False accuse ad un immigrato

Arrestati tre carabinieri

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È accaduto a Giuliano (Na), dove i tre carabinieri - due ufficiali ed un appuntato - prestavano servizio.

La decisione presa dal Gip del tribunale di Napoli è scaturita da alcune accuse mosse nei confronti dei militari, i quali sono ora in stato di fermo per custodia cautelare.

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Il reato loro contestato sarebbe riferito a false incriminazioni rivolte a un immigrato e il conseguente arresto di costui. Nello specifico, essi avrebbero accusato falsamente l’extra-comunitario di detenzione illecita di armi e conseguente probabile associazione dello stesso ad attività terroristiche.

Come afferma il procuratore aggiunto della Repubblica, Domenico Airoma, “le articolate attività di indagine hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico dei destinatari della misura cautelare”. “In particolare, - aggiunge - secondo l’ipotesi accusatoria, avvalorata dal gip, i tre, nell’ambito di attività di servizio istituzionale, procedevano a porre in arresto un cittadino extracomunitario, accusato falsamente di detenere armi clandestine per finalità di terrorismo internazionale”.

Le accuse a loro carico sono di falso ideologico, calunnia, detenzione e porto illegale di armi clandestine.

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Secondo quanto si ipotizza circa la finalità di questa messa in scena, i militari dell’arma si aspettavano di ottenere un encomio, e invece il risultato è stato, figuraccia a parte, una incriminazione, la sospensione e il provvedimento di fermo a cui sono stati giustamente sottoposti.

In questo clima di razzismo alimentato da più fattori, c’è il rischio concreto che episodi come questo diventino sempre più frequenti. L’aria di “caccia all’untore” che si respira è estremamente deleteria e predisponente alla messa in circolazione di calunnie e false accuse in direzione dei più deboli, di coloro i quali spesso vivono ai margini della società.

Ci auguriamo, in tal caso, che i veri delinquenti vengano sempre individuati e assicurati alla giustizia, proprio come è accaduto per i tre dipendenti dell’arma.

L. D.A.

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