Femminicidio... perchè?

Oltre 66.000 donne, nel mondo,ogni anno,perdono la vita

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I numeri sono piuttosto edificanti e terrificanti. Secondo i dati raccolti dalla relatrice delle Nazioni Unite, Manjuri Rashida, quotidianamente, in Europa, vengono uccise ben sette donne per mano dei loro partner. L’Italia, pur piazzandosi a metà classifica, ha visto negli ultimi anni una spaventosa escalation di femminicidi e violenze sulle donne. “ La casa delle donne” di Bologna ci segnala queste informazioni: 84 casi nel 2005, 101 nel 2006, 107 nel 2007, 113 nel 2008, 119 nel 2009, 127 nel 2010, 120 nel 2011 e 124 nel 2012. Le regioni Italiane con il più alto numero di efferatezze risultano essere la Lombardia, l’Emilia Romagna e la Campania. ma cosa assai peggiore è che nella maggior parte dei casi, oltre il cinquanta per cento, non si riferisce ad un raptus momentaneo ma pare che le vittime abbiano subito abusi e minacce prima di essere assassinate. Insomma una morte annunciata senza che nessuno abbia fatto qualcosa per intervenire. Sono numeri da guerra mondiale se si pensa che nel mondo, ogni anno, perdono la vita oltre 66.000 donne.

Nei meandri dei ricordi, penso che questo problema sia stato evidenziato a metà degli anni novanta dal regista Gregory Nava nel film “Bordertow” con la partecipazione di A. Banderas e Jennifer Lopez. La storia denunciava una situazione realmente accaduta a “ Ciuda Juarez”, una cittadina ai confini tra gli Stati Uniti ed il Messico. Alcuni anni prima, nel 1992, pare, fossero scomparse oltre 4.500 giovani donne, dapprima violentate, stuprate e torturate per essere poi abbandonate ai margini del deserto nel totale disinteresse delle Istituzioni locali e insabbiamento delle indagini.

Fin qui la storia. Grazie al coraggio e all’interessamento di “Maristella Ortiz” e “Luz Estela Castro”

il Messico venne condannato dalla Corte Interamericana per i femminicidi avvenuti sul suo territorio. Ne scaturì una convenzione-direttiva del’ONU valevole in tutto il mondo che eliminava e condannava ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne. Forse tardiva ma valida!

Anche da noi, finalmente, il Governo sta varando alcune misure speciali quali l’allontanamento dalla casa comune fino ad arrivare all’arresto per la flagranza di reato in caso di stalking o atti persecutori nei confronti del coniuge. Un uomo che, approfittando della propria forza fisica o della presunta supremazia maschilista acquisita da una cultura retrograda, minaccia, picchia, violenta o maltratta una donna è semplicemente da paragonare ad una “ bestia”. Nel massimo rispetto per le gli animali.

A parte la mia personale e ferma condanna per questo reato ho provato un’amarezza profonda nel leggere su alcuni quotidiani nazionali i cui articolisti definivano il “ reato di femminicidio” un neologismo cacofonico-volgare, o addirittura inquisitorio.

O tempora o mores.

Tags: femminicidio, donne, genere, parità, morte, violenza

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