FIESTA

Fabio Canino in esclusiva per La Pagina della Cultura IWP

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cms_23720/1.jpg“Fiesta”alla Sala Umberto di Roma fino al 26 novembre! Scritta da Roberto Biondi, Fabio Canino e Paolo Lanfredini.

Con Diego Longobardi, Sandro Stefanini, Simone Veltroni, Antonio Fiore, Regia di Piero Di Blasio. Produzione OTI- OFFICINE del Teatro Italiano

Una serata che si ripete ogni anno il 18 giugno in occasione del compleanno della Raffa nazionale con tanto di torta e candeline. Un pretesto per confessioni piccanti tra amici. Come finirà dopo l’arrivo di Massimo (Antonio Fiore) il bel poliziotto eterosessuale al 150%? A deciderlo sarà il pubblico perché Fabio Canino rompe la quarta parete e sceglieranno il finale a sorpresa tra quelli possibili.

Lo spettacolo è molto divertente ma lascia spazio anche alla riflessione!
Gli attori sono molto bravi e hanno il pregio di far ridere senza dire parolacce.

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Fiesta è nata vent’anni fa ed è stata più volte riproposta, i fans la chiedono sempre perché è molto bella. Per il ventennale abbiamo deciso di rifarla e di fare una sorpresa alla Carrà, creando qualcosa di più complesso. Purtroppo non è stato possibile perché Raffa non c’era più e tutti dubitavano sul fatto di farla o non farla.

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cms_23720/3.jpgChe cosa vi ha fatto decidere per il sì?

Abbiamo pensato che fosse il tributo che Raffa avrebbe amato di più. Iori ha adattato il testo che viene cambiato tutte le volte che lo si ripropone.

Aggiorniamo anche il costume e la cronaca del nostro Paese.

Dal debutto fino ad oggi, il pubblico ha sempre apprezzato molto.Si respira oltre alla solita aria divertente, ironica, grandi risate, grandi applausi anche dei momenti di emozione prodotte dai ricordi, dalle dediche a Raffaella e la gente capisce che è tutto spontaneo.

La prima volta che Fiesta è andata in scena era al Teatro Colosseo che hai definito l’off off dei teatri romani.

Lei ci fece la carrambata dopo un paio di settimane che eravamo in scena e non ne avevamo assolutamente idea perchè le carrambate erano supersegrete come diceva lei. Se qualcuno di noi avesse saputo o anche solo sospettato sarebbe saltato tutto. L’unico che ne era al corrente era il produttore dello spettacolo e non ci ha detto nulla e quindi la carrambata è andata in scena ed è stata una bellissima esperienza. Successivamente venne lei a teatro a vedere lo spettacolo, ci siamo conosciuti ed è nato questo rapporto di stima e di affetto.

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In realtà il produttore aveva appoggiato la Carrà perché quando voi avevate visto il pullmino della Rai aveva sviato dicendo che c’erano le riprese per il Capodanno...

La mia era solo una battuta ma il produttore era terrorizzato che io potessi capire qualcosa mi disse “vola basso, figurati se vengono in questo teatrino a farci una carrambata, è solo per l’ultimo dell’anno. Non ho avuto nessun dubbio a riguardo, pensavo fosse vero. Quando sono entrate le telecamere, si sono accese le luci ed ho sentito la sua voce ho capito che in realtà era tutto organizzato per noi.

Addirittura per un momento hai pensato che fosse un miracolo il suo arrivo!

Non è proprio così. Chi recita in una fiction su Padre Pio e gli appare. Io che recito in una commedia in cui costantemente s’ invoca Raffaella, si sentono e si ballano le sue canzoni e ti appare lei. Soprattutto il pubblico in sala ha pensato che lei fosse veramente lì e che la carrambata facesse parte dello spettacolo. Quando lo abbiamo ripreso hanno capito che era veramente una carrambata estemporanea di cui nemmeno noi eravamo a conoscenza.

cms_23720/5.jpgLa carrambata volevi farla tu perché a dieci anni volevi sposarla! Non eri un po’ troppo piccolo?

