FUGA DALLA LIBERTA’:IL FUTORO DELL’UOMO E’ INIZIATO

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cms_30145/1.jpgMacchine intelligenti, sistemi sempre più autonomizzati, intelligenza artificiale. I progressi apportati dalle tecnologie alla società si possono sintetizzare in: capacità di calcolo, elaborazione e controllo, operazioni che macchine e sistemi digitali, dall’alto grado di complessità algoritmica, compiono all’interno di processi decisionali e sulla vita delle persone. Se si vuole guardare a internet e alle applicazioni online come una narrazione secondo cui esse hanno consentito di offrire agli esseri umani la possibilità di ampliare notevolmente le proprie capacità e accrescere la propria capacità di affrontare problemi complessi, è indubbio che la rete sia una delle scoperte più importanti che l’umanità abbia mai conosciuto dall’invenzione della stampa. I progressi derivanti dalla connessione globale hanno indubbiamente dato alle persone la possibilità di accedere a enormi volumi di conoscenza, di condividerla e di amplificare il loro potere personale e collettivo. Se invece si guarda a come le tecnologie si insidiano nelle nostre vite con una narrazione che sottolinea ed enfatizza l’apporto e le migliorie tecnico-semplificatorie del nostro vissuto quotidiano, allora analisti e studiosi concordano nel temere che gli esseri umani stiano perdendo la capacità di esercitare il giudizio e di prendere decisioni indipendenti da questi sistemi. Se si guarda al prossimo decennio, si calcola che entro il 2035 macchine intelligenti, robot e sistemi di intelligenza artificiale (IA) saranno progettati per consentire agli esseri umani di avere facilmente il controllo della maggior parte dei processi decisionali rilevanti nelle loro vite; strumenti digitalizzati e applicazioni forniranno cioè alle persone volumi sempre maggiori di informazioni che aiuteranno gli individui a conoscere, informarsi, effettuare scelte e acquisire competenze in svariati campi, mentre, al contempo, navigano. Uno sguardo alla storia sociale e politica, ci mostra come nel corso dei secoli le popolazioni hanno sempre permesso a delle entità superiori di prendere decisioni per loro, siano esse leader religiosi, politici, burocrati, esperti o, come accade oggi, strumenti tecnologici. Il momento attuale è un punto di svolta sia per ciò che riguarda il concetto di autorità, sia per quanto concerne l’autonomia dell’agire degli individui, man mano che l’uso della tecnologia digitale si diffonde nella quasi totalità degli aspetti della vita quotidiana.

cms_30145/2_1681624917.jpgIl 2035 potrebbe essere allora un anno spartiacque nel rapporto tra individuo e macchine intelligenti, poiché il mondo diventa sempre meno complesso e nel frattempo la società avrà delegato la maggior parte dei processi decisionali a sistemi complessi che riguardano burocrazia e regole decisionali automatizzate. Ci si avvia a constatare come ormai si sta formando una classe sociale fantasma (tecno-pluto-oligarchica) che assumerà e gestirà bene presto (se non lo ha già fatto) il controllo di sistemi complessi dell’organizzazione umana; senza dimenticare che le macchine avranno sempre più il controllo di tale sistema oltre che di enormi quantità di dati organizzati secondo modelli stocastici, probabilistici e sempre più precisi (si aggiunga allo scenario il dato di fatto che i popolari software di IA come ChatGpt e Bard, richiedono enormi data center, consumano moltissima energia e hanno bisogno di un ingente dispendio di acqua per il raffreddamento delle strutture che li ospitano, n.d.r.). Le regole del gioco saranno sempre più in mano ad aziende, stakeholder esperti nel settore tecnologico e della classe politica, tagliando fuori la maggior parte degli utenti, se non la totalità, dai processi non solo decisionali ma anche riguardanti la comprensione, per esempio, dei sistemi di IA. Si può infatti constatare facilmente come l’utente medio sia piuttosto pigro e manchi di una giusta alfabetizzazione digitale quando si tratta di vigilare sulla tecnologia e sul suo funzionamento (privacy, controllo, traffico di dati). Gli individui nel loro rapporto con le tecnologie preferiscono dunque riporre fiducia in questi sistemi automatizzati o nelle persone che li amministrano, senza comprenderne limiti e potenziali pericoli, senza riflettere sui processi alla base dei processi decisionali assistiti dalla tecnologia.

cms_30145/3.jpgMolte persone non comprendono l’impatto della condivisione delle proprie informazioni o preferenze personali, non sanno cosa significhi sacrificare la privacy personale a causa dell’uso di interfacce utente controllate da e su dispositivi intelligenti, o ancora non si rendono conto che stanno cedendo ormai del tutto il controllo gratuito sui propri dati personali quando utilizzano qualsiasi funzione, software e applicazione della rete. Commodity e user friendly hanno abolito ogni controllo e hanno creato una impagabile sensazione di comfort zone nella quale si rinuncia a un pensiero critico sulle implicazioni del digitale nelle nostre vite. I prossimi anni saranno decisivi dunque nel regolamentare l’uso dei sistemi di intelligenza artificiale che hanno un impatto sui diritti fondamentali e sulla sicurezza pubblica. Sarà necessario stabilire standard elevati per la supervisione umana, valutarne l’impatto, la trasparenza e la responsabilità dell’uso di determinate tecnologie. L’essenza di un ai dovrà essere incentrata sull’uomo e bisognerà porre l’enfasi sui delicati processi decisionali alla base di ogni scelta che coinvolga l’individuo. L’intelligenza artificiale nonostante le implementazioni tecniche studiate per renderla maggiormente “antropica”, sarà sempre limitata nella sua capacità di saper cogliere il tono, le sfumature, le emozioni umane. Una cosa sarà automatizzare decisioni nel mercato dei beni di consumo e nei programmi di intrattenimento, un’altra sarà affrontare con sistemi di ia le decisioni che hanno un impatto sulla vita e sulla salute, e che perciò richiedono una percezione e un giudizio più delicato che non potrà essere affidato solo a sistemi di intelligenza artificiale. La tecnologia deve continuare a essere uno strumento sotto l’egida degli esseri umani, e per l’immediato futuro deve esserci un maggior controllo sui risultati finali da parte degli individui, soprattutto verso determinate scelte di ordine etico, optando, magari, per una maggiore automazione di molte attività cosiddette di routine, ovvero quelle che si trovano ai margini della nostra vita quotidiana. La discussione verte su un futuro già presente, all’interno di quello che ormai è un periodo di cosiddetta “coevoluzione” tra sistemi diversi che debbono convivere: umano e artificiale.

Andrea Alessandrino

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