Riguarda anche gli uomini. E’ una questione di diritti umani, Riguarda tutti. Continuare nel battersi contro la discriminazione di genere e la violenza ci permette di restituire alle generazioni un mondo migliore.
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