Esatto! Volevo sposarla e non riuscendoci come dice uno degli attori in scena “ mi sono vestito come lei non riuscendo a sposarla!” Ho una maglia molto carina con la sua faccia e delle spalline enormi. E’ un omaggio al suo inimitabile gusto nell’abbigliamento. Nessuno si è mai vestito come lei!

Il famoso tuca tuca che fece scandalo e adesso in TV si vede di tutto di più!

Se non ci fosse stato Alberto Sordi che chiese di ballare il tuca tuca con lei, non l’avremmo visto. Sordi era una persona illuminata e disse “ma quale scandalo? Lo facciamo!” e da quel momento è diventato il suo marchio di fabbrica. Una musichetta che tutti conoscono e di cui si parla. Raffaella era una donna libera, ha aperto la strada non solo ad intere generazioni di donne che s’identificavano con lei perché dava la possibilità di essere quello che volevano essere.

Hai detto “Raffaella Carrà andava il sabato sera ed era l’unico giorno che non dovevo andare a letto dopo Carosello!

Le pubblicità erano dei mini film fatti da grandi attori e curati da grandi registi.

Che ricordo hai della Carrà?

In privato la ricordo molto affettuosa, non era una donna che voleva apparire a tutti i costi. La s’ incontrava raramente ad eventi mondani. L’ho incontrata anche a teatro ma era sempre molto schiva, molto curiosa, ascoltava l’interlocutore perché ci sono persone che fanno finta di ascoltare per dimostrare un’attenzione che non c’è. Lei ti ascoltava, era curiosa, voleva sapere cosa facevi. E’ sempre stata molto carina con tutti.

Si può dire che lei fosse un’icona pop internazionale?

cms_23720/00.jpgCerto! Quando dicono che è un’icona della comunità LGBT è riduttivo e lo ha dimostrato dopo la sua morte perché lei era veramente amata in tutto il mondo. La conoscono tutti ed ognuno ha un ricordo legato ad una canzone, a un programma, ad una pubblicità. Dei miei amici ricordavano che aveva fatto la pubblicità dell’Agip. Devo dire che ci arrivano richieste di fare Fiesta un po’ in tutto il mondo. Dalla Spagna all’Argentina, al Cile, alla Francia, all’Australia. Nel libro “Raffa Book” dove la racconto come un mito, molti da Paesi stranieri chiedono come possono averlo e rispondo che ancora non è stato tradotto in altre lingue. Ciò dimostra che c’è una grande attenzione. Quando su Google scrivi Raffaella Carrà una delle prime cose che appare è Fiesta a dimostrazione che era amata ovunque.

Com’era diventata un’icona gay?

Non credo ci sia un momento e nè un modo per diventarlo. Credo che una delle caratteristiche sia l’originalità. Lei era unica nel suo abbigliamento, nel suo modo di essere, nella sua pettinatura. Lei era riconoscibile subito. Una vita sentimentale un po’ difficile, le canzoni particolarmente divertenti che piacciono molto alla comunità.

C’era differenza tra la Raffa televisiva e la donna?

Aveva molto chiaro il fatto che quello che faceva fosse un lavoro che amava che faceva con passione. Si rendeva conto che la vita era fuori. Divideva la casa dal palcoscenico. E’ uno dei motivi per cui l’ho sempre amata. Non ha mai pensato di essere Dio in terra solo perché lavorava in televisione. E’ sempre stata molto umile, attenta a chi lavorava con lei e questo fa la differenza.

Lei era molto schiva, non si atteggiava a fare la diva. Tu addirittura hai una foto che non hai mai fatto vedere a nessuno.

Ce n’è una in particolare alla quale sono molto legato che ci ritrae ad una cena in cui eravamo ospiti. E’ una foto che ci ritrae nella vita privata e del rapporto con lei. E’ come una reliquia preziosa.

Elisabetta Ruffolo

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