FOCUS D-MONDO
Una Città a misura di Lego
Quando ero bambino, ricordo che mi divertivo da matti a costruire insieme alla mia famiglia e ai miei amici intere città, strade e grattacieli con quei coloratissimi mattoncini!
Avete mai sentito parlare di “Bygge Hygge”? “Bygge” è una parola danese che significa costruire, mentre “hygge” è il termine danese che indica comodità. La fortunata espressione “fare bygge hygge” incarna perfettamente l’idea del “costruire insieme, comodamente”, emblema del noto brand internazionale di giocattoli Lego.
Quando ero bambino, ricordo che mi divertivo da matti a costruire insieme alla mia famiglia e ai miei amici intere città, strade e grattacieli con quei coloratissimi mattoncini! Ne avevo migliaia e di tutti i tipi: persino i segnali stradali e i distributori di benzina “Shell”!
Mai avrei immaginato che un giorno, a distanza di ben cinquant’anni, uno dei giochi più amato da bambini e ragazzi sarebbe potuto diventare uno strumento di inclusione, in grado di conciliare divertimento e apprendimento.
Forse perché la parola inclusione ai miei tempi non era poi così “alla moda” come al giorno d’oggi!
Scherzi a parte, qualche giorno fa ho appreso, leggendo una notizia davvero curiosa, che in Francia hanno creato una versione del tutto originale dei celebri mattoncini, i cosiddetti “Lego Braille Bricks”, ovvero i Lego in Braille.
Non poteva essere diversamente nella patria di Louis Braille, inventore francese che ideò l’omonimo codice, utilizzato per la lettura e la scrittura delle persone cieche.
Il progetto - come si legge nell’articolo - è stato presentato per la prima volta nel 2019 durante l’evento Sustainable Brands di Parigi e per quell’occasione John Goodwin, amministratore delegato della Lego Foundation, ha dichiarato in una intervista: “I bambini non vedenti o sofferenti di danni o difetti alla vista hanno la stessa voglia di apprendere, giocare e sviluppare fantasia e creatività dei loro coetanei privi di problemi visivi, e questo ci ha convinti a lanciare il prodotto, perché da sempre siamo convinti che imparare giocando sia il miglior modo di apprendere”.
Su ciascuno dei trecento mattoncini sono posti in rilievo gli “stud”, ossia bottoni che hanno la forma delle lettere e dei numeri in Braille, da zero a nove. Alcuni mattoncini sono di dimensioni più grandi perché composti da altri pezzi con lettere differenti, così da formare nuove parole e stimolare la creatività di tutti i bambini che possono relazionarsi tra loro con piacere e gioia, acquisendo molteplici abilità.
Dunque, anche il marchio di giocattoli famoso in tutto il mondo, ha finalmente messo in pratica alcuni concetti chiave della “cultura dell’inclusione”, che da quarant’anni l’ Associazione Centro Documentazione Handicap di Bologna porta avanti nel mondo dell’educazione.
Ma sapete che i Lego possono anche essere uno strumento in grado di superare i diversi problemi di accessibilità tutt’oggi presenti in vari contesti?
Questa volta a essere protagonista di innovazione è il nostro Bel Paese! Ebbene si, come si legge su La Repubblica di Milano, a Sesto Calende, in provincia di Varese - prendendo spunto dalla grandiosa idea di Rita Ebel, la “nonna Lego” tedesca che per prima ha realizzato una pedana colorata con i mattoncini - l’Associazione Amici di Tommy e Cecilia ha costruito una rampa vera e propria presso la propria sede.
A tal proposito, la presidente della Onlus, Federica Muller, spiega che l’obiettivo di tale progetto è quello di: “sensibilizzare su un tema importante come quello dell’abbattimento delle barriere architettoniche, facendo in modo che nessuno passi accanto a una delle rampe senza darle un’occhiata, parlarne e magari fotografarla”.
Che dire? Quasi Quasi mi viene voglia di tornare bambino per costruire migliaia di rampe Lego nella mia città!
E voi avete mai costruito un’intera città di Lego?
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Fonte:
https://www.superabile.it/cs/superabile/tempo-libero/inchiostro/20210203-inchiostro-citta-a-misura-lego.html?fbclid=IwAR2wl3c37Fy3_nThwxID0fsKgpfPbmj3IolQVOKH_bCBKpa7b-uW8GMRDyg)
